Trentino - Un neofascista in divisa

L'Osservatorio contro i fascismi del Trentino Alto Adige - Südtirol denuncia il caso di Numa De Masi, ex leader locale di Forza Nuova assunto nel corpo di polizia locale in Val di Fassa

21 / 9 / 2019

Come Osservatorio contro i fascismi del Trentino Alto Adige - Südtirol da anni perseguiamo un obiettivo: rendere pubblici, attraverso uno spazio virtuale regionale e altre attività informative, tutti quei fatti e quelle trame, spesso poco conosciute, che vedono coinvolte le organizzazioni di destra locali e nazionali. Nel 2016 abbiamo pubblicato un dossier[1]che analizza la nascita e lo sviluppo di CasaPound a Trento, evidenziando i legami con la politica nostrana e le numerose violenze che si sono verificate dall’apertura della sede “il Baluardo”. In seguito, abbiamo proseguito nel tenere alta l’attenzione nei confronti dell’estrema destra regionale, ma anche rispetto a tutti quei casi dove le istituzioni vengono infiltrate da discorsi d’odio e discriminazione razziale e di genere.

Nel corso di questo lavoro ci siamo imbattuti in un personaggio trentino la cui figura ha spesso fatto parlare di sé. Numa De Masi è stato coordinatore del Trentino di Forza Nuova fino al 10 febbraio 2018, giornata in cui ha passato le redini a Stefano Veronesi, consulente finanziario di Mediulanum (ma FN non era contro il sistema finanziario e bancario?). La motivazione ufficiale è che per motivi personali e lavorativi non ha abbastanza tempo da dedicare al partito, ma questa rinuncia arriva dopo essersi reso protagonista di svariati episodi.

Non c’è bisogno di particolari studi per dire che Forza Nuova è un partituncolo di fascisti nostalgici. Infatti da una rapida occhiata al suo profilo Facebook emergono i tratti caratterizzanti di tali personaggi. Dopo anni di retorica sulla libertà di pensiero ed espressione e di sdogamento di qualsiasi esternazione fascista, De Masi non fa nemmeno uno sforzo per nascondere il suo essere nostalgico del nazismo, della sua misoginia o dell’odio che prova rispetto ai migranti.

Basta poco per trovare la sua foto sotto il braccio di Erich Priebke, il criminale di guerra nazista e boia dell'eccidio delle Fosse Ardeatine; un giovane De Masi, con lo stesso sguardo delle persone che incontrano i propri idoli, commenta la foto: “All’età di 97 anni, con perfetta lucidità, mi disse: “Sarà ancora l’Italia a cambiare la storia dell’Europa”. Dopo i Romani, il Rinascimento e il Fascismo, riponeva molte speranze negli italiani. Noi un po' meno.

 Trentino

Sempre spulciando il suo profilo si trovano attacchi contro la sindaca Raggi colpevole, a suo dire, di interessarsi solo dei “Rom e beduini” per concludere con un bel “CREPA!”. De Masi non è nuovo negli attacchi contro le donne soprattutto quelle che decidono di avere relazioni con uomini di origine straniera, e quindi a seguito di un gravissimo episodio di violenza ai danni di una ragazza, sfregiata dal fidanzato africano, il commento è altrettanto brutale: “Fidanzato africano? Forse adesso si sveglia...”. A dicembre 2016, per fare gli auguri di Natale, usava la frase “Vabbè, auguri a voi è tutta la razza!” [ndr. In numerosi post si notano le sue carenze grammaticali italiane, forse è più interessato alla razza che al sapersi esprimere correttamente].

Ma se può essere considerato come “normale” che un fascista capo di un partito fascista locale cerchi di fare becero proselitismo attraverso i social network, quello che l’Osservatorio non ha dimenticato è di capire quale fosse la sua vita fuori da Facebook.

Fino al 2018 era impiegato nell'azienda Corpo Vigilanza Notturna S.r.l.. In qualità di Guardia Giurata armata era incaricato della sorveglianza del Tribunale di Trento, un impiego delicato che poco si può adattare ad una figura come quella di un nostalgico nazista.

Le perplessità sulla compatibilità delle sue ideologie e la posizione ricoperta in Tribunale vengono confermate quando, nel dicembre del 2017, su un giornale online riconosciuto dall’ordine dei giornalisti come produttore seriale di fake news, compaiono le immagini delle telecamere a circuito chiuso dell’aula del Tribunale dove si stava tenendo un’udienza a porte chiuse. Le immagini, guarda caso, si riferivano ad un processo a carico di un cittadino tunisino, che veniva mostrato in manette. Inoltre, la versione dell’articolo, rappresentava una perla nel panorama delle bufale: come spiega l’avvocata, dall’imputazione al comportamento tenuto in aula, tutto era inventato (qui l’articolo per approfondire).

