Treviso - Il percorso di ZTL non si ferma!

Occupazione di uno stabile comunale da parte del collettivo

27 / 12 / 2013

Anche il 2013 non ha visto la ripresa economica di cui tanto si è parlato. Viviamo in un’epoca in cui le occupazioni abitative e sociali diventano una pratica sempre più diffusa per far fronte e costruire alternative a un modello di sviluppo che non si è rivelato sostenibile. Gli effetti del risiko immobiliare della passata amministrazione sull’urbanistica della città lasciano ancora spazi vuoti o destinati alla speculazione. Le tempistiche di un eventuale cambiamento di rotta sembrano essere ancora lunghe. Per la decima volta siamo tornati per ribadire come uno spazio autogestito in città debba definitivamente realizzarsi.

L’Amministrazione aveva comunicato l’uscita del Bando per uno spazio sociale/associativo entro Natale 2013. A oggi, 27 Dicembre, questo non è avvenuto e anche per questo abbiamo deciso di ritornare a evidenziare la necessità di spazi per i vari gruppi cittadini in questa città (ferma restando la pregiudiziale antifascista). Nel frattempo il nostro progetto come sempre vive nel recupero di spazi abbandonati sul territorio cittadino, che sono la base materiale attraverso cui costituire una socialità alternativa ed elementi di welfare dal basso.

Questa volta siamo in una proprietà del Comune di Treviso perché vogliamo avere come interlocutore diretto l’amministrazione comunale da cui aspettiamo risposte concrete su questo tema. Abbiamo ridato vita a questo luogo con l’obiettivo di mettere in connessione persone e gruppi che credono in una nuova modalità di gestione del Bene Comune attraverso una progettualità basata sulla condivisione, lo scambio e la partecipazione attiva delle persone per trasformare spazi abbandonati in spazi di produzione a scopo sociale. Situazioni analoghe esistono già in tante altre città italiane ed estere.

Oggi siamo qui, negli spazi utilizzati in passato dalla CGIL, ma domani potremmo essere in un altro luogo tra quelli abbandonati e soggetti a speculazioni o degrado. Come sempre abbiamo ribadito, questi luoghi (ora “non luoghi”) devono tornare ad assolvere una funzione sociale ed essere utilizzati dalle tante persone e realtà che nella nostra città portano avanti progetti innovativi e che hanno bisogno di spazi per sperimentare e concretizzare con nuove esperienze culturali il cambiamento di questo emblematico periodo storico.

Decidiamo di tornare ora, perché i tempi dei movimenti sono molto più vicini ai bisogni delle persone rispetto alla lentezza di quelli istituzionali. Tempi diversi non solo perché frenati dalla burocrazia ma anche perché inadatti a comprendere il potenziale dato da esperienze dal basso come quella portata avanti dal collettivo ZTL Wake Up, espressione di desideri e bisogni di una fetta consistente del tessuto cittadino.

Collettivo ZTL Wake Up