La prospettiva di Antigone

STATO di detenzione

La vergogna delle carceri italiane

28 / 7 / 2011


E' sempre più drammatica la situazione nelle carceri italiani, il sovraffollamento è in continua crescita e non vi sono indici di una sua riduzione in futuro in assenza di provvedimenti legislativi che affrontino seriamente tale problema.

La propaganda del governo effettuata con il cd decreto sfollacarceri o Alfano si è dimostrata in tutta la sua ipocrisia. Tale decreto, che per le previsioni Ministero della Giustizia avrebbe riguardato circa 8000 detenuti, ha completamente fallito il suo obiettivo dimostrandosi misura di mera propaganda: ad oggi a più di un anno dalla sua entrata in vigore i detenuti usciti ex L.199/2010 (legge “sfolla carceri”) - dati al 31 maggio 2011 - sono 2.402 ( il 3,5% della popolazione detenuta all'entrata in vigore della Legge); dei 37.432 con condanna definitiva al 31 dicembre 2010 l’8,7% è in carcere per condanne fino ad un anno, il 32% fino a tre anni; dei 37.432 con condanna definitiva al 31 dicembre 2010 il 29,9% ha un residuo pena fino ad un anno, il 63,8% fino a tre anni1.

Tali dati mostrano altresì come, in realtà, circa il 50% delle persone detenute sia in stato di custodia cautelare, ossia detenute non ancora in forza di una sentenza definitiva, il che mostra incontrovertibilmente l'abuso della custodia cautelare da parte della magistratura ordinaria.

Ridurre per alcuni reati il ricorso alla custodia cautelare sarebbe misura di sistema in grado di garantire un'effettiva contrazione del numero di popolazione detenuta.

Sotto il sole attuale il quadro però sui presenta diverso , dopo anni di politiche securitarie e “law and order” e a fronte di un atteggiamento giustizialista che pervade buona parte del quadro politico sia di centrodestra che e soprattutto di centrosinistra, il nostro sistema giuridico prevede divieti di concessione di misure alternative ai recidivi in base ala legge ex cirielli,, carcere per i migranti per non ottemperare a un ordine di espulsione, carcerazione anche per episodi di lieve entità in relazione agli stupefacenti .

Tale legge la cd. Fini-Giovanardi “produce” , infatti, una popolazione detenuta in forza della sua violazione pari a 27.294 detenuti per violazione dell'art. 73 ( quello dello spaccio ma anche della cessione gratuita, della coltivazione, etc..) a tutto il 2010 a fronte dei 14.640 del 2006 ( prima dell'entrata in vigore della legge). Aumentano anche le denunce per art. 73 che sono pari a 39.053 nel 2010 a fronte delle 33.056 del 2006.. Tale legge nell'equiparare il trattamento sanzionatorio per le droghe leggere con quelle pesanti ha catastroficamente aumentato esponenzialmente il numero di persone ristrette per la sua violazione. Si tenga anche presente che di tali denunce ben il 40% sono relative a cannabis e marijuana ( per le segnalazioni al prefetto pari a 47.093 nel 2008 il 70% è relativo alla cannabis).

Stabile il numero dei detenuti tossicodipendenti pari al 25 % della popolazione detenuta.

Per quanto riguarda la legge sull'immigrazione la recente entrata in vigore in Italia della direttiva rimpatri ( direttiva 2008/115/CE) ha comportato un'efficacia depenalizzante delle condanne per il reato di non ottemperanza all'ordine di espulsione che prevede pene da 1 a 4 anni di reclusione irrogate fino alla sua entrata in vigore e ha contenuto il numero di nuovi ingressi nelle carceri italiani.

In ogni caso per gli stranieri è sempre difficile il ricorso a misure alternative alla detenzione anche qualora sono tossicodipendenti non sussistendo per molti di loro pregressi percorsi socio sanitari con i Sert, così come a soluzioni alternative alla detenzione cautelare in quanto molti sono sprovvisti di autonomi alloggi o non hanno legami familiari in grado di sostenerli o fornirgli la disponibilità di un alloggio per eseguire tale misura.

Ho intitolato tale articolo Stato di detenzione in quanto penso che il livello di democraticità e civiltà di uno Stato si misura da come rispetta i suoi cittadini, anche i cittadini detenuti.

La situazione nelle carceri italiane è oltre l'invivibilità, in alcuni casi l'esperienza detentiva è una completa contrazione dei basilari diritti del cittadino, un trattamento inumano.

In molti istituti di pena si ha un tempo di vita in cella pari a 20 ore giornaliere, un numero di tre quattro detenuti in celle di 9 mq 2 , assenza di luoghi per la socialità, carenza strutturale di fondi per le attività educative, detenuti che dormono con materassi a terra.

L'art.27 della Costituzione che prevede la funzione riabilitativa della pena è vicino a una sua capitolazione.

