Il ventennio leghista, lasciando mano libera a speculatori di tutte le risme, ha fatto trovare ai giovani trevigiani una città chiusa, svuotata, una città privatizzata e sottratta ai suoi stessi abitanti.

Treviso è libera!! Finisce l’era Gentilini!

Finalmente si gira pagina

10 / 6 / 2013

Oggi 10 Giugno il risultato delle elezioni comunali ha messo fine ad una storia trevigiana che durava da 20 anni. Gentilini è stato sconfitto e con lui quel modello autoritario iniziato nel lontano 1994 e tristemente conosciuto per il suo razzismo, per l’esclusione sociale, per la retorica securitaria e per la totale assenza di dialettica democratica.

Sicuramente esiste un dato oggettivo di una Lega Nord in gravissima difficoltà, non solo per gli scandali e le ruberie, ma anche per l’incapacità di indicare una via d’uscita alla crisi che si è abbattuta anche nella ricca Marca Trevigiana in cui aumentano disoccupazione e precarietà, aumentano gli sfratti, in cui le partite IVA, le piccole e piccolissime aziende falliscono o si dibattono senza trovare una direzione verso cui tendere.

Vogliamo però ricordare soprattutto che in questi ultimi 20 anni la città di Treviso è stata attraversata da numerosissime lotte e conflitti sociali, che non hanno mai accettato di essere compatibili con il dominio leghista, anche quando molta parte della società civile e dei partiti era impaurita o subalterna alle parole d’ordine leghiste.

Fin dalla fine degli anni ’90 si sono date straordinarie mobilitazioni sotto il simbolo della “panchina”, quelle panchine che Gentilini ha fatto tagliare non solo perché è razzista, ma soprattutto per indicare che nel modello securitario leghista non esistono luoghi, spazi comuni nelle città: non solo gli edifici, ma anche vie, piazze, parchi sono interdette all’incontro, alla socialità, all’intreccio di relazioni. A Treviso bisognava solo lavorare, consumare e stare a casa.

Negli anni seguenti è iniziato un grandissimo ciclo di lotte con in prima fila la nuova composizione migrante richiamata a lavorare nelle fabbriche della zona. Si sono date decine di occupazioni di case, di Centri di Accoglienza Autiogestiti. Si sono susseguite numerose manifestazioni di migliaia di persone, culminate con l’occupazione del Duomo di Treviso e lo Humanity day in cui hanno sfilato 10.000 persone per i diritti e contro il razzismo.

Negli anni seguenti ancora le mobilitazioni degli studenti, dei comitati ambientali contro le antenne e gli inceneritori, per avere verità e giustizia dopo il rogo della De’Longhi a pochi passi dal centro. E’ stata una miriade di iniziative “dal basso” che hanno anche portato a significative vittorie.

Da molte di queste esperienze alla fine del 2011 è nata la Casa dei Beni Comuni di Treviso che è riuscita a creare una importantissima sinergia tra lotte sociali, pratiche di difesa dei beni comuni, spazio di incontro e discussione tra realtà differenti ma non omologate al pensiero dominante leghista.

Infine dall’estate del 2012 si è sviluppata quella straordinaria mobilitazione sostanzialmente giovanile, ZTL Wake Up!, che ha iniziato a riconquistare gli spazi vuoti occupandoli e riusandoli.

Il ventennio leghista, lasciando mano libera a speculatori di tutte le risme, ha fatto trovare ai giovani trevigiani una città chiusa, svuotata, una città privatizzata e sottratta ai suoi stessi abitanti. I giovani di ZTL hanno occupato e restituito spazi e dignità alla nostra città, attirandosi immediatamente la solidarietà ed il sostegno di una gran parte di Treviso. Nonostante lo sgombero dell’ex-Telecom di Gennaio di quest’anno, ZTL  ha rilanciato con un grandissimo corteo e con nuove occupazioni.

Certamente il “risveglio” di una generazione scolarizzata e precaria, nata quando Gentilini era già al potere, ha data un contributo fondamentale nel cambiare gli equilibri profondi della società cittadina.

E’ a tutti i soggetti che hanno lottato ed animato Treviso negli ultimi 20 anni che va indubbiamente consegnato il merito di aver saputo costruire un cambiamento e solo così permettere che si chiuda l’era di Gentilini.

Adesso è giusto godersi la festa per la fine dell’era Gentilini, con la consapevolezza delle tantissime battaglie ancora da portare avanti e costruire, per una storia che sarà tutta da scrivere.

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