Il 19 marzo la Procura di Trieste ha sequestrato due delle case autoassegnate.
Immediata la reazione di ASC, che è entrata nel Tribunale per una conferenza stampa (di seguito il comunicato) denunciando la vergogna dell'accaduto e la pronta risposta: altre due case sono state autoassegnate.
Di seguito il comunicato di ASC Trieste e il video di risposta alla via giudiziaria della Procura
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Mentre
alcuni di noi erano a Francoforte a dimostrare che c'è un'altra
Europa oltre a quella della Troika, delle banche e dell'austerity, la
Procura di Trieste ha pensato bene di sequestrare due delle case
autoassegnate a Trieste.
L'operazione è avvenuta il 19 Marzo.
È una vergogna E L'ordinanza del
giudice mostra due cose: ignoranza e arroganza.
Secondo
il giudice gli autoassegnatari toglierebbero diritti ad altri e
avrebbero un “indebito vantaggio”.
Il
giudice non sa che quegli alloggi non sono assegnabili perché sono
fuori dalle liste. Erano in vendita: come “vani” e non come
abitazioni perché necessitano di lavori (che gli autoassegnatari
mettono in opera a proprie spese)
Il
giudice non sa che proprio a Trieste pochi anni fa il tribunale
stabilì che l'autoassegnazione in stato di necessità di alloggi
fuori dalle liste NON È un reato e NON TOGLIE diritti a nessuno.
Con
arroganza, la procura si candida a trattare il delicatissimo problema
della casa, ovvero la dignità e i diritti di centinaia di persone
che non stanno trovando risposte da parte delle istituzioni.
ASC
da lungo tempo sta discutendo con il Comune e con Ater di percorsi
possibili, di soluzioni dal basso, di autorecupero; ha chiesto al
prefetto una moratoria sugli sfratti (ce ne sono 500 all'anno in
questa città) raccogliendo centinaia di firme, comprese quelle di
consiglieri comunali e regionali; collaborando con il Comune e i
servizi sociali ha accompagnato alcuni autoassegnatari verso
soluzioni più degne di una casa autoassegnata.
Una
delle case sequestrate dalla procura era appena stata lasciata libera
perché la persona che ci viveva ha riattivato un percorso di vita e
trovato una casa in affitto.
A questo
servono le case autoassegnate: un attimo di respiro nella tempesta
della crisi, un rifugio contro la disperazione, un'accoglienza a una
necessità inviolabile.
Senza
nessuna richiesta di sgombero da parte delle istituzioni, la Procura
pensa di rispondere a tutto questo con l'arroganza della via
giudiziaria, con quattro righe che mostrano una brutalità e
un'ignoranza senza decenza.
Seguendo
quale legge, ci chiediamo?
Forse il
“piano casa” del Ministro Lupi?
Ma
quale Lupi? Quello che si è dimesso oggi per essere stato scoperto a
favorire la carriera del figlio? Quello che si è dimesso oggi per
essere stato scoperto nella solita vergognosa trama di “appalti e
favori”, come titola il giornale, insieme a sottosegretari,
consiglieri, personaggi da sempre sulla scena degli appalti e del
cemento?
È questa “la legge”
sulla base della quale la Procura di Trieste sequestra le case?
È
questo “il piano” di Lupi? Ci potrebbe star bene anche a noi:
dateci il denaro, quello nostro, quello di tutti, quello che
nascondete nelle tasche dell'1% che in Europa ha il 50% della
ricchezza.
Proprio a Trieste,
mentre scoppia il noioso scandalo di corruzioni e appalti, questa
volta a proposito della piattaforma logistica (“la cricca del
ministero delle infrastrutture”, chiosa Il Piccolo), un giudice ci
viene a dire che i diseredati di tutto hanno “indebiti vantaggi”?
Non
siamo mica figli dei Lupi noi. Quelli sì hanno indebiti
vantaggi.
Noi vogliamo per tutti ciò
che tutti ci meritiamo: casa, diritti, dignità.
Non
siamo figli dei Lupi, ma non siamo nemmeno degli agnelli.
La
miglior risposta a tutto questo è che oggi altre due case sono state
autoassegnate da altri diseredati che non hanno altra risposta se non
porte chiuse, polizia e crisi.
ASC Trieste