Fonte: LaStampa.it 18.09.09

Sul tetto per difendere l’occupazione

La crisi e le nuove forme di lotta / Rivoli, ultimatum degli operai della Ilmas. “Basta, rimarremo qui sopra ad oltranza”

18 / 9 / 2009

Irriducibili. I due operai, saliti sul tetto della Ilmas di via Buozzi a Rivoli ieri mattina verso le 9, sono determinati ad aspettare lì la risposta dal governo. Risposta che potrebbe arrivare solo martedì mattina, quando ci sarà un incontro tra sindacati, enti locali, ministero e proprietà. «Non ne possiamo più - dichiarano Agostino Cuocolo e Franco Berardo -, vogliamo chiarezza e soprattutto vogliamo quei soldi che ci spettano.

Sono 4 mesi ormai che siamo senza stipendio». Sul tetto dell'azienda, che opera nel settore aeronautico, gli operai si sono portati tenda, viveri e ricambi di vestiario. «Scendo solo se mi danno delle notizie buone - afferma Cuocolo -, se mi dicono che hanno sbloccato dei fondi o se garantiscono l'arrivo dei commissari per l'amministrazione straordinaria. Poi se devo tornare a casa per il cenone di Natale non importa». Perché di vedere compagni di lavoro arrivare con le lettere di pignoramento delle case da parte delle banche o le lettere di sfratto per quanti sono in affitto, non ne possono più. «A 45 anni sono stato costretto a tornare a vivere dai miei genitori - ammette Berardo -. È giusto?».A sostenerli nella loro battaglia ci sono i colleghi con cui comunicano attraverso i cellulari.

E ieri pomeriggio sono arrivati anche i vertici della Fiom. «Il problema di questa azienda è finanziario - dice Gianni Rinaldini, segretario nazionale -, non legato alla crisi di mercato come in molti altri casi». E in questa vicenda il pubblico ha un ruolo importante. «Certo - sottolinea -, perché è evidente il coinvolgimento di Invitalia in questa situazione e poi uno dei maggiori clienti è Finmeccanica». Per questo chiede un intervento del Governo. «Il suo ruolo oggi è decisivo - sostiene -. Perché non è tollerabile che si gestisca la richiesta di cassa integrazione di questi operai come una normale pratica burocratica, qui c'è gente che non vede lo stipendio da mesi».

Le ipotesi per far uscire dal tunnel l'azienda, che vede impiegati 360 lavoratori tra i siti di Rivoli, Orbassano e Acerra, in Campania, sono diverse. «Vista la situazione eccezionale - aggiunge Giorgio Airaudo, segretario provinciale Fiom - il governo deve garantire i finanziamenti di Invitalia. Finanziamenti che potrebbero andare per l'amministrazione attuale o a un futuro acquirente, potrebbe essere Finmeccanica stessa».

Il timore tra gli operai è che sulla loro azienda, ricca di commesse ma non di liquidità, si possano avventare i pescecani. «Dobbiamo vigilare perché non si faccia uno spezzatino» dice Marinella Baltera, Fiom.E la Ilmas? L'amministratore delegato, Giorgio Feo: «Il progetto dello stabilimento di Casalnuovo doveva essere rapido - ricorda -, invece dopo anni è ancora tutto fermo. E noi ci siamo accollati gli stipendi di centinaia di operai». Costi che hanno prosciugato le casse. «Ma abbiamo esperienza e capacità tecnologiche - conclude -, tanto che ho avuto già diverse manifestazioni di interesse di compratori. Ma serve un aiuto, la Ilmas da sola non si tira su».

Patrizio Romano