Sentenza Magherini: Attivisti/e Acad "sequestrati" fino a notte fonda in commissariato

20 / 11 / 2018

Domenica sera attivisti/e dell’associazione Acad sono stati sequestrati a Roma dalle forze dell’ordine, mentre stavano per fare un’azione di solidarietà e sensibilizzazione sulla vicenda di Riccardo Magherini, l’ex calciatore fiorentino morto la notte tra il 3 e 4 marzo del 2014 nel momento in cui veniva arrestato dai carabinieri in Borgo San Frediano. Giovedì 15 novembre la quarta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello del luglio 2016 che condannava tre carabinieri per omicidio colposo. Di seguito il comunicato diffuso da Acad.

Ieri sera (domenica sera, ndr) Acad l'Associazione contro gli Abusi in Divisa è stata vittima di un abuso da parte delle forze di polizia. Alcuni nostri attivisti e attiviste di Roma, in procinto di affiggere uno striscione di solidarietà e denuncia rispetto alla sentenza della Cassazione sull'omicidio di Riccardo Magherini, sono stati fermati e circondati da una decina di Volanti e da un blindato in zona Colosseo per essere successivamente tradotti nel vicino commissariato "Viminale". Quattro ore di fermo per non aver fatto nulla, in quanto al momento del controllo non era stato aperto nessuno striscione e già gli attivisti avevano consegnato spontaneamente i documenti spiegando il motivo della loro presenza. Durante la permanenza in commissariato sono state perquisite le macchine e sequestrati uno striscione, un gruppo elettrogeno e un proiettore di proprietà di un attivista. Inoltre due attivisti sono stati tradotti con due volanti, senza alcun motivo visto che già era stata accertata la loro identità, al centro di identificazione di Torcervara per il fotosegnalamento in quanto organizzatori della manifestazione.

Quattro ore di attesa per una denuncia di manifestazione non autorizzata, reato tra l'altro depenalizzato e convertito in sanzione amministrativa.
Solo alle ore 02,40 in piena notte è avvenuto il rilascio degli attivisti e delle attiviste.
Una modalità intimidatoria con pochi precedenti e con un uso sproporzionato di uomini e mezzi, visto che al momento del fermo non si era ancora svolta nessuna iniziativa, e che racconta bene il clima politico e quale sia l'atteggiamento nei confronti di chi lotta per denunciare gli abusi e le violenze accadute nel nostro Paese.

Possiamo solo dire che siamo pronti sin da ora a riprendere iniziativa pubblica per denunciare la vergogna della sentenza Magherini, al fianco della famiglia e di tutte le persone che in queste ore stanno manifestando la loro rabbia e indignazione, e per affermare che nessuna minaccia o abuso fermerà la nostra lotta.