Sport Alla Rovescia al Piano d'azione nazionale contro il razzismo

Martedì 30 luglio si è svolto il primo incontro del Gruppo di Lavoro del "Piano d'azione nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza", organizzato dal Ministero per l'Integrazione e l'Unar.

2 / 8 / 2013

L'Associazione "Sport Alla Rovescia" ha partecipato martedì 30 luglio assieme al Progetto Melting Pot Europa, alla Uisp e a moltissime altre realtà associative al primo incontro del Gruppo di Lavoro del "Piano d'azione nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza", organizzato dal Ministero per l'Integrazione e l'Unar. L'obiettivo di questo piano è quello di individuare quali possano essere le misure e le azioni da intraprendere per contrastare le discriminazioni razziali, ma non solo, a più livelli, tra cui lavoro, alloggio, istruzione, mass media e sport.

La giornata è iniziata in mattinata con un primo momento plenario ed introduttivo con gli interventi della Ministra Kyenge, della Senatrice Guerra, in quanto Viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, e del Direttore Generale dell'Unar, Marco De Giorgi. La fotografia sulle discriminazioni che ne esce non è molto incoraggiante, infatti in un certo senso va a sostenere la necessità di questo piano di interventi. I dati dell'Unar ci dicono che la metà dei casi discriminatori registrati riguarda l'etnia o la razza e si verificano maggiormente sui mass media e sul lavoro.

Per quanto riguarda lo sport ilproblema maggiore riguarda l'accesso alla pratica sportiva. E' su questo nodo che si è focalizzata la discussione all'interno del workshop dedicato allo sport. Il primo aspetto, non scontato, da sottolineare è il riconoscimento dello Sport come un terreno fondamentale d'azione come antidoto alla xenofobia. Costruire buone pratiche, riproducibili nel territorio e allo stesso tempo promuovere campagne di respiro nazionale, che vadano ad incidere concretamente sui regolamenti discriminatori delle federazioni sportive sono gli obiettivi centrali emersi dalla discussione.

Questi due obiettivi devono andare avanti in sinergia, rafforzarsi reciprocamente, partendo sicuramente dalle tante piccole, ma allo stesso tempo importanti, iniziative locali nelle varie città. La sfida però è quella di metterle in rete, valorizzandole poi all'interno di un "grande evento" come i Mondiali Antirazzisti, sia come modello pratico di riferimento, sia come momento di sintesi di un anno di lavoro verso la conquista di una maggiore accessibilità alla pratica sportiva per tutti i soggetti esclusi. L'elemento collante diventa quindi la campagna pubblica, come ad esempio "Gioco Anch'io", che ha portato l'abrogazione dell'art. 40 comma 11 e 11bis del regolamento Figc. Ora si tratta di estendere le stesse rivendicazioni alle altre federazioni per dar corpo al percorso di "Gioco Anch'io 2.0".

Sono state avanzate altre due proposte concrete. La prima è quella di, partendo dall'esperienza della rubrica "Melting Sport", mettere a disposizione di chiunque uno sportello di consulenza legale interattivo ed online per quanto riguarda i regolamenti, i tesseramenti e tutte le pratiche burocratiche per gli stranieri. La seconda, invece, riguarda la concessione della gestione degli impianti sportivi abbandonati a quelle realtà sportive che mettono la valenza sociale e inclusiva al centro del loro agire.

Dopo la vittoria della campagna Gioco Anch'io, un altro piccolo passo è stato fatto da Sport Alla Rovescia, ma il campionato è appena cominciato e serviranno tante altre vittorie per conquistare lo scudetto dei diritti.
Noi siamo pronti a giocarcela fino in fondo.

Intervento di Silvia Conti per le Associazioni Sportive