Tre appuntamenti, due cortei, un assedio e una contestazione al ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Gli studenti si sono presentati in piazza con alcune parole d'ordine: questione giovanile, reddito, casa, lavoro.

Scuole occupate, cortei di universitari

Studenti in piazza a Roma

7 / 12 / 2013

Mentre la ministra Carrozza di sgolava alla radio per promuovere la sua idea di scuola e di università, a Roma e a Napoli gli studenti si sono ripresi le strade riportando in pubblico quello che stavano discutendo da tempo dentro gli istituti superiori e l’università. Già da un mese sono partite le occupazioni delle scuole superiori in tutta Italia, un po’ a macchia di leopardo, da Torino a Venezia, da Milano a Napoli.

In questi giorni le occupazioni si sono massificate a Roma ponendo sul tappeto gli antichi problemi della scuola che vanno dalle aule fatiscenti, dal problema sicurezza alla didattica dei quiz imposti dal sistema di valutazione INVALSI e quelli dell’università che vanno dalla mancanza di studentati, dal caro alloggi ai tagli degli investimenti, alle aule inadeguate, alla precarietà divenuta sistema nella gestione della ricerca e dell’insegnamento.

Ieri, dunque, giornata di mobilitazione diffusa, cerchiamo di darne conto riportando cronache e spunti da dinamopress.it e dall’edizione online dell’edizione romana di Repubblica.

Tre appuntamenti, due cortei, un assedio e una contestazione al ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Gli studenti si sono presentati in piazza con alcune parole d'ordine: questione giovanile, reddito, casa, lavoro. Per tutte e tutti. Per questo una manifestazione attraverserà il centro di Roma e l'altra dimostrerà in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico a Tor Vergata contro la numero uno del dicastero di viale Trastevere che ha però annunciato la sua assenza a causa della riunione del Consiglio dei ministri.

L'assedio.
Unico lo slogan: "Ma quale crisi ma quale austerità il 6 dicembre assediamo la città". Ma diversi i punti di partenza: i liceali delle scuola del centro e della periferia si incontreranno alle 9 alla metro Piramide; l'appuntamento per i giovani universitari è alla stessa ora al piazzale della Minerva nella città universitaria della Sapienza. I due serpentoni si uniranno poi per tentare l'assedio al Dipartimento delle politiche giovanili della Presidenza del Consiglio in via della Ferratella in Laterano a San Giovanni. Stesso gergo delle "sollevazioni" dei movimenti per la casa, simili gli obiettivi.

Il corteo rappresenta l'evento conclusivo di tre giorni di assemblee, dibattiti e incontri in programma in questi giorni a La Sapienza. "UniverCity uprising" - questo il nome della manifestazione organizzato da "Sapienza clandestina" - è stato infatti "un momento laboratoriale in cui provare a tracciare delle ipotesi di lavoro e degli strumenti pratici per mettere in cantiere tentativi di agitazione delle composizioni giovanili e universitarie". Ma la data è stata anche anticipata e annunciata da diverse azioni dimostrative. Ultimi in ordine di tempo, il blitz a Porta futuro e l'occupazione simbolica dell'agenzia Jobsoul di lunedì scorso.

I ragazzi dei collettivi attendono in piazza circa 5mila studenti. E sui volantini si legge: "Il 6 dicembre scendiamo in piazza insieme contro una governo che preferisce imporre misure di austerity alla popolazione e continuare imperterrito a destinare soldi alle grandi opere inutili piuttosto che al diritto allo studio o all'emergenza abitativa. Il 6 assediamo il ministero della Gioventù, sede istituzionale simbolo della contraddizione tra l'università aziendalizzata e un mercato del lavoro giovanile presso chè inesistente in cui la disoccupazione è arrivata al 44%. Il 6 dicembre riversiamo nelle strade tutta la nostra rabbia e le nostre rivendicazioni...I soldi, i fondi, gli alloggi ci stanno, perché non ce li danno?".
Gli studenti sono tornati in piazza con alcune parole d'ordine: questione giovanile, reddito, casa, lavoro. Per questo una manifestazione ha attraversato il centro di Roma e l'altra, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico a Tor Vergata, è contro la numero uno del dicastero di viale Trastevere, che ha però annunciato la sua assenza a causa della riunione del Consiglio dei ministri. Qui, davanti all'ingresso della facoltà blindata, i ragazzi in prima fila hanno avanzato con i 'bed block', i materassi-scudo presi dagli studentati occupati. Non sono riusciti a entrare nella facoltà e così hanno proseguito la marcia per le vie intorno al campus mandando il traffico nel caos.

