Il No Border Camp di Salonicco prosegue e i suoi partecipanti
continuano ad aumentare. Le giornate si susseguono tra workshop,
discussioni e tavoli di lavoro a proposito delle migrazioni e delle
politiche repressive in Europa. Al momento vi sono più di un migliaio di
attivisti europei e non, oltre che da un numero consistente di
migranti. Ieri si è unita al campeggio la carovana spagnola, di circa
300 persone da tutta la penisola iberica, andando ad aggiungersi alla
già numerosa presenza di tedeschi, greci e italiani, seguiti dai paesi
del Nord-Europa e dei balcani, ma anche ad alcuni attivisti dalla
Turchia e dal Nord Africa.
Con l’inizio della settimana sono
iniziate le visite ai campi governativi. In questi campi centinaia di
persone sono costrette a vivere in condizioni indegne. Molti degli
abitanti di questi campi provengono proprio dagli sgomberi dei campi
informali di Idomeni, Hotel Hara ed Eko Camp. Come è già emerso dal
lavoro costante che #overthefortress compie e ha compiuto nel monitorare
queste strutture non ci sono grossi miglioramenti nella vivibilità,
servizi igienici o sanitari, nè tantomeno nel cibo. I manifestanti sono
sempre riusciti ad entrare, dimostrando che il divieto che di solito
impedisce l’accesso a chi privo di permessi rilasciati dal governo sia
più una prassi che non una regolamentazione vera e propria. In questo
modo si è potuto portare sostegno e solidarietà ai migranti reclusi
all’interno, molti dei quali hanno poi deciso di unirsi al No Border
Camp, trasferendovisi e partecipando attivamente alla vita nel campo.
In
questi giorni, oltre alle manifestazioni in programma, diverse azioni
sono state organizzate dagli attivisti all’interno del campo. Lunedì è
stata occupata la sede di una televisione, ottenendo la messa in onda di
un servizio sul No Border Camp e le sue rivendicazioni. Il giorno
seguente un corteo spontaneo per la vie di Salonicco ha sanzionato le
ambasciate tedesca e francese, contro le politiche migratorie criminali
di queste due nazioni.
Ieri invece si è tenuta la prima
manifestazione programmata del No Border Camp. La prima tappa è stata al
centro di detenzione di Paranesti, dove vivono rinchiuse 300 persone.
Circa 1500 attivisti hanno raggiunto il campo e, nonostante il divieto
di accesso alla struttura, i manifestanti hanno ottenuto che una
delegazione di medici e legali entrasse all’interno. La situazione è
drammatica: un solo pasto al giorno, servizi igienici nulli, periodi di
reclusione lunghi fino a sei mesi, fra i reclusi anche minori non
accompagnati.
Dopo
il campo di Paranesti i 1500 manifestanti si sono diretti al centro di
Xanthi dove in presidio hanno divelto le reti e scritto slogan sui muri
della struttura. Dopo che la polizia ha negato l’accesso al centro di
detenzione, alcuni attivisti hanno cercato di forzare il blocco delle
forze dell’ordine. La polizia in risposta ha caricato il corteo, che ha
resistito lanciando fuochi d’artificio e pietre contro gli agenti. Sotto
il fumo dei lacrimogeni il presidio si è attestato a lato del centro di
detenzione intonando slogan insieme ai migranti reclusi “Open the
borders now!” “Hurriya Azadì! Freedom now!”.
Oggi
è prevista una grossa manifestazione per le strade di Salonicco
intitolata ‘‘Migrant Pride’’, che punta ad avere una grande
partecipazione di migranti. Nel frattempo continuano sia le azione
spontanee, che le visite ai campi governativi, che i workshop e le
assemblee. Anche in previsione della manifestazione finale del No Border
Camp, prevista per il 23 luglio al confine tra la Grecia e la Turchia.