In breve alcuni dati su alcuni istituti di pena:

MILANO SAN VITTORE a fronte di una capienza regolamentare di 712 detenuti si registrano 1658 presenze con un tasso di sovraffollamento pari al 232,9; VENEZIA SMM a fronte di una capienza regolamentare di 168 detenuti si registrano 363 presenze con un tasso di sovraffollamento pari al 216,1%; BARI capienza 296 presenze 621 tasso di sovraffollamento del 209,8; BOLOGNA capienza 497, presenze 1039, tasso di sovraffollamento pari al 209,1; PESARO: capienza 178, presenze: 357, tasso di sovraffollamento del 200,6.


In Europa la media di detenuti per ogni 100 posti letti è pari a 96,6 presenze , in Italia 148 detenuti ogni 100 posti letto; 42% di detenuti in custodia cautelare a fronte di una media europea del 24 %, detenuti stranieri in Italia 57%, in Europa 35%, detenuti per violazione legge droghe Italia 36%, Europa 15%.


Al sovraffollamento fa da contraltare il cronico sottodimensionamento del personale educativo, mentre appare sovradimensionato il numero di agenti di Polizia Penitenziaria, l'unico settore nei cui confronti il Governo, pur tra le lamentele dei sindacati di categoria, continua ad investire oltre alla costruzione di nuove carceri come politica penitenziaria.

Se in Europa si ha un poliziotto penitenziario ogni 2,5 detenuti in Italia tale rapporto è di un agente ogni 1,5 detenuti, mentre per il personale educativo e sanitario e e amministrativo in Europa si ha un'unità di personale ogni 15 detenuti, in Italia una unità ogni 22 detenuti.

Oggi come osservatore sul carcere dell'osservatorio Antigone sulle condizioni di detenzione ho inaugurato le attività dell'anno in Emilia Romagna facendo visita al carcere di Modena. Anche qui i tagli del Governo fanno strage delle attività ricreative, culturali, di formazione e di istruzione, vi sono tre detenuti in una cella di 9 mq( compreso bagno), i detenuti semiliberi sono 2 e in totale quelli in misura alternativa 14 su 440, in pratica si va verso un'abrogazione de facto della legge Gozzini.

A Modena si registra il maggior tasso a livello nazionale di detenuti stranieri extracomunitari che qui sono il 70 % del totale, mentre i tossicodipendenti il 40% del totale, Aggregando i due dati si ha che tra stranieri non UE e Tossicodipendenti si raggiunge circa l'85% della popolazione detenuta, il che dimostra come oggi il carcere sia destinato solo agli “esclusi”( o a chi si vuole escludere ed emarginare) dalla società.


Alcuni esempi di (non) vita nelle carceri italiane:

A Poggioreale vi è una cella di 30 mq che ospita 12 -13 detenuti con un solo bagno e tempo passato in cella pari a 22 ore giornaliere; a S. Maria Capua Vetere in una cella di 10 mq vi sono sei detenuti e il bagno non ha l'acqua calda; a Piacenza il detenuto trascorre di media 20/22 ore in cella, ad Asti le celle sono di 7 mq compreso bagno e ospitano due persone con un tempo medio passato in cella di 20 ore.


Recentemente vi sono state diverse iniziative sulla situazione delle carceri italiane, dallo sciopero della fame e della sete di Pannella a quello promulgato dalla Giunta dell'Unione camere penali Italiane, l'organismo degli avvocati penalisti, che con delibera del luglio 2011 ha attivato lo sciopero della fame a scorrimento tra i suoi iscritti fin tanto che il Governo non assuma iniziative per migliorare tale improcrastinabile situazione.

Anche Ristretti Orizzonti e Antigone hanno recentemente assunto una campagna di denuncia in tale senso a cui hanno aderito la CGIL, l'Unione Camere penali Italiane, l'Arci, il comitato dei garanti delle persone private della libertà personale e la stessa magistratura, o meglio Magistratura Democratica. Con tale iniziativa (Sovraffollamento: che fare? Associazioni, Avvocati, Magistrati denunciano l'illegalità delle carceri ) si richiede un mutamento della situazione previo l'abrogazione della legge ex Cirielli, la previsione di sanzioni alternative alla detenzione e/o extrapenali, la fissazione di limiti alla custodia cautelare che deve ritornare ad essere misura di extrema ratio, la modifica della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, la modifica della legge Bossi – Fini sull'immigrazione , ( le ultime due insieme alla Cirielli definite leggi criminogene) e non solo attraverso propagandistiche soluzioni quali la Legge Alfano e l'edilizia penitenziaria, ossia la costruzione di nuovi reparti e nuove carceri.


E' un segnale importante anche nei confronti dei detenuti che sempre più spesso utilizzano tale forma di protesta per far sentire i loro diritti.


In assenza di tali riforme possiam dire che l'Italia si sta trasformando da Stato di diritto a STATO di detenzione ( oltre che di polizia).


Elia De Caro avvocato del Foro di Bologna, Associazione Antigone Emilia Romagna Osservatorio sulle condizioni di detenzione.



1CARCERI NELLA ILLEGALITÀ LA TORRIDA ESTATE 2011 Associazione Antigone- dati elaborati da fonti dap fino al 2010.


* avvocato