Siamo tutti colpevoli di volere un futuro senza inceneritori!

5 attivisti sono stati indagati per l’azione contro l’inceneritore Cà Capretta di Schio del 12 Ottobre scorso.

29 / 1 / 2014

NO INCENERITORI

NoInceneritoriSIAMO TUTTI COLPEVOLI DI VOLERE UN FUTURO SENZA INCENERITORI!

Domenica 26 Gennaio, sfogliando le pagine del Giornale di Vicenza, abbiamo scoperto che 5 attivisti sono stati indagati per l’azione contro l’inceneritore Cà Capretta di Schio del 12 Ottobre scorso, quando un gruppo di trenta persone decise di chiudere simbolicamente l’entrata dell’impianto locale di smaltimento rifiuti e calò due grandi striscioni dalle ciminiere.
A quanto emerge dall’articolo l’indagine a carico dei cinque ambientalisti sarebbe per aver organizzato una manifestazione non autorizzata.
Ebbene si, siamo tutti colpevoli di volere un futuro senza inceneritori, di volere un avvenire più sano e che sappia mettere in pratica modalità di smaltimento rifiuti compatibili con il nostro territorio, con l’ambiente, con la salute nostra e dei nostri figli. Affermiamo questo perchè il periodo storico che viviamo è contraddistinto da innumerevoli scempi ambientali,  che vanno dalla costruzione di “grandi opere” che distruggono le poche aree rimaste vergini da cemento e scavi, fino al sotterramento illegale di rifiuti tossici sotto i manti stradali delle svariate autostrade. L’ultimo esempio di violenza sull’ambiente è proprio di pochi giorni fa. E’ infatti trapelata la notizia dell’indagine ai danni di 27 persone, tra le quali personaggi di rilievo, come il presidente del cda della Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, nonchè attuale comissario della Provincia di Vicenza Attilio Schnek, sui quali grava l’ipotesi di aver utilizzato scarti pericolosi di sottofondo per il tratto a Sud della Valdastico. In semplici parole per aver usato rifiuti tossici per il sottofondo dell’autostrada. Sebbene in un differente ambito anche l’inceneritore costituisce una minaccia e una violenza ambientale.
Crediamo che criminalizzare il blitz all’inceneritore di Schio sia un grave errore, in primis in quanto quell’azione pacifica e colorata aveva l’intento di promuovere il benessere e la salvaguardia del territorio andando a contrastare una pratica di smaltimento rifiuti obsoleta, dannosa per l’ambiente e per la salute delle persone, ed in secondo luogo perchè ci sono ben altre persone che dovrebbero pagare per i danni causati nei nostri territori.
Ci siamo presentati davanti all’impianto Cà Capretta quel giorno non solo per gridare e condividere la nostra ferma contrarietà al metodo di smaltimento rifiuti che è oggi presente nell’Alto Vicentino, ma anche per incentivare chi di dovere a prendere decisioni sane su quello che è il nostro futuro. Infatti si è parlato di Rifiuti Zero, raccolta differenziata porta a porta, di nuovi modi di concepire il rifiuto. Non più una semplice merce inutilizzabile da gettare e “da dar alle fiamme”, bensì una risorsa, una possibilità di lavoro, di investimento, di innovazione.
Schio, città attenta al proprio territorio, si trova alle sue porte uno dei pochi impianti di incenerimento rimasti attivi in Regione. Crediamo che un esempio attualissimo, virtuoso e da seguire, sia quello di Fusina a Venezia, spento proprio nel corso di questo mese, che ha visto l’amministrazione Veneziana affrontare una grande sfida: raccolta differenziata porta a porta ed un nuovo tipo di cassonetti a calotta personalizzati con le chiavi per evitare il mescolarsi di materiali. Questo esperimento, come afferma Gianfranco Bettin, assessore all’ambiente, ha responsabilizzato l’utente, dandogli l’opportunità di gestire in prima persona il conferimento dei propri rifiuti , con eccellenti risultati di vera raccolta differenziata.
Vera, in quanto si differenzia dalla situazione contradditoria di Schio, in cui emerge una raccolta differenziata tramite isole ecologiche voluta da Bosetti che non funziona, per la quale sono stati spesi migliaia di euro da parte dei comuni (che hanno dovuto acquistare i nuovi contenitori) e che comporta un dato di differenziata sporca non gestibile che viene quindi rigettata nell’inceneritore.
Crediamo che la strada da seguire sia superare l’incenerimento dei rifiuti, adottando nuovi metodi di raccolta della spazzatura e applicando la pratica dei  ” Rifiuti Zero “.
Siamo tutti colpevoli di volere un territorio libero da inceneritori e libero da speculazioni che prendono vita nel processo di smaltimento dei rifiuti.
Crediamo sia il momento di mettere in campo ed attuare tecniche innovative ed efficaci nel trattamento dei rifiuti, staccandosi da una concezione e da pratiche vecchie e dannose.

Csa Arcadia

Rete dei Comitati Altovicentino