Trieste - Casa delle Culture sotto sfratto

Il comunicato del centro sociale dopo la richiesta di sgombero da parte dell'amministrazione locale

12 / 1 / 2017

Ci risiamo, di nuovo.

Alcuni personaggi della politica locale si sono adoperati per cominciare concretamente l’iter per lo sgombero di quello che da ormai 15 anni è il nostro spazio autogestito: Casa delle Culture.

Questa cricca di torvi e grigi figuri proprio non riesce a fare altro che pensarci e noi li ringraziamo per la dimostrazione distorta d'affetto, quel genere di affetto che si riserva ai peggiori nemici.

Tutto ciò accade mentre abbiamo davanti agli occhi una città sempre più deserta e svuotata da una repressione ed un controllo giunti a livelli paranoici, strabordante di polizia presto coadiuvata da improbabili squadroni di ronde, telecamere a caccia di fantasmi e lattine di birra semivuote; trincerata dietro muri e sbarre a causa di paure alimentate ed amplificate in maniera scientifica, chiusa in sé stessa e sempre più bisognosa di luoghi di socialità, scambio e condivisione di pratiche mutualistiche e solidali.

In questa Trieste in cui gli spazi vuoti, pubblici e privati, si contano a centinaia, la soluzione di chi ha fatto del concetto di "decoro urbano e cittadino" il proprio vessillo è di chiudere uno spazio che è sempre stato autofinanziato ed autogestito.Una mossa che dalla Lega Nord certamente ci aspettavamo ed infatti non ci stupisce; ma se l'intento era sconfiggere noi ed il nostro percorso di lotta, ebbene, il bersaglio è stato mancato. Non si possono fermare i corpi che lottano e desiderano.

Non sarà quindi con uno sfratto che si spegnerà il nostro dissenso. Non sarà con uno sfratto che 15 anni di storia, nostra e cittadina, saranno cancellati; tantomeno dimenticati.In questi anni ci siamo impegnati in molte battaglie sociali, da quelle per l'Assemblea Sociale per la Casa, alle campagne contro le bufale razziste, strumento tanto caro alla Lega stessa. Siamo stati punto di raccolta per i materiali di primo aiuto per i terremotati del centro Italia; abbiamo operato nell'accoglienza dei migranti con la scuola d'italiano ed il bazar per la distribuzione gratuita di vestiti, ed abbiamo viaggiato fino ai confini della Fortezza Europa per aiutare concretamente e non abbandonare al freddo e nel silenzio le migliaia di migranti che attraversavano la Balkan Route. Ci siamo presi cura, abbiamo ristrutturato e ridato dignità, a spese nostre, ad uno spazio che 15 anni fa trovammo abbandonato al degrado, quello vero.Siamo quindi contenti se il Comune s'impegnerà a migliorare gli spazi assegnabili alle associazioni presenti nella nostra città.

Non saranno certo quattro mura a definire quello che siamo, ma saremo piuttosto noi, col nostro dissenso, la nostra rabbia e il nostro amore, che definiremo e daremo vita ad ogni luogo in cui andremo e che contamineremo. La nostra storia non finisce qui, ma anzi si rinnova, oggi, con un nuovo capitolo, che saremo noi a scrivere. Sempre vivi, pronti a sorprendere ancora, a dare voce a chi non ce l’ha, a lottare per ricercare e garantire un’alternativa concreta e tangibile alla precarietà, alla marginalità, all’abbandono delle periferie, alla guerra tra poveri. 

E lo faremo sempre dal basso, a sinistra. Sempre antifascisti e antirazzisti!