Torna lo sciopero globale: "la rabbia collettiva che si fa energia di cambiamento"

Manifestazioni in 60 città italiane. A Milano blitz alla sede del CONI contro le Olimpiadi invernali del 2026, a Napoli occupata l'università, a Padova la polizia entra a scuola e minaccia rappresentanti studenteschi.

3 / 3 / 2023

A distanza di 6 mesi dall’ultimo strike meeting, Fridays for Future è tornato oggi in piazza in tutto il mondo. Ormai da anni non è più un mistero l’impatto sulla popolazione della crisi climatica: in ordine di tempo basti pensare agli incendi che stanno devastando il Centro-Sud del Cile.
Questo sciopero assume una valenza importante per svariate ragioni. Innanzitutto è il primo dopo le grandi mobilitazioni di Lutzerath, in Germania, che a detta di molte persone segnano un vero e proprio spartiacque per il movimento climatico. Inoltre, lo sciopero precede di soli 5 giorni la mobilitazione transfemminista dell’8 marzo e in molte città le due date hanno consentito di sviluppare un percorso di intersezione reale tra questione ecologica e questioni di genere.

Cortei e azioni hanno segnato la mattinata in molte città italiane. A Milano è stata sanzionata la sede di Banca Intesa San Paolo, mentre il corteo stava entrando in Piazza Borsa. Cori davanti alla sede del Comune, in Palazzo Marino, considerato “il paradiso del green-washing”. Nel pomeriggio, attiviste e attivisti hanno occupato la sede del CONI di via Piranesi per protestare contro la grande operazione di consumo di suolo e devastazione ambientale che si cela dietro le Olimpiadi di Cortina-Milano del 2026.

A Napoli è stata occupata l’Università Federico II, mentre a Torino sono stati lanciati dei finti pesci morti sulla sede della Regione Piemonte. Nel dettaglio la cronaca nelle città del Nord-Est.

A Padova nella notte è arrivata la notizia di diversi istituti superiori che sono stati chiusi con lucchetti per permettere la partecipazione allo sciopero globale per il clima. “Un’azione simbolica mira a colpire l’intero sistema scolastico che non fornisce gli strumenti per affrontare la crisi climatica”. Su questo segnaliamo un episodio molto grave accaduto: la Digos è entrata al Liceo Modigliani, interrogando - con il consenso della dirigente scolastica - i rappresentanti d’istituto e di consulta. Gli studenti e le studentesse coinvolti sono stati minacciati dagli agenti di conseguenze legali qualora non avessero loro reso noto gli esecutori materiali dell’azione simbolica.
La mattina, centinaia di persone si sono trovate in piazzale della stazione e dopo aver percorso via Fra Paolo Sarpi hanno occupato il cantiere dove è in atto una delle più grandi speculazioni edilizie cittadine. Nell’area sotto l’ansa del cavalcavia Dalmazia la società Agrifutura ha infatti stipulato una convenzione con il comune per la costruzione di quattro edifici, due edilizia libera, una convenzionata e l’ultimo a fini commerciali. L’occupazione è ancora in atto e prevede molte attività sociali e culturali: «oggi siamo entrat3 nell’area di via Fra Paolo Sarpi per dimostrare concretamente che il destino delle queste aree non è ineluttabile e che abbiamo intenzione di occuparcene direttamente, con azioni determinate e efficace per affermare che il suolo è un bene comune».

FFF Padova

A Treviso un gran numero di studenti e studentesse ha riempito le strade della città. Il corteo, partito dalla stazione dei treni ha subito incentrato la sua narrazione sui temi cittadini. Dalla mobilità pubblica alla siccità fino al consumo di suolo e alla speculazione edilizia fatta da ricchi per ricchi e che continua a togliere spazio ai servizi utili per la comunità. Presente in piazza anche Non Una Di Meno che sulla questione degli spazi rilancia lo sciopero dell'8 marzo e l'associazione Caminantes che davanti alla prefettura interviene per denunciare la strage di Crotone.

FFF Treviso

Duecento persone hanno attraversato le strade del centro di Mestre. Al concentramento è stato lasciato uno striscione rispetto alla strage che c'è stata qualche giorno fa a Crotone e a tutte le morti che avvengono ogni anno nel Mediterraneo per chiedere giustizia sociale e accoglienza per tuttə.
È stato appeso un altro striscione che invita a partecipare allo sciopero transfemminista che ci sarà l'otto marzo a Venezia, in molti interventi si è posta come centrale e vicina la lotta al patriarcato e a questo sistema capitalista che ogni giorno sfrutta e devasta corpi e territori. L'ultima tappa del corteo è stata davanti all'Eni store di Mestre, multinazionale che devasta quotidianamente territori e che vuole costruire un inceneritore che andrà a bruciare fanghi inquinati da Pfas. Il corteo si è concluso con un'assemblea al Laboratorio Climatico Pandora dove nel pomeriggio ci saranno dei workshop.

FFF Venezia

“La montagna non è in vendita" si legge sullo striscione in testa al corteo che questa mattina ha attraversato il centro di Trento, per concludersi al Parco Santa Chiara con un'assemblea pubblica.
Il tema centrale della giornata, e dei tavoli di discussione che si sono formati all'interno dell'assemblea, è infatti la gestione del territorio, in particolare quello montano. A partire dalle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, un grande evento che si inserisce in un modello di turismo insostenibile per l'ambiente montano, così come gli impianti di risalita e di innevamento artificiale che continuano a funzionare, ignorando apertamente la crisi idrica che lascia interi paesi senza acqua per il divertimento di pochi.
Si parla anche delle grandi opere del territorio, come il cementificio di Sarche, il nuovo inceneritore, il bypass ferroviario che è parte del progetto TAV, il prolungamento dell'A31, per non parlare delle opere legate alle Olimpiadi in programma per i prossimi anni. «La gestione attuale del territorio è insostenibile, serve un modello diverso di turismo, che rispetti la biodiversità e che metta al primo posto la cura dei territori e di chi li vive».

FFF Trento

A Vicenza corteo nelle vie del centro. Numerosi gli interventi che hanno parlato di Tav, progetto che devasterà nei prossimi anni la città peggiorando cosi notevolmente la qualità della vita e dell’aria in una città che è la quarta più inquinata d’Italia. Si è parlato di mobilità sostenibile, di cementificazione, ma anche di come la lotta climatica è intersezionale e deve essere legata alla lotta transfemminista e anticapitalista.
Durante il corteo lə attivistə si sono fermati al banchetto del digiuno di testimonianza No Tav che da domenica si trova in centro per dialogare e dare sostegno importanza alle lotte che si stanno portando avanti. Interventi anche sulla strage di Crotone: «la matrice dell’oppressione e lo sfruttamento dei territori e dei corpi è la stessa ed è il sistema capitalista, razzista e patriarcale».