Sapienza. Unico lo slogan: "Ma quale crisi ma quale austerità il 6 dicembre assediamo la città". Ma diversi i punti di partenza: i liceali delle scuole del centro e della periferia sono partiti poco dopo le 10.30 dalla metro Piramide dietro lo striscione: "Non potete fermare il vento, ci fate solo perdere tempo". "Anche se siamo pochi dobbiamo continuare a lottare, come ci ha insegnato Nelson Mandela" ha urlato dal megafono un ragazzo in apertura. In via Merulana gli studenti universitari, partiti dal piazzale della Minerva nella città universitaria della Sapienza, si sono uniti ai liceali in marcia da Piramide, per un corteo congiunto fino al Dipartimento della Gioventù di via Ferratella in Laterano. Al grido "la riforma fatela davvero libri di testo a costo zero' gli studenti hanno costeggiato il Colosseo. Parlando al megafono un rappresentante degli studenti delle superiori chiede un'istruzione veramente pubblica. "In questo momento di crisi per le nostre famiglie è diventato impossibile acquistare libri di testo che costano 40-50 euro", dice. A Porta Maggiore, hanno scritto su un muro il nome di Alexis, "studente greco ucciso dalla polizia nel 2008" durante una manifestazione.

Tutti sotto l'obelisco a piazza San Giovanni in Laterano, liceali e universitari poi si sono diretti al dipartimento delle Politiche giovanili della presidenza del Consiglio dei ministri. "Andiamo ad assediare il simbolo dello sfruttamento", hanno gridato. In 500 hanno proseguito su via dell'Amba Aradam. Un cordone di agenti di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa, insieme a due camionette delle forze dell'ordine, sono schierati davanti all'ospedale San Giovanni dell'Addolorata. Solo qualche momento di tensione una volta arrivati davanti al dipartimento per le politiche giovanili: qui sono stati accesi fumogeni e lanciata davanti alle forze dell'ordine una scatola di fuochi d'artificio. Poi il corteo ha fatto dietrofront per tornare alla Sapienza dove si è chiuso con un'assemblea. Anche al ritorno, arrivati in via dello Scalo di San Lorenzo, davanti alla sede delle Ferrovie dello Stato sono stat buttati petardi e fumogeni colorati contro le forze dell'ordine in presidio.

Tor Vergata. "Il corteo accademico siamo noi". Questo, invece, lo slogan dipinto su quattro materassi ("Simbolo che non ci sono alloggi in questa città") per la manifestazione organizzata dagli studenti dell'università Tor Vergata di Roma. Su uno striscione anche la scritta "Chi sostiene un giovane che sogna già sta costruendo un altro futuro". Il traffico di via Cambridge è andato in tilt.

Il corteo è partito dallo studentato 'Boccone del povero', occupato da poco più di due settimane, e si muove di facoltà in facoltà passando per Ingegneria fino ad arrivare alla facoltà di Lettere di Tor Vergata per l'inaugurazione dell'anno accademico all'auditorium "Ennio Morricone" alla presenza del presidente del Senato Piero Grasso. Al grido di "Non c'è niente da inaugurare", i ragazzi sono arrivati in ateneo, blindato tra polizia e carabinieri per le contestazioni annunciate.

I manifestanti, armati di tamburi e striscioni, chiedono "un'università pubblica, libera e accessibile a tutti che permetta a ognuno di costruire il proprio futuro e realizzare i propri sogni". "Non vogliamo essere lasciati soli dopo la laurea - spiegano - non vogliamo più pagare la crisi con le nostre tasche". Tra le rivendicazioni, anche temi più generali come la riappropriazione degli spazi e il diritto alla casa. "Per questo - spiega ancora uno dei ragazzi - siamo partiti da qui. Questo studentato è rimasto chiuso per quattro anni prima dell'occupazione". Il corteo è stato raggiunto anche da un gruppo di studenti medi dei licei delle periferie romane e dagli occupanti dello studentato di via De Lollis. Presente anche un piccolo gruppo di ricercatori per protestare contro i tagli ai dottorati e ai fondi per la ricerca.

Prima di entrare nella facoltà di Ingegneria dell'università "simbolo della speculazione edilizia", gli manifestanti hanno affisso su un autobus dell'Atac fermo in mezzo alla strada uno striscione con scritto 'Ci costava meno andare in Carrozza, abbonamenti gratis per gli studenti'. Davanti alla facoltà di Economia hanno urlato: "Siamo qui per dire basta ai tagli e all'economia della Bce. Basta alla speculazione". Il corteo di circa 500 studenti non è, però, riuscito a entrare nella facoltà di Lettere e ha proseguito la manifestazione nelle strade attorno al campus. I vigili hanno bloccato il traffico all'altezza della rotatoria di via Columbia, vicino al policlinico di Tor Vergata e si sono formate lunghe code di macchine in tutte e due le direzioni. "Questa è stata una giornata di lancio - hanno detto - Con tutti i comitati scesi in piazza ci organizzeremo e prepareremo altre azioni" nelle prossime settimane.