Nonostante le inchieste sulla corruzione gli assetti di potere continuano a tenere.

The sound of silence

di Antonio Musella

27 / 5 / 2010

“…quando tutta questa merdata sarà finita, penso che ti ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente…”
da Pulp Fiction

E se alla fine non accadesse nulla…

Se la paura generata dalla crisi globale desse spazio davvero a forme piu’ o meno compiute di unità nazionale per “fronteggiare il periodo di sacrifici che attende gli italiani”.

Eppure difficilmente abbiamo visto negli ultimi quindici anni un governo la cui corruzione risulta essere così lampante. Da sei mesi con una intermittenza di un paio di settimane circa, nuovi scandali colpiscono gli assetti di potere nel nostro paese tirando dentro un pezzo del governo e facendo emergere un nuovo scandalo di corruzione e malaffare.

Mentre tutti gli italiani sognano di incontrare un giorno l’architetto Zampolini, quello che paga le case agli altri, il governo negli ultimi mesi sembrerebbe accusare seriamente il colpo.

Tre le inchieste principali. Quelle di Perugia e Roma riguardano gli appalti per il G8 alla Maddalena e da cui la gola profonda Zampolini, uno che ha fatto il “portatore di assegni” per una vita, ha cominciato a raccontare come interi pezzi del governo nazionale siano i protagonisti dell’attuale stagione di corruzione nel paese.

Scajola e la sua casa pagata da altri, Incalza, ex socialista ed ora dirigente del Ministero delle Infrastrutture di Matteoli ed i favori avuti dalla cricca. Siamo arrivati ad una vera e propria lista di politici, dirigenti di ministeri, uomini chiave dell’estabilishment governativo che hanno ricevuto favori da Diego Anemone ed i suoi.

Casi che sconcerterebbero anche fragili democrazie, come quello del direttore generale della Rai Mazza.

Il direttore, pronto a richiamare qua e là chi critica Minzolini e parla di informazione da regime, abita in una casa romana di proprietà di uno dei figli di Angelo Balducci, recentemente ristrutturata da una delle ditte di Diego Anemone.
Insomma uno che proprio con la cricca era davvero intimo !

Eppure il direttore dell’azienda pubblica televisiva incurante dello scandalo resta al suo posto ed a nessuno viene in mente che forse è il caso di rimuoverlo.

L’esempio di Mazza, fido scudiero della vulgata berlusconiana ci racconta di come nonostante i continui scandali e qualche scricchiolio, infondo gli assetti tengono.

Certo ci sono casi limite, come quello di Scajola, uno che arriva a sostenere che qualcuno gli ha pagato la casa a sua insaputa ! Ma per il resto, se escludiamo le dimissioni del ministro gli altri sono tutti al proprio posto.

La testa di Scajola anzi, era forse utile per coprire altri che in quell’inchiesta ci sono già dentro ma i cui nomi ancora non vengono fuori. Forse è il caso di Gianni Letta, il plenipotenziato di Silvio Berlusconi uomo di raccordo tra il Pdl ed il Vaticano da sempre.

E non è affatto un caso che le tracce di quell’inchiesta portino proprio nelle casse dello I.O.R. la banca vaticana diretta, al tempo di Calvi e del crac Ambrosiano, dall’oscura figura del cardinale Marcinkus.

Rispetto a questo filone le mosse di Berlusconi sembrano indirizzate verso uno scenario che vede lo scaricamento di diversi personaggi, a cominciare da Guido Bertolaso, con le valige pronte dopo l’ennesima uscita che ha messo nuovamente in crisi i rapporti con gli Usa – “io e Clinton abbiamo lo stesso problema e si chiama Monica” – e tutta la schiera di preti spretati che il nipote di Ruini si porta dietro. Della Giovanpaola, senza dubbio, ma anche altri pezzi legati in maniera rizomatica agli interessi di potere. Dentro potrebbero finirci anche altri come Francesco Rutelli (già in coppia con Bertolaso ai tempi del Giubileo) e suo cognato anch’egli legato agli affari della cricca. Potrebbe finirci magari anche il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe legato alla stessa rete di interessi, ovvero quella dell’asse Stato-Vaticano che vedeva in Bertolaso la sua figura pubblica, e anche lui spesso nei posti chiave dove in passato si annidava la cricca. Lo stesso Franco Gabrielli, già prefetto de L’Aquila ed indicato fino a pochi mesi fa come successore di Guido Bertolaso alla Protezione Civile potrebbe essersi già bruciato, visto che compare in diversi verbali dell’inchiesta. Prossimamente il programma Report di Milena Gabanelli manderà in onda una puntata proprio sui legami tra Vaticano e la cricca, già anticipati tempo fa da Global Project.

Scaricare questi per salvare comunque e ad ogni costo Gianni Letta, il vero unto del signore, la vera mano di Dio che la buonanima di Marcinkus protegge dall’alto…

Chi ha sbagliato pagerà” questa la sentenza del premier, e dietro un editto del cavaliere c’e’ sempre una mossa ben studiata.

