Trieste - In piazza contro xenofobia e razzismo

Una breve cronaca dell'iniziativa di sabato 17 dicembre

19 / 12 / 2016

A Trieste sabato una piazza si è riempita di sdegno contro xenofobie e razzismi. 

Oltre trecento persone tra semplici passanti, cittadini interessati, studenti, migranti e attivisti di collettivi, spazi sociali e sindacati si sono ritrovati per rispondere fermamente a quei “comitati di cittadini” che manifestano solo per le loro donne e per le loro strade, portando un’idea di città che produce violenza e odio verso il diverso e l’escluso, in questo caso il migrante. 

L'iniziativa di sabato è in risposta a quanto successo all'inizio dellascorsa settimana, quando un centinaio di persone, spinte dai consiglieri comunali della Lega Nord, hanno tentato di ostacolare con ogni mezzo l’entrata alla mensa della Caritas, a chi non era "italiano". 

Ciò che li ha spinti fino a questo atto incivile e violento è stato il voler manifestare la loro indignazione per un atto accaduto la sera precedente: una ragazza di 18 anni è stata circondata da tre uomini, riconosciuti immediatamente come afghani, da cui lei è riuscita a scappare; pochi giorni dopo questo fatto è diventato: il caso vergognoso della bambina stuprata dallo straniero.

Anche noi, come tante altre persone solidali, ci siamo indignati. 

Ci siamo indignati perché una violenza su una ragazza è diventato un mero atto da strumentalizzare per la propagazione delle proprie idee: la difesa delle proprie donne da «questi che vengono qua per rubarci il lavoro, stuprare le donne e non si adeguano alle nostre regole» ; da leggersi: le nostre donne non sono sicure nelle nostre strade a causa della presenza di circa 900-1000 migranti su una popolazione di 205000 persone. 

Questo giochino strumentale a favore di idee xenofobe ci ha indignato: questi esseri infatti non hanno alcun rispetto per la figura femminile.
Prova numero uno: la distinzione netta fatta tra le donne e le cagne/puttane, ovvero tutte le donne attiviste impegnate ogni giorno a combattere per una città e un mondo migliore. 

Prova numero due: a quel loro famoso presidio sugli striscioni non abbiamo visto scritto “solidarietà alla ragazza aggredita” ma “NOI NON VI VOGLIAMO” e “FUORI DAI COGLIONI”. 

Prova numero tre: alle accuse di essere stato un presidio di razzisti hanno risposto: “immagino che per loro saranno tutti dei cattivissimi nazifascisti, razzisti e xenofobi pieni di odio; anche le mamme con i passeggini, le nonne e i bambini” (post di Facebook di un consigliere comunale leghista). Ovviamente le mamme e le nonne non possono avere delle loro idee. Le loro bacheche, i loro gruppi Facebook sono la prova della miserabile idea che hanno della donna: un corpo, un oggetto da controllare, obbediente e incapace di autodeterminarsi. 

Ci siamo indignati perché oltre a questo centinaio di persone che martedì sera era in via dell’Istria ci sono tanti altri leoni da tastiera che con le loro tristi e pigre menti sono pronti a pontificare su ogni vicenda, attaccando e insultando, oltrepassando spesso il limite della decenza, gli ultimi e gli esclusi, in questo caso non solo i migranti ma anche i senza dimora, gli attivisti, i poveri. Qualsiasi persona che con la propria esistenza contamina la loro idea di decoro.

Ci siamo indignati e per questo ci siamo organizzati. Sabato come “Trieste Antifascista e Antirazzista” abbiamo portato oltre trecento persone nella piazza principale del quartiere popolare di San Giacomo, dove è accaduta lunedì sera la violenza verso una ragazza e dove è accaduta martedì sera la violenza verso persone che entravano alla mensa della Caritas. 

Abbiamo ribadito la nostra condanna a questi due episodi: in primis, come riportato dal titolo del presidio "Le strade libere le fanno le donne che le attraversano", abbiamo rotto il silenzio su una questione che riguarda tutti: la violenza di genere. 

Non possiamo più sopportare nel 2016 la discriminazione per il corpo femminile, discriminazione che spesso si riversa come disprezzo, per le attiviste, o come possesso, per le nostre donne. Inoltre, non possiamo più sopportare la deriva xenofoba e razzista che sta accadendo nelle nostre città; soprattutto quando viene portata avanti ed organizzata da esponenti della politica cittadina seduti nel consiglio e nella giunta comunale. 

A Trieste sabato una piazza si è riempita di trecento persone che hanno voluto manifestare un'alternativa al clima dei giorni passati: diciamo no alla violenza di genere, diciamo no alla strumentalizzazione politica dei corpi delle donne, diciamo no alla xenofobia e al razzismo. 

A Trieste ci sono degli anticorpi a tutto questo, e sabato è stato dimostrato. Un primo passo per attivare e riattivare una rete in grado di esporsi e denunciare questi fatti e dimostrare con atti, iniziative e pratiche che un’alternativa esiste e va costruita tutti assieme. Un argine a questo vero degrado culturale esiste e sta alla città degna costruirlo e portalo avanti nelle strade, nelle piazze e nella vita di ogni giorno.

Casa delle Culture - Trieste