Trieste - Rigassificatore, protesta di fronte alle porte chiuse degli addetti ai lavori

25 / 5 / 2010

Rigassificatore, protesta di fronte alle porte chiuse degli addetti ai lavori. Spinta sull'acceleratore, per costruire nel golfo di Trieste il nuovo impianto di rigassificazione. Dovrebbe sorgere nel tratto di mare di Zaule, una frazione di Muggia, a due passi da Trieste. La proposta è di Gas Natural, gruppo multinazionale nel settore del gas che ha recentemente acquisito Union Fenosa, altro colosso spagnolo dell’energia. Si tratta del secondo operatore mondiale di gas naturale liquefatto, con oltre 30 miliardi di metri cubi di gnl movimentati ogni anno da 13 navi metaniere. Gas natural propone a Zaule un impianto della capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno, con un investimento pari a 550 milioni di euro. Di recente il via al progetto è stato scandito da una serie di incontri tra Ciro Garcìa Armesto - project manager dell’azienda spagnola - e gli imprenditori triestini. Incontri rigorosamente a porte chiuse, banditi sia alla stampa che ai cittadini. Il primo si è svolto lunedì 17 maggio nella Camera di Commercio tergestina, il secondo avrà luogo in settimana, il prossimo è previsto per giugno in Assindustria. L'annuncio del primo vertice è stato comunicato solo due giorni prima dell'appuntamento: una scelta che ha scatenato l'ira dei cittadini contrari all'impianto. Il tam – tam è girato in poco meno di 48 ore, che sono bastate a inscenare un presidio di fonte alle porte chiuse degli addetti ai lavori. Si continuano a denunciare i rischi antropici e ambientali cui potrebbero essere sottoposti i cittadini e l'economia locale. L'idea comune è che il territorio interessato si trasformi in una delle peggiori pattumiere d'Europa. La salute degli abitanti di Trieste è infatti già messa a dura prova dalla ferriera (un ottocentesco impianto siderurgico) e la vicina Monfalcone potrebbe essere la sede ideale per una centrale nucleare. E ora il rigassificatore rappresenta una nuova minaccia per il territorio: gli oppositori denunciano l'assoluta inadeguatezza delle valutazioni sui grandi rischi ambientali che l'impianto potrebbe avere, con enti preposti alla sicurezza per nulla attrezzati ai controlli necessari. Lunedì 17 maggio, il presidio è stato lanciata dalla Uil - Vigili del fuoco, già promotore del tavolo tecnico sul rigassificatore, cui aderisce un ampio fronte di partiti e associazioni. Tra loro, sono scesi in piazza anche i sindaci dei comuni limitrofi di Muggia e Dolina: Nerio Nesladek e Fulvia Premolin, Presente anche Alfredo Racovelli, capogruppo verde nel Comune di Trieste, che ora propone un'apposita commissione trasparenza per valutare i rischi ambientali connessi a un impianto di tale portata. «Come unica alternativa per combattere la crisi - spiega Racovelli – la nostra classe politica continua a proporre insediamenti industriali che perpetueranno il disastro, civile e ambientale, che è già sotto gli occhi di tutti».