La Romania è attraversata, dall'inizio di
settembre, da una mobilitazione storica contro il progetto della
miniera d'oro di Rosia Montana della società canadese Gabriel
Resources nei monti Apuseni , che è destinato ad aprire quattro
grandi siti a cielo aperto. Ciò comporterebbe anche l'abbattimento
di una montagna di grande valore ambientale, lo sfollamento di più
di 2000 persone, lo smantellamento di tre villaggi e la messa in
pericolo del patrimonio storico e culturale delle gallerie minerarie
romane, esempio unico a livello mondiale.
Le manifestazioni,
che coinvolgono decine di migliaia di persone impressionano per la
quantità, la varietà. La mobilitazione si
pone l’obiettivo di respingere il disegno di legge che il
governo ha presentato il 27 agosto e che concede poteri speciali alla
Rosia Montana Gold Corporation , una società canadese in cui lo
stato romeno ha una quota del 20 % . L'agitazione iniziata
su tematiche ambientali, è poi cresciuta a causa dell’
atteggiamento di censura del governo e dei maggiori organi di
informazione.
Centrato all’inizio sull’opposizione al fracking, nel giro di un mese , il movimento ha cominciato a mettere in discussione il modello di sviluppo economico, le forma legislative e le pratiche democratiche dell’intero paese, coinvolgendo studenti, lavoratori, ambientalisti, femministe, anarchici, e tutte quelle persone che rifiutano un modello democratico in cui non vi è alcuna reale partecipazione dei cittadini.
I rumeni che vivono in diverse parti d'Europa hanno dato il loro sostegno manifestando davanti alle ambasciate ricevendo la solidarietà, ad esempio in Francia , di attivisti e associazioni ambientaliste.
Tuttavia, il governo sembra
intenzionato a ignorare le proteste come denunciano gli attivisti
attraverso le reti sociali su internet: “Il progetto di legge
presentato dal governo rumeno per facilitare la società canadese con
tutti i permessi necessari avviene senza considerare la legislazione
nazionale, le sentenze o i requisiti legali necessari per permettere
alla Gold Corporation di estrarre 300 tonnellate d'oro e 1.600
d'argento per i prossimi 15 anni, ma questo avverrebbe utilizzando
12.000 tonnellate di cianuro l'anno e producendo 13 milioni di
tonnellate di rifiuti”.
Il governo appoggia in questo modo
un progetto su cui non si è trovato un accordo politico negli ultimi
14 anni di negoziati anche per l’opposizione del maggiore organo
scientifico del paese, l'Accademia rumena di Scienze, che ha chiesto
di abbandonare l’opera perché i costi ambientali e sociali
superano i benefici economici.
Sul progetto pesa anche lo spettro del disastro nella miniera d'oro di Baia Mare, sempre in Romania, una catastrofe ambientale senza precedenti in Europa, che ha gravemente colpito i fiumi Titza e Danubio per lo sversamento nelle acque di tonnellate di cianuro che ha lasciato senza acqua potabile due milioni e mezzo di persone.
Il progetto di legge è ancora in fase di discussione, le mobilitazioni continuano aumentando di intensità e partecipazione.
Fonte / DiagonalPeriodico