Treviso - Abusi in divisa, quattro studenti fermati, portati in Questura e maltrattati

15 / 10 / 2017

Martedì 10 Ottobre a Treviso Intorno all’1:45 di notte una volante della questura di Treviso ha fermato un’auto di studenti medi che erano sulla via del ritorno dopo aver attaccato dei manifesti per pubblicizzare il corteo studentesco contro Buona Scuola e alternanza scuola lavoro.

Fin da subito l’atteggiamento dimostrato dagli agenti è stato offensivo e provocatorio.

Non sono mancate offese personali, istigazioni e in generale un comportamento mirato a provocare una qualsivoglia reazione: “Ehi coglioncello, che lavoro fai? Immagino tu non faccia un cazzo”, “Ehi ragazzino, vuoi che ti faccio passare la voglia di ridere?”, ”Chi sei? Un criminale immagino” sono le frasi migliori che sono state pronunciate.

Qui sotto il video denuncia di una delle ragazze fermate.

Subito dopo hanno fatto scendere i ragazzi dalla macchina ed effettuato una prima perquisizione sommaria personale e dell’auto. Gli agenti hanno poi usato un manico di una scopa atto a mescolare la colla come scusa per condurre i quattro studenti in questura, dove sono stati denudati, perquisiti, tenuti chiusi in una stanza fino alle 06.00 del mattino (consideriamo che due dei quattro studenti sono minorenni). 

Nelle ore di fermo nessun genitore è stato avvisato né è stata data la possibilità loro di comunicare con l’esterno quanto stava succedendo o banalmente di poter telefonare all’avvocato.

Questo episodio è da ritenersi gravissimo in quanto rappresenta una chiara intimidazione a tutti quegli studenti che si organizzano in collettivi e scelgono di lottare contro la distruzione della scuola pubblica, a favore di un’istruzione che sappia essere inclusiva, aperta e realmente formativa di menti libere e pensanti.

A questo proposito venerdì mattina la Questura in causa ha mandato una velina ai giornali sostenendo che “Alla base dell’episodio c’è un controllo sul loro veicolo a seguito di una manovra errata. I giovani sono stati quindi sottoposti ai controlli di rito, e successivamente segnalati all’autorità giudiziaria.”.

Viene da sé chiedersi quindi da quando per una manovra errata si viene condotti in quattro in questura, si viene scherniti, denudati, perquisiti, denunciati e minacciati per “imbrattamento con colla” e trattenuti per quattro ore senza nemmeno avvisare i genitori degli studenti minorenni.

Ovviamente questo episodio non ha intimidito nessuno dei quattro protagonisti che hanno chiesto insieme al Coordinamento degli studenti medi di Treviso, di usare l’arma solidale della partecipazione in vista del corteo del 13 ottobre, partecipazione che non si è fatta attendere trascinando per le strade della città oltre duecentocinquanta persone.

Davanti ad un vero e proprio abuso in divisa la città non si è fatta attendere e gli studenti hanno ribadito che in nessun modo quanto avvenuto venerdì notte ha ostacolato, fermato o frenato la loro voglia di lottare.