Trento - Cso Bruno una ricchezza per la città

17 / 8 / 2013

Ho letto che il PDL Trentino ha organizzato un gazebo con relativa raccolta firma e la promessa di adire a vie legali con l’obiettivo di evitare il trasferimento del centro sociale Bruno da via Dogana a Piedicastello.

Le argomentazioni addotte per contestare questo trasferimento appaiono risibili e non meriterebbero risposta se non fosse per la filosofia che emerge da questa iniziativa che, come molte iniziative della Lega Nord, hanno il solo obiettivo di alimentare ad arte odio e intolleranza sociale per poi chiedere rode private o norme per limitare il dissenso democratico ed i comportamenti sociali alternativi alle politiche individualiste.

Usano argomentazioni tortuose e di carattere amministrativo, fanno leva sul malcontento sociale indicando il centro sociale come capro espiatorio nel tentativo di nascondere l’incapacità della politica, della quale sono parte integrante a tutti gli effetti, di dare risposte alle richieste che provengono dalla cittadinanzaInfatti questi signori rasentando il ridicolo quando denunciano possibili situazioni di violenza, di rumori molesti dovuti ai concerti, di gazzarre fra giovani, e di tutto quello che uno potrebbe immaginare.

Il comunicato del Centro Sociale Bruno ha ben riassunto, nel suo documento di presentazione sia la sua storia che le iniziative sociali che intende mettere in cantiere nel prossimo futuro.

L’intolleranza come purtroppo la storia ci insegna si autoalimenta e quindi quanti si oppongono al centro sociale non vedono, anzi non vogliono vedere la realtà, continuando la loro politica fatta di invidia, intolleranza e avversione ad ogni esperienza giovanile che sia diversa da quella prevista dal “Kit del giovane PDL” in distribuzione gratuita alla villa di Arcore.

Ho avuto modo di partecipare alle tante iniziative politiche, dal NO TAV al NO alla base militare, contro le devastazioni ambientali, per la difesa dell’acqua, dei beni comuni, degli spazi partecipativi al sostegno alle lotte sindacali (lidl, Orvea, MS abbigliamento, ecc) e studentesche, alle manifestazioni nazionali ed internazionali contro le politiche d austerità, fino alla contestazione della tassa chiamata “siae” che pesa come un macigno sulle sulle feste popolari o sui momenti musicali all’aperto.

Sono stati in prima fila nel contestare le politiche liberisti, dei vari governi succedutesi in questi ultimi anni, le politiche di austerità imposte dalla troika per dire che il debito non deve essere pagato dai più deboli attraverso precarizzazione del lavoro e disoccupazione di massa. Per primi hanno rivendicato il reddito di cittadinanza contro la precarietà dilagante ma sopratutto sono stati una vera miniera di iniziative di carattere culturale.Ricordo che dal punto di vista culturale e musicale il centro di via Dogana ha organizzato eventi, iniziative, dibattiti, mostre ed altre iniziative in numero molto superiore a quelle organizzate dal Comune senza contributi pubblici e con ampia partecipazione di giovani e meno giovani.Un vero argine alla deriva sociale rappresentata dalla droga e dall’alcolismo che per questa casta politica sembra essere l’unica forma di “contestazione” giovanile riconosciuta.

Forse è proprio questo quello che la destra trentina non riesce a tollerare. La presenza di una realtà sociale che con il suo agire politico riesce, magari con alti e bassi, a dimostrare con i fatti che costruire un mondo diverso non solo è possibile ma necessario basta che ogni cittadino di appropri delle sue capacità critiche e si impegni a lottare per un vero cambiamenti senza delegare a nessuno il proprio presenza e tanto meno il proprio futuro.

Un movimento capace di confrontarsi con la città, di mobilitare le coscienze, di dare speranza e fiducia a tanti giovani denunciando quei poteri forti che speculano e lucrano sulla città e sul territorio come nel caso del TAV del Brennero, fanno emergere le contraddizioni di una politica sempre attenta a soddisfare gli appetiti degli amici di turno e sorda alle critiche e alle richieste che provengono dalla collettività.

Ma quello che questi signori non sopportano è che in città esista un centro sociale auto organizzato che sappia aggregare i giovani su valori come la tolleranza, il lavoro sociale, la difesa dei beni comuni, la socializzazione dei problemi, la politica intesa come partecipazione attiva e consapevole (non come tifoseria), la democrazia come coinvolgimento diretto e non delegato ai signori della tessere o ai poteri forti.

Per questo prendo in prestito uno slogan del mio caro amico Antonio “lunga vita al Bruno” per dire che il centro sociale è una ricchezza importante per la città e lo sarà anche per il sobborgo di Piedicastello. Una verità che non può essere cancellata da qualche iniziativa estemporanea della destra trentina.

di Ezio Casagranda


tratto da trentinoalternativo.it