Un container di lotte

Aperta una falla contrattuale nel settore della Logistica

di Bz
27 / 11 / 2013

Si sono appena concluse, nel Veneto ed Emilia Romagna, le due giornata di lotta nel settore della logistica proclamate dai sindacati di base ADL cobas, SI cobas e Cobas Lavoro Privato che hanno inceppato, in alcuni casi, bloccato i centri nevralgici della distribuzione e dello stoccaggio delle merci in una consistente area del nord Italia. A Bologna sabato un corteo di oltre mille facchini ha attraversato le vie del centro, sfidando un tempo inclemente e a Padova venerdì è stato bloccato per 4 ore l’ingresso a Interporto a sostegno dei lavoratori incorsi in sanzioni disciplinari e licenziamenti durante le vertenze che hanno Veneto e Emilia Romagna in particolare.

Negli ultimi anni, in particolare negli ultimi 8 mesi, le mobilitazioni e le lotte hanno prodotto la costruzione di una piattaforma di rivendicativa unitaria e la proclamazione di ben 4 scioperi nazionali del settore logistica da parte di  ADL cobas e del SI cobas. 

Molti ricorderanno, a tal proposito, la dura vertenza all'Ikea di Piacenza, i blocchi stradali, le tensioni. le cariche all'interporto di Bologna.

Qui i lavoratori organizzati nei sindacati di base hanno dovuto fare i conti col sistema degli appalti e subappalti a cascata, utilizzati nei magazzini, oltre che per risparmiare e lucrare, anche per eliminare chi si era maggiormente esposto nel rivendicare i propri diritti. In questi territori i sindacati di base hanno dovuto confrontarsi col sistema delle cooperative bianche e rosse, che sono il perno del comando della gestione del personale in tutto il settore della logistica e battagliare con i sindacati ufficiali, in primis CGIL, che sono fortemente ammanicati con le cooperative stesse, dove, alle volte, i loro delegati sono anche capi impianto e diventano dei veri e propri capò. E neppure è stato facile difendersi dal sistema di penetrazione della criminalità organizzata che tenta di imporre le metodologie di controllo sui lavoratori già ampiamente collaudate in altre parti d’ Italia: é, forse, una casualità che la conflittualità nel settore li non si sia espressa? Saviano potrebbe avviare un’inchiesta specifica e sorprendere, ancora una volta, i tanti che non vogliono vedere e capire.

In queste Regioni i lavoratori occupati nel settore sono per oltre 80% immigrati, mentre la media italiana, secondo le rilevazioni del Centro studi di Legacoop, è pari al 35%: sono stati e sono loro il motore delle rivendicazioni, una volta che abbiano superato il timor panico e il ricatto occupazionale della loro condizione di stranieri; anzi, dopo, il fattore etnico e/o nazionale diventa un elemento dinamico di circolazione della lotta e della determinazione della stessa.

Qui, dopo la sottoscrizione, a perdere, del CCNL Merci-Trasporto, sono ripartite le lotte nei magazzini dei principali corrieri nazionali con l'obiettivo di ottenere, localmente o nei singoli segmenti rappresentati dalle catene distributive della logistica, i diritti e il riconoscimento economico che erano stati negati nazionalmente. 

Non è stata una passeggiata ma lotta dura senza esclusione di colpi: alla fine la determinazione dei lavoratori, la coalizione di scopo sindacale di ADL cobas e SI cobas, della filiera logistica GSL ha prodotto un primo grande risultato:in sostanza, la sottoscrizione di un accordo tra le parti per dare attuazione, in tempi definiti e certi, ad una serie di istituti contrattuali quali ferie e tredicesima previsti contrattualmente ma largamente inattuati, ma anche un significativo aumento salariale tramite l’erogazione dell’indennità mensa e riconoscimento completi di malattia ed infortunio.

