Trieste – L'Iran c'era ,ma fuori del G8

Utente: folletto
27 / 6 / 2009

La retorica dei supposti “grandi” raccontava che l'Iran non era presente all'incontro G8 esteri di Trieste. Ma questa è solo la retorica controllata dalla censura e dettata dalla miserevole prospettiva dei potenti.

L'Iran c'era. O, meglio, c'era la parte migliore dell'Iran, quegli insorti che furono costretti a fuggire dal regimi di Khomeini – protetto dai “grandi” di allora – e che si videro inseguiti dai suoi sicari anche a Trieste; c'era la “meglio gioventù” che non può più tornare nel suo paese, pena la vita.

L'Iran c'era. Era lì, al limitare della zona rossa ed esigeva di entrare, di raccontare a gran voce come e perché la situazione attuale è figlia di trent'anni di politica dei “grandi”.

Mentre nei palazzi blindati fino al ridicolo all'interno di una zona rossa desertificata stava iniziando il g8-esteri, in piazza S. Antonio manifestava il popolo iraniano: un gruppo autorganizzato di studenti iraniani che vivono a Trieste hanno organizzato un presidio non solo per essere solidali con i loro fratelli e con le loro sorelle che a Teheran e nelle altre città stanno sfidando il potere ma anche per dire agli 8 potenti ed ai loro invitati che se davvero volevano parlare con l'Iran loro erano li. Scontata la risposta dai palazzi presidiati: uno stuolo di polizia a controllare che nemmeno un passo fosse fatto entro la zona rossa.

Trecento persone hanno riempito la piazza non solo per esprimere la loro solidarietà ma anche per chiedere che i governi dei paesi che partecipano al g8-esteri non riconoscano il nuovo governo di Ahmadinejad. Tanti i giovani presenti, quasi a voler rispecchiare quel 70% di “under30” che è la popolazione iraniana, giovani che chiedono non solo l'immediata cessazione delle violenze contro i manifestanti ma anche più libertà di stampa, di manifestare e soprattutto nuove elezioni che rispecchino veramente la volontà della popolazione. E, possibilmente, una scelta che non sia stretta fra la teocrazia e il neoliberismo.