Dopo qualche mese De Masi viene spostato dalla sorveglianza in Tribunale, a quella della stazione dei pullman in Piazza Dante e, come dicevamo prima, a febbraio 2018 si dimetterà dalla guida di Forza Nuova. Un anno dopo, a settembre 2018, Numa De Masi viene raggiunto da un decreto penale di condanna per concorso in abuso di ufficio, al quale poi De Masi presenta opposizione con richiesta di messa alla prova e risarcimento.

Non si hanno più sue notizie fino ad agosto di questo anno. Con un curriculum simile è difficile trovare incarichi pubblici o continuare a lavorare nel grande business della sicurezza. Ma in una Provincia da quasi un anno a guida leghista e che nella valli trentine sta ricercando il rafforzamento del suo consenso attraverso le classiche armi della propaganda salviniana, tutto pare essere diventato possibile: su Facebook la Polizia Locale della Val di Fassa pubblica una foto che ritrae il neofascista in divisa.

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Scovata la fotografia l’Osservatorio ha immediatamente espresso enorme perplessità riguardo al nuovo impiego di De Masi, trattandosi di un servizio pubblico nel quale si trattano dati sensibili, si possono avere in dotazioni armi, e che dovrebbe essere svolto da persone senza pregiudizi, in maniera imparziale, riconoscendosi nei valori costituzionali, per la gestione della sicurezza di tutti i cittadini, italiani e non. Tuttavia, incalzato dal quotidiano il Trentino, la replica del comandante del Corpo della polizia fassana, non si è fatta attendere. E come ci si poteva aspettare, prende le difese di quello che viene definito “un lavoratore impeccabile: mai un richiamo, mai un problema o una lamentela da parte di qualcuno.(quì l’articolo). Il comandante aggiunge inoltre che "… quello che De Masi eventualmente scrive su Facebook è una sua responsabilità da privato cittadino e se ne assume tutto l'onere".

A confutare le parole del Comandante però sono gli stessi post di De Masi: una cozzaglia di articoli che, nuovamente, mettono in risalto tutte le sue idee antidemocratiche e discriminatorie. Si passa dalla campagna della Meloni contro il reato di tortura, che impedisce alle forze dell’ordine di eseguire il loro mestiere; a sproloqui contro i musulmani che giurano fedeltà alla Repubblica Italiana, fino a un post nel quale a suo dire non riesce a sanzionare una coppia perché italiana e con cinque “marmocchi paglierini” al seguito. Che non riesca a sanzionarli perché difendono la “razza” ormai prossima all’estinzione, come scrive in altri deliri? Il post riceve l’approvazione dei suoi amici, spronandolo a proseguire così per “salvaguardare i compatrioti” e per “picchiare duro” nel caso fossero stati “diversi”.

Trentino

A seguito degli articoli e delle successive attenzioni ricevute, De Masi decide di prendere parola per provare a dare una sua visione dei fatti. Il detto dice “un buon tacer non fu mai scritto”, ma probabilmente il neofascista non lo conosce, infatti in poche righe riesce a ridicolizzarsi da solo, cercando di minimizzare o addirittura negare il fatto di essere fascista: è andato a trovare Priebke per sentire racconti della Seconda Guerra Mondiale, seguendo l’idea di un suo amico; rispetto alla sua militanza afferma che, dopo essersi reso conto che il partito non era per lui per via di ideali nostalgici e diversità di vedute, se ne è tirato fuori, perchè non ha “interesse alcuno per il Fascismo o altre diavolerie del genere”, peccato che nel 2018, lasciando le redini del partito affermava di non poter proseguire “con molto dispiacere e per motivi personali legati anche alla mancanza di tempo da dedicare al partito, “con molto dispiacere e per motivi personali legati anche alla mancanza di tempo da dedicare al partito, rimanendone pur sempre un fedele militante[2]”.

In questa provincia che si sta leghistizzando sempre più, e dopo i casi scoperti di amicizia tra gli assessori della giunta e personaggi della destra neofascista [3]o di indubbie competenze e rispetto dei valori civili e democratici[4], che un dichiarato fascista si metta la divisa e tutto appaia normale non sorprende.



 

[1] https://osservatoriocontrofascismi.info/dossier/

[2] Forza Nuova cambia guida in Trentino: Numa De Masi lascia e arriva Stefano Veronesi https://www.ildolomiti.it/politica/2018/forza-nuova-cambia-guida-in-trentino-numa-de-masi-lascia-e-arriva-stefano-veronesi

[3] Marika Poletti, con un passato da militante in Alleanza nazionale e Fratelli d’Italia, collegata da sempre a Casa Pound, ha dovuto dimettersi da capo di gabinetto dell’assessore Gottardi dopo la pubblicazione di un video che inneggia allo sterminio degli ebrei. Gottardi, eletto nella lista “Civica Trentina” non ha mai nascosto l’amicizia decennale con la Poletti.

[4] Un leone da tastiera il capo di gabinetto dell’assessore Spinelli. Tweet sessisti e razzisti https://www.ildolomiti.it/politica/2019/tweet-sessisti-e-razzisti-del-capo-di-gabinetto-spinelli-ammette-in-aula-il-profilo-e-di-cristoforetti-nessuno-ha-raccontato-frottole