Da Agora99 Madrid

Step forward: l'Europa dei movimenti sociali

14 novembre "Toma la huelga"

3 / 11 / 2012

Cosa possono i movimenti sociali europei riuniti a Madrid? C'e' la capacita di produrre lessico comune? E quindi, saremo capaci di rendere reale ciò che evochiamo come milestones di un progetto costituente per l'Europa? Queste sono le domande, importanti e dalle risposte non scontate, che costituiscono la traccia dei dibattiti in corso a Madrid e che vedono centinaia di attivisti ed attiviste italiani, spagnoli, tedeschi, greci, francesi, inglesi dibattere lungo gli assi della critica del debito, dei diritti, della democrazia.

Sfida ambiziosa, dunque. Mettere insieme soggettività collettive e storie politiche che affondano le proprie radici su tessuti territoriali differenti e che fronteggiano stati di evoluzione della crisi e della politica economica dell'austerity differenti non e' 'naturale', ma un obbiettivo di medio periodo il cui farsi reale sara' misurabile solo con la moneta della praxis.

È vero che la crisi ed il collasso della democrazia novecentesca e' una partita europea, ma e' anche vero che essa si dipana diversamente in Germania od in Grecia, in Italia o in Francia; così come e' evidente che l'esperienza dei centri sociali in Italia e' unica ed essa si offre come esperienza singolare ma comune, in potenza, alle altre esperienze.

Insomma, la storia non si fa mai come dover essere ma come potenza concreta del divenire.
La prima giornata di lavoro ci permette di evidenziare che le soggettività tendono ad avere un lessico comune di critica della crisi e che, effettivamente, ognuno di noi assume la rottura di fase con la storia politica novecentesca.

Dall'altro lato emerge l'obbiettivo di proiettare lo spazio dell'iniziativa sul perimetro trasnazionale e più interventi suggeriscono di progettare campagne comuni in maniera federativa.

L'esempio del workshop sul reddito e' significativo: come si può pensare la battaglia per la redistribuzione sociale della ricchezza, riconoscendo le differenti condizioni -oggettive e soggettive- nei territori nazionali ma nel contempo condividere il progetto del diritto al basic income e fare campagna europea per ottenerlo e non solo evocarlo?

Come fare in modo che la rivendicazione del reddito non diventi l'iscrizione all'albo della sussidiarietà all'esproprio di ricchezza operato dall'organizzazione capitalista della produzione e della società (sussidiarietà peraltro non estranea ad alcune misure marginali proposte anche dalla governance europea)? Come fare in modo che i commons e le pratiche del comune abbiano nei fatti una potenza costituente nel rivendicare e valorizzare l'autorganizzazione sociale al di fuori della captazione capitalista?

Sullo sfondo del workshop su "spaces for metropolitan commoning" c'è anche questo tema: l'occupazione di spazi e di spazi pubblici ma anche dei territori, dei conflitti e delle pratiche di conflitto e liberazione; la costruzione di uno spazio europeo degli spazi sociali che sia uno spazio di pratiche costituenti a partire dalle scadenze prossime venture nell'agenda europea della lotta contro l'austerità e la crisi, a partire dalla data dello sciopero generale europeo, il 14 novembre.

Due sono i rischi di fronte a noi; il primo si annida nel pensarci come autosufficienti laddove questo significa che non possiamo pensare che i movimenti sociali riuniti a Madrid siano essi soli la soluzione alla crisi. 

L'esigenza di costruire coalizioni sociali ampie e sempre aperte e' una necessità che ci riguarda e che va anche oltre noi.
L'altra sfida che già da domani dobbiamo fronteggiare e' come rendere reale e concreto in una roadmap di conflitto sociale, potente e costituente ed attrattivo, i sogni e le parole di libertà che stiamo pronunciando.

Ce la dobbiamo fare. We should be choosy relating their power; we could be free and sexy for and with all the precarious european People.

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