È la prima volta che nel settore, congiuntamente in impianti situati in regioni diverse, si riconoscono questi diritti minimi ma fondamentali che restituiscono la dignità di lavoratore agli occupati di un settore che occupa in Italia oltre un milione di persone, che produce oltre il 12% del PIL, più del settore metalmeccanico; è la prima volta che si apre una breccia nella contrattazione della movimentazione delle merci, blindata dal predominio ereditario dei sindacati confederali e dalla deriva schiavistica delle cooperative presenti nel settore. Ora si può aprire, con un buon precedente alle spalle, una partita conflittuale, aldilà delle miserie sindacali, che potrebbe riscattare le condizioni di lavoro e di vita per una bella fetta del lavoro dipendente oggi in Italia, caratterizzata da una presenza multietnica che non ha pari e da forme di comando gerarchico ed organizzativo da Far West.

Beppi Zambon

SCHEDA 1:

Alcuni numeri della ricerca SRM.  

La logistica è una componente importante del sistema economico italiano: si stima un valore di circa 200 mld. € pari al 12,7% del PIL. Tra dipendenti diretti e indotto, dà lavoro a 1 milione di unità.  L’Italia è al 24° posto nel ranking mondiale per performance logistica sulla base del Logistics Performance Index (LPI) elaborato dalla World Bank. Le maggiori criticità riguardano le procedure doganali (27° posizione); il miglior rank (18°) per il nostro Paese è sul parametro della puntualità delle spedizioni. Le criticità logistiche individuate comportano per le imprese italiane un’attesa di 19 giorni per esportare e/o 17 giorni per importare  un container rispetto ad una media UE di 11 giorni.
In Italia il costo della logistica è più alto dell’11% rispetto alla media europea. Tale divario crea un onere per il sistema delle imprese stimabile in circa 12 mld. €  l’anno; solo il 6,3% dei volumi che transitano per Suez giungono in Italia a causa dei ritardi e delle incertezze sui tempi di transito delle merci. Ciò si traduce in una perdita sia in termini di redditività per l’imprenditoria locale sia in termini di benefici per lo Stato; molte aziende nazionali scelgono gli scali esteri per la movimentazione dei loro carichi: il volume di merci con origine/destinazione in Italia che transita per i porti del Nord Europa ammonta a circa 440 mila teus.
In Italia considerando tutti i settori connessi alla logistica sono presenti oltre 160 mila imprese,  di cui il 17% sono società di capitale. Il Mezzogiorno vanta la presenza di oltre 45 mila imprese. In Campania, Sicilia e Puglia  è concentrato il 70,5% delle aziende del Sud Italia.
La strada con il 35,6% e il mare con il 30,5% sono le principali modalità di trasporto delle nostre merci in import-export. Quest’ultima percentuale raddoppia se si considera il Mezzogiorno. È ancora ridotta la quota del traporto merci su ferrovia (2%). Anche nel 1° sem. 2013 l’Italia si conferma il 1° partner negli scambi commerciali con l’area MED con 29,3 miliardi di euro di interscambio e di questi, il 76% (pari a 22,2 miliardi di euro) è ascrivibile al trasporto marittimo.
I nostri porti movimentano circa 9,6 milioni di teus, di cui il 46% dagli scali del Mezzogiorno; complessivamente movimentano 466 milioni di tonnellate di merci. L’Italia è il 1° Paese dell’UE 27 per merci movimentate in Short Sea Shipping nel Mediterraneo con 204,4 milioni di tonnellate  (37,5% del totale Europa).
In Italia vi sono 19 interporti operativi e hanno contribuito allo sviluppo del trasporto intermodale e ferroviario movimentando oltre 1,7 milioni di teu, poco meno di 1 milione di UTI e poco più di 100.000 carri di traffico ferroviario.
Secondo elaborazioni di SRM su un panel di oltre 4.400 imprese, il fatturato stimato del settore logistico nel Mezzogiorno è di oltre 8,5 mld €.

SCHEDA 2:

Questo il testo integrale del verbale, sottoscritto da GLS e da ADL cobas e SI cobas, che sancisce l’uniformazione, entro il mese di aprile 2014, delle condizioni contrattuali dei lavoratori in appalto ai servizi di movimentazione merci.