Le altre inchieste, a cominciare da quella di Firenze sulle truffe riguardanti la riscossione degli incentivi per l’installazione di pale eoliche mai entrate in funzione che coinvolge il coordinatore Pdl Denis Verdini, hanno contribuito a lavorare ai fianchi del sistema gelatinoso. Nell’inchiesta sulle pale eoliche ci entrano oltre a Verdini i personaggi piu’ disparati, da Ugo Cappellacci attuale presidente della Regione Sardegna fino addirittura ad Arcangelo Martino ex assessore socialista del Comune di Napoli e protagonista della tangentopoli del 1992.

Anche altre inchieste in questi mesi hanno portato a far emergere la corruzione dilagante nel nostro paese. Il caso del senatore De Girolamo e dell’evasione di Fastweb, con i legami con la ndrangheta e personaggi della peggiore stirpe fascista come Gennaro Mockbel. Oppure inchieste piu’ piccole ma che hanno grande impatto come la richiesta d’arresto per il sentore del Pdl Vincenzo Nespoli, sindaco di Afragola (Na) per il fallimento di una societa’ che si occupava di vigilanza e sicurezza.
Ed ancora la vicenda che ha coinvolto il senatore del Pdl e re delle acque minerali Ciarrapico, fascista e tangentista di vecchio corso, coinvolto nello scandalo delle truffe sugli incentivi all’editoria.

Prima ancora di questa ondata, in molti ricorderanno le richieste di arresto per il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino e per il Presidente della Provincia di Napoli e deputato Pdl Luigi Cesaro accusati di concorso in associazione camorristica.

La giunta per le autorizzazioni a procedere negò l’arresto. “Appena scade il mandato da deputati li arrestiamo” sentenziò il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore.

Una valanga che sembra anche questa frutto di una strategia della magistratura.

Già perché una questione su cui Berlusconi ha ragione è che esiste il partito dei giudici !
Fa strategie e senza dubbio ha sempre svolto un ruolo politico. Tra legittimo impedimento e leggi ad personam colpire il premier è diventato sempre più difficile, per questo forse diventava più semplice cominciare a dare colpi al sistema di corruzione che gira intorno al governo.

Ciò che sconcerta è che tutti restano al proprio posto perché sembra non esserci nessuno che gli chieda di andare via !

Ci sono voluti gli ultrà della Fossa dei Leoni – notoriamente fascisti tra l’altro e legati a strani giri di denaro che passano nell’ultra destra meneghina – per assistere ad una contestazione di massa a Silvio Berlusconi. Sabato 15 Maggio, durante Milan – Juventus, si è registrata la più grande contestazione a Berlusconi da dopo la famosa statuetta del Duomo ad oggi.

La reazione nel paese sembra non passare più, non dico nelle piazze, ma nemmeno in quelle reti di relazione informale che si erano affermate fino a pochi mesi fa come amplificatori del sentimento di indignazione nel paese contro la corruzione ed il malaffare.

Non ci sono popoli gialli, viola o paonazzi capaci di cavalcare un’onda che sbatte in faccia al paese la corruzione per mano del governo. Figuriamoci altri, che proprio su questi temi erano già arrivati secondi.

Per fortuna c’è chi ha ritenuto necessario andare sotto la famosa casa del Colosseo e consegnarci lo spaccato del tema del diritto all’abitare contro il malaffare.

Il dramma ancora una volta sembrano essere le imprevedibili dinamiche che la crisi ci propone.

L’indignazione si trasforma in apatia, disinteresse, incidenza sul dato dell’astensionismo elettorale e nulla più. La corruzione palese sembra non generare rivolta, anzi. La paura della crisi globale, le prospettive di incidenza sull’economia reale, contribuiscono a rinchiudersi nell’interesse particolare.

Questo non significa fiducia incondizionata nel governo per salvarci dalla crisi costi qualsiasi tangente. Ma l’apatia che si percepisce non produce una reazione del paese reale davanti al malaffare. La paura vince. Ancora una volta.

La speranza è che questa lettura sia sbagliata, che il fuoco covi sotto la cenere ed ha bisogno solo di un innesco. Il tema allora è quello di trovare l’innesco. Il prossimo 29 maggio sotto le Prefetture delle grandi città il Popolo viola manifesterà contro la legge bavaglio sull’informazione. Un passettino in avanti, coscienti che ci vuole ben altro.

D’altronde nei partiti istituzionali sembrano aver capito bene l’andazzo.

Addirittura Di Pietro, il moralizzatore, si mette a fare il “politico responsabile” votando con la Lega il federalismo sul demanio, ed attaccando il Pd che si astiene dicendo che “non è né carne né pesce”.

Forse anche lui, come qualcuno più a Sud pensa alle primarie del 2013, il presente riguarda solo i poveri cristi.

La corruzione forse ha pervaso più di quello che pensiamo la società, o almeno una parte di essa.

In questi giorni si tiene uno dei più grandi concorsi pubblici degli ultimi anni. Il Comune di Napoli assume oltre 500 dipendenti, quasi tutti vigili urbani. Le domande sono state 112 mila ! I primi test ci dicono che solo lo 0,1% ha risposto correttamente ai test. Quindi in 112 mila c’erano andati nonostante non fossero preparati ?

La fortuna …chissà.

O magari la speranza era che da quelle parti passava l’architetto Zampolini e ci metteva una buona parola…