Treno della Dignità verso Marsiglia

Utente: milena
14 / 4 / 2011

La situazione al confine di Ventimiglia sta di giorno in giorno peggiorando. I migranti abbandonano la struttura d’accoglienza con molta minore intensità rispetto ai giorni scorsi, mentre alcuni tra coloro che erano riusciti a raggirare i controlli e a oltrepassare il confine stanno ora intraprendendo il percorso inverso e tentano di rientrare in Italia, trovando beffardamente ad attenderli la polizia italiana, intenzionata a non fare passare alcun migrante “irregolare”. Un assurdo ping pong, giocato sulla pelle e con le vite dei migranti, che già da due notti sono tornati a dormire in stazione sopra dei cartoni, per il sovraffollamento degli spazi ufficialmente adibiti all’accoglienza.

Le ragioni di questa situazione di stallo risiedono nel documento – il permesso di soggiorno temporaneo – sul quale gli uomini e le donne giunti in Italia in questi mesi stanno riversando la loro speranza di potersi muovere liberamente sul territorio comunitario almeno per qualche mese. Un sogno che rischia di essere vano, poiché questo documento con tutta probabilità sarà privo di ogni efficacia. I permessi che a partire da domani inizieranno ad essere consegnati dalle autorità italiane, infatti, rischiano di divenire carta straccia dinanzi ai blocchi del governo francese, che sembra deciso a riconoscerli solo a strette condizioni e a respingere in Italia la gran parte dei migranti.

La forma con cui il ministro Maroni ha pensato di risolvere la questione dell’accoglienza dei nuovi migranti si sta rivelando nient’altro che una fictio giuridica. Il diritto europeo sta mostrando tutte le sue lacune nell’affrontare il fenomeno delle migrazioni e continua a trattare la questione in termini emergenziali, ponendo ai permessi gravi limitazioni temporali e di accesso alla sfera della cittadinanza, creando così uno status subalterno, quello di essere umani senza diritti. Anziché riconoscere il diritto di fuga di questi migranti, il diritto all'autodeterminazione che deve consentire loro di scegliere in quale paese vivere, si accampano ipocrite distinzioni tra profughi e migranti “irregolari”, o inaccettabili differenziazioni basate sul momento del loro arrivo sul suolo europeo

Insieme a molte organizzazioni – dai collettivi auto-organizzati e dai partiti politici della Costa Azzurra alle organizzazioni di migranti tunisini di Marsiglia, dall'ARCI alla rete di Uniti Contro la Crisi che in queste settimane sta promuovendo la campagna Welcome – abbiamo deciso di promuovere una serie di iniziative congiunte per la libertà di circolazione e contro ogni respingimento e rimpatrio, con l’intento di accompagnare e, per quanto possibile, proteggere l'attraversamento della frontiera nell’arco delle prossime settimane.

Il giorno seguente al rilascio dei primi permessi, domenica 17, il primo “Treno della dignità” proverà ad arrivare a Marsiglia, destinazione storica delle migrazioni dal Maghreb, dove tanti migranti tunisini intendono ricongiungersi con le rispettive famiglie e comunità. Dopo essere partito alle 8 da Genova, il treno attraverserà tutto il ponente ligure, dando la possibilità a diversi gruppi di unirsi all’iniziativa. Da XXmiglia saliranno sul treno tanti cittadini italiani (previsti gruppi da Roma, Milano, Brescia, dal Veneto, dall’Emilia Romagna…), francesi e i tunisini in possesso dei permessi temporanei. 

Visto che la Francia, con tutta probabilità, non riconoscerà questi permessi, intendiamo monitorare e denunciare eventuali violazioni delle legislazioni nazionali e comunitarie e dei diritti umani. Lungo tutto il percorso e soprattutto a Nizza e Marsiglia ci attenderanno i comitati di accoglienza che si stanno formando in queste ore grazie al lavoro delle reti francesi Welcome, Anafè, Resf Nizza e Marsiglia e che saliranno con noi sul treno.

Quella che si realizzerà domenica non sarà un’iniziativa isolata, visto che se avrà successo si ripeterà anche nei giorni e nelle settimane successive, né tanto meno può ritenersi sufficiente.

Così come è necessario continuare a organizzare “treni della dignità” per rompere le frontiere che ostruiscono il passaggio verso la Francia e gli altri paesi europei, così occorrerebbe che l'Europa allestisse dei “Traghetti della dignità”, per permettere a chi lo voglia di giungere sul continente.

Non possiamo permettere che centinaia di uomini e donne muoiano nel Mediterraneo, che il mare nostrum diventi sempre più un mare mortum. Come documentato dall’organizzazione Fortresse Europe, e come ogni giorno drammaticamente ci ricordano le cronache sui giornali, negli ultimi vent'anni sono stati circa 16.000 i morti annegati nel tentativo di raggiungere le coste europee. Dobbiamo fermare questa vergogna!

Occorre aprire immediatamente la porta sud del nostro continente. L'Europa che vogliamo noi non è l'Europa Fortezza, non è una comunità chiusa su se stessa, che respinge in mare in maniera criminale chi chiede di venire a condividere il nostro precario benessere e chi chiede indietro quanto abbiamo depredato in secoli di colonialismo. Occorre ripensare la cittadinanza europea in senso dinamico, e accogliente nei confronti dei nuovi flussi migratori.

Il dibattito politico segue un senso contrario, e i figli delle “rivoluzioni della dignità” che hanno attraversato il Maghreb sono diventati invasori da cui difendersi, da confinare a Lampedusa, da trasferire in enormi campi-ghetto, da rinchiudere nei CIE, ma soprattutto, clandestini di cui disfarsi, anche respingendoli in mare o eseguendo rimpatri di massa, vietati dalle convenzioni comunitarie ed europee ma legittimati dalla sindrome dell'emergenza e dell'assedio.

I governi nazionali, gli imprenditori della paura speculano su queste emergenze, seminano odio e terrore per raccogliere consensi intorno alle forze più xenofobe. Quello che raccolgono sono anche le bravate dei mitomani, che giocano a gettare le bombette nei centri destinati all'accoglienza, come accaduto due giorni or sono a Genova. Utili idioti di un meccanismo innescato solo per portare voti.

Esiste però un’altra Italia, quella che nei giorni scorsi è andata in carovana dalla Tunisia alla Libia per portare generi di primo soccorso o quella degli abitanti di Lampedusa o di Manduria, che con le loro pratiche di accoglienza mostrano la natura solidale di questo paese, e che si indigna di fronte al trattamento che stiamo riservando ai migranti.

Certo, come scrive Gramellini su La Stampa di oggi, “l’indignazione è una molla e le molle, a furia di scattare a vuoto, alla lunga non scattano più”. Noi vogliamo rinforzarle con un gesto concreto, che dia la possibilità a tutti di percorrere per un giorno il cammino dei migranti, di superare insieme a loro gli ostacoli posti dai governi sul loro cammino. Il treno della Dignità è lo spazio nel quale può esprimersi l’indignazione dei cittadini italiani e francesi e può liberarsi il desiderio di spostarsi dei migranti.

Chiediamo che vengano immediatamente sospese le deportazioni forzate dei richiedenti asilo.

Chiediamo l’ampliamento dei canali ordinari dell’accoglienza, per un intervento fuori dalle logiche emergenziali.

Chiediamo che venga immediatamente garantita la libera circolazione dei migranti, che devono poter scegliere dove vivere.

Benvenuto è chi migra. Illegale è chi nega un futuro agli esseri umani!

Ya Basta Genova