PER I MAGAZZINI DOVE I SINDACATI COBAS SONO RAPPRESENTATIVI

(PADOVA, VERONA, PIACENZA E BOLOGNA)

CONQUISTATI:

  • ISTITUTI CONTRATTUALI AL 100% CALCOLATI SULLE 168 ORE;

  • INTEGRAZIONE INFORTUNIO E MALATTIA AL 100% A PARTIRE DAL PRIMO GIORNO;

  • INDENNITA' MENSA GIORNALIERA PARI A 5 € AL GIORNO

Dopo un lungo periodo di trattative e incontri che hanno accompagnato la stagione di lotte della logistica con i 4 scioperi generali del settore e le svariate iniziative di lotta specifiche attuate nei magazzini GLS di Padova, Verona, Piacenza e Bologna, GLS ha firmato un verbale che sarà indirizzato alle varie società che gestiscono i magazzini dove le nostre OO.SS. sono rappresentative.

GLS-GESC si impegna a far sì che gli appaltatori che attualmente gestiscono i relativi centri di smistamento applichino quanto convenuto.

Riportiamo di seguito il contenuto del verbale:

 

Facendo seguito alle proposte avanzate dalle OO.SS. SI.Cobas e ADL-Cobas per uniformare le condizioni contrattuali, retributive e di lavoro nei magazzini dove le stesse sono sindacalmente rappresentative (Bologna, Piacenza, Padova, Verona) GESC si impegna a far sì che gli appaltatori che attualmente gestiscono i relativi centri di smistamento applichino quanto di seguito convenuto:

 

RETRIBUZIONE E BUSTE PAGA:

A partire dal 01/11/2013, così come avviene già per i centri di smistamento di Bologna e Piacenza, la piena applicazione del CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni del 26/01/2011 e di tutti gli istituti contrattuali economici e normativi previsti (tredicesima, quattordicesima, ex festività/permessi/Rol, TFR, ferie, pagati al 100%) e calcolati sull'intero monte ore lavorativo previsto (168 ore mensili).

 

MALATTIA E INFORTUNIO:

Riconoscimento integrale ed al 100% di malattia ed infortunio attraverso il seguente percorso temporale:

  • A partire dal 01/11/2013, così come avviene già per i centri di smistamento GESC di Bologna e Piacenza, verrà riconosciuta la copertura integrale ed al 100% dell’infortunio.

  • A partire dal 01/01/2014, così come avviene già per i centri di smistamento GESC di Bologna e Piacenza, verrà riconosciuta la copertura al 100% della malattia per i primi tre giorni di carenza.

  • A partire dal 01/04/2014, a tutti i lavoratori operanti presso i centri di smistamento GESC dove le suddette OO.SS. sono rappresentative, verrà riconosciuta la copertura integrale ed al 100% della malattia (primi tre giorni di carenza + restante periodo di malattia) nel limite di un evento patologico a bimestre (gennaio/febbraio; marzo/aprile; maggio/giugno; luglio/agosto; settembre/ottobre; novembre/dicembre), fatte salve condizioni di maggior favore.

 

INDENNITÀ MENSA per gli impianti di Verona, Padova, Piacenza e Bologna

Erogazione di una indennità mensa che raggiungerà, a partire dal 01/04/2014, il valore giornaliero di 5 euro attraverso il seguente percorso temporale:

  • A partire dal 01/11/2013 verrà conferita una indennità mensa del valore di 4 euro giornaliere;

  • A partire dal 01/01/2014 verrà conferita una indennità mensa del valore di 4,5 euro giornaliere;

  • A partire dal 01/04/2014 verrà conferita una indennità mensa del valore di 5 euro giornaliere.

Tale indennità verrà conferita secondo i seguenti parametri:

  • giorni effettivamente lavorati - intendendo per giornata lavorata quella in cui i lavoratori abbiano una presenza superiore alle 4 ore giornaliere;

  • giorni di effettiva presenza - ovvero non verrà erogata l'indennità mensa per le giornate di assenza dovute a malattia, infortunio, ferie, aspettativa o altra assenza giustificata o non giustificata.

L'indennità potrà essere conferita direttamente in busta paga o attraverso ticket restaurant a seconda della scelta operata dalla società che detiene l'appalto dei servizi di facchinaggio del rispettivo centro di smistamento GLS.

Relativi accordi sui punti citati saranno da prendersi direttamente con e società appaltatrici delle attività nei vari impianti.

Sulle restanti proposte avanzate dalle OO.SS. SI. Cobas e ADL.Cobas si rinvia, di comune accordo, il confronto ad aprile 2014.