«Tu ci ammali, tu ci curi» - Sanzionata Azienda Zero a Padova

13 / 11 / 2020

Sanzionata con cartelli la sede del vertice della governance sanitaria della Regione Veneto, uno dei paradigmi di un modello di sanità che si sta spostando sempre di più verso il privato. Dopo mesi in cui il Veneto è stato descritto da Luca Zaia come “oasi felice” del Covid-19, durante questa seconda ondata emergono chiaramente inefficienze e responsabilità, qui come altrove.

Gli attivisti e le attiviste dei centri sociali del Nord-Est - con in testa lo striscione “Tu ci ammali tu ci curi - si dirigono adesso in corteo verso l’ospedale, per portare solidarietà al personale sanitario che da 9 mesi è allo stremo proprio per le carenze strutturali della sanità pubblica.

Tante le persone scese in piazza dopo la convocazione della manifestazione da parte dei Centri Sociali del Nord Est dicono a gran voce che non sono disposti ad accettare chiusure e lockdown causati da una mala gestione e pochi investimenti nella sanità pubblica. 

Il luogo del presidio è simbolico, il centro direzionale del sistema sanitario del modello Zaia, un sistema sanitario basato sul profitto anziché sulle garanzie per la salute di cittadini e cittadine.

Nel corso della manifestazione vengono sanzionate le vetrine della sede di Azienda Zero per ribadire ancora una volta le responsabilità per cui il modello sanitario vigente non è in grado di garantire tamponi, posti in terapia intensiva e il proseguo anche delle visite non urgenti per tutti e per tutte.

In piazza anche gli studenti e le studentesse dell'università che denunciano la futura carenza di medici, a causa dei pensionamenti della generazione degli anni ‘50, carenza che è risultata evidente in realtà già in questi mesi, moltissimi neolaureati vengono esclusi ogni anno dalle Scuole di Specializzazione per la mancanza di borse di Studio. Quest’anno le borse sono state 14.500 (numero aumento di 5mila unità nell’ultimo anno), a fronte di 21mila neolaureati. Vengono però continuamente aumentati i posti nella facoltà di Medicina e Chirurgia, creando ogni anno sempre più neolaureati impossibilitati a completare in Italia il proprio percorso di studi. 

Tutto questo non ha ripercussioni solo su un sistema sanitario sempre più strutturalmente debole e povero di personale e di opportunità, ma anche sul percorso di studio di studenti e studentesse che si ritrovano a dover vivere in un clima sempre più competitivo. 

Le tante persone in piazza si stanno muovendo in corteo verso l'ospedale di Padova, l'ospedale in cui stanno venendo negate le visite non urgenti.

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Questo dato rende evidente che il modello Zaia non è sostenibile, lo stesso Zaia che ha tagliato il 20% posti nella sanità pubblica, aumentando quelli nel privato convenzionato.

Nei numerosi interventi che si susseguono al microfono vengono anche ricordate le cause della pandemia che stiamo attraversando: un salto di specie dovuto al l'alterazione degli ecosistemi da parte di questo sistema di sviluppo che trae profitto dallo sfruttamento dei territori.

Passando davanti alla sede dell'Arpav viene ricordato il tasso altissimo di inquinamento dell'aria che quotidianamente le persone subiscono ai danni della propria salute.

Le tante persone ribadiscono la necessità di mettere la vita prima del profitto per salvaguardare la salute del territorio e delle persone.

Il corteo dopo aver attraversato le strade del centro di Padova giunge nei pressi del Policlinico.

Con uno striscione viene espressa massima solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici del settore sanitario, che in questi mesi, a causa delle poche assunzioni e delle difficoltà dovute alla carenza di investimenti necessari si trovano in condizioni critiche con turni massacranti e dispositivi e materiale sanitario non per tutti coloro che ne hanno bisogno. 

La regione Veneto ha visto più di 3000 morti e ancora una volta non vengono messi in campo gli investimenti necessari per garantire salute e reddito per tutte e tutti.