Scatta l’occupazione al liceo artistico statale di via Santa Caterina.
Ieri 300 studenti della sede centrale dell’istituto hanno bloccato i
cancelli e preso possesso di aule e laboratori per dare il via alla
coloratissima protesta anti-Gelmini. Con loro sei insegnanti, di ruolo e
precari. Alle 16 un corteo di mezz’ora che ha toccato i luoghi simbolo
della cultura trevigiana come il museo di Santa Caterina e Ca’ dei
Carraresi. Al grido «La cultura non si vende», i ragazzi hanno ribadito
il loro «no» anche all’abbandono del patrimonio artistico del Belpaese.
L’occupazione è stata decisa anche per la notte e le lezioni dovrebbero
restare interrotte anche oggi.
La protesta è scattata alle 9,
quando gli studenti dell’Artistico hanno annunciato al preside Giorgio
Russi di voler procedere a tutti gli effetti con l’occupazione. Con loro
docenti come Lello Voce, insegnante di Italiano e Storia, nonché poeta e
scrittore, la moglie Maria Antonietta Danieli, insegnante di Inglese
(la coppia ha festeggiato i 20 anni di matrimonio nell’istituto
occupato), un paio di professori di Pittura, altri di Architettura. Di
ruolo e precari. L’ultima occupazione all’artistico è stata fatta più di
10 anni fa.
In poco tempo la scuola è stata tapezzata in di
manifesti. I laboratori di disegno sono stati occupati da studenti che
si sono sbizzarriti. «Il nostro futuro non si riforma», «Chi vuol capire
ascolta, chi vuole avere ragione urla», «Togliete soldi all’istruzione
ma ci rubate milioni con le vostre poltrone» recitano alcuni dei
manifesti, affiancati da citazioni di testi di canzoni di Giorgio Gaber e
della Divina Commedia.
L’aula di creta è tapezzata di post-it con
frasi scritte dai 300 studenti e contenenti riferimenti sia ai problemi
del liceo trevigiano che di tutte le scuole. «Qualche esempio? La sempre
minore disponibilità di risorse per comprare materiale di lavoro e
studio come creta o gesso e per sostituire ad esempio i trespoli rotti»,
racconta Claudia, una studentessa. In mano i ragazzi hanno anche un
«reportage» sulla riforma della scuola per capirne e confutarne punto
per punto i contenuti durante le assemblee convocate in giornata.
«L’occupazione vuole essere un segnale forte contro i tagli», spiega la
rappresentante Lisa Lamon, 17 anni, accompagnata dal suo collega Andrea
Righetto, 17 anni anche lui. «A Treviso tante iniziative sono state
guidate dall’alto, ad esempio dai sindacati. Questa invece è
completamente nostra. La consapevolezza è nata dagli stessi studenti
dopo molte assemblee fatte da ottobre a oggi».
Lello Voce si fa
rappresentante dei docenti presenti: «Siamo stanchi di sentire la solita
litania delle “mele marce”. Con questa manifestazione in una scuola del
centro storico che le istituzioni vorrebbero trasferire fuori le mura,
vogliamo dimostrare che ci sono studenti che protestano in modo civile e
allegro».
All’assemblea indetta in tarda mattinata ha partecipato
anche una delegazione di studenti universitari. Oltre alla riforma degli
atenei, Alessandro Tesser, 23 anni, studente di Scienze politiche a
Padova e Giovanni D’Amore, 22 anni, Scienze e Tecnologie multimediali a
Pordenone ricordano il caso trevigiano della mamma ventenne pizzicata a
rubare in un supermercato. «Anche nel ricco Nordest si nascondono sacche
di povertà non più tollerabili e su cui la politica dovrebbe
riflettere. Invece comprano voti e vendono il nostro futuro». Alle 16 la
protesta si sposta per mezz’ora in centro con un corteo che si è
snodato dalla scuola al vicino museo di Santa Caterina, a Ca’ dei
Carraresi, piazza dei Signori per far ritorno poi a scuola, sotto gli
occhi sorpresi di passanti e negozianti. Una donna si espone: «Anche io a
18 anni in fabbrica...Così si faceva».
Treviso - L’Artistico dà un taglio alla Gelmini
Trecento ragazzi insieme ai prof occupano l’istituto e sfilano in centro
25 / 12 / 2010
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