Sfiorata la tragedia in Valsusa: la polizia ferisce gravemente un'attivista

I fatti avvenuti a conclusione della grande manifestazione di ieri. Oggi conferenza stampa del movimento No Tav al Centro Polivalente di San Didero.

18 / 4 / 2021

Lo sgombero del presidio di San Didero ha nuovamente surriscaldato gli animi in Valsusa. Un movimento come quello No Tav, da oltre 25 anni abituato a resistere e combattere, non si piega certamente attraverso viscide manovre.

Questo fine settimana è stato organizzato a San Didero un campeggio che ha radunato quanti e quante hanno sempre sostenuto e continuano a sostenere la battaglia No Tav. Ieri oltre 4.000 persone hanno risposto all'appello del movimento raggiungendo il parcheggio dell'ex acciaieria Beltrame e marciando attraverso i comuni colpiti dalla cantierizzazione per il nuovo autoporto. Come è noto, il progetto infatti mette seriamente a rischio la salute delle comunità che abitano i territori circostanti a causa: spostando i terreni in cui giacciono rifiuti tossici e strati di inquinanti rilasciati in passato dall'acciaieria – già responsabili di un elevato tasso di mortalità – aumentano molto i rischi sanitari.

Al termine della manifestazione, quando un gruppo si è avvicinato al presidio di San Didero per portare un saluto a chi lì resiste, la polizia ha reagito con violenza inaudita, sparando lacrimogeni ad altezza uomo, abitudine tanto vigliacca quanto pericolosa (in questo video è mostrato chiaramente come gli spari ad altezza uomo siano voluti). Giovanna, valsusina e attivista NoTav della prima ora, si trova ricoverata all’ospedale Molinette con un'emorragia cerebrale e diverse fratture al viso dovute proprio all'esplosione di un candelotto.

Questa mattina il movimento No Tav, in una conferenza stampa tenutasi al Centro Polivalente di San Didero, ha denunciato pubblicamente la gravità di quanto accaduto ieri, svelando alcuni particolari inquietanti accaduti dopo l’arrivo in ospedale di Giovanna. L’attivista ha infatti subito pressioni da un’operatrice, nonostante lo stato fortemente provato per le lesioni subite e l’estrema situazione di fragilità, che l’ha colpevolizzata per il fatto di essere stata ferita nell’ambito di una iniziativa del movimento No Tav. È notizia di questa mattina, inoltre, che la polizia è andata alle Molinette entrando nella stanza di Giovanna cercando di interrogarla contrariamente a quanto definito dalle norme anti-covid che vietano l’entrata di esterni, compresi i parenti, in ospedale.

Alla conferenza era presente anche Loredana Bellone, consigliere comunale di San Didero, che ha sottolineato come l’occupazione militare del territorio del proprio Comune sia un fatto molto grave e come sia inaccettabile che le forze di polizia non permettano il normale svolgimento della vita quotidiana del paese, come accaduto ieri mattina con il divieto di far svolgere regolarmente il mercato comunale. Ha inoltre denunciato il comportamento ignobile delle forze dell’ordine che hanno causato il grave ferimento di Giovanna.

«Troviamo inaccettabile questo comportamento così come troviamo inaccettabile la scelta di violenza praticata e perpetrata dalle forze dell’ordine ogni volta che la popolazione valsusina decide di opporsi ai cantieri dell’alta velocità. Da lunedì cittadini e amministratori sono in mobilitazione opponendosi alle operazioni propedeutiche alla costruzione di un nuovo autoporto, cantiere collaterale del progetto, ormai monco, della Torino-Lione. Quello che si trovano di fronte sono forze militari che si muovono nella notte, spropositate per numero e violenza, accompagnate da idranti e gas lacrimogeni lanciati ad altezza uomo».