Verso l'8 marzo - Take back our life, now!

6 / 3 / 2011

L'8 marzo è un giorno vuoto, che si divide, oramai, tra i baci perugina con le frasi scritte da Moccia, e le mimose, ma dato che già sono sbocciate e bellissime sugli alberi, arriveranno sfiorite per quei giorni. L'8 marzo quest'anno però arriva dopo una grande giornata come quella del 13 febbraio in piazza del popolo. Quel giorno siamo scese in piazza contro il moralismo della sinistra e la doppia morale imperante della destra, siamo scese in piazza per chiedere pieni diritti per le ragazze, le studentesse, le precarie, le lavoratrici, le disoccupate che vivono in Italia. Lo abbiamo fatto guardando alle piazze tunisine, egiziane, libiche, dove donne e uomini come noi, stanno costruendo il loro futuro di libertà e diritti anche al prezzo della loro stessa vita.

Oggi in Italia essere donna, più o meno giovane, non è poi così facile.
Studiamo ma siamo destinate alla precarietà. La precarietà ci impedisce di fare qualsiasi previsione e programma sulla nostra vita. E per questa condizione di vita oramai diffusa non è mai stata organizzata nessuna politica sociale credibile.

Anzi oggi in Italia non avviene altro se non la distruzione delle politiche sociali: sanità, servizi sociali, pubblica istruzione...che in concreto significa: pochi servizi sanitari di prossimità, grandi ospedali scadenti, scuole e università abbandonate a se stesse, servizi sul territorio inesistenti.

Ci si affretta tanto a parlare di famiglia e maternità in vista di questa giornata, da una parte Berlusconi difende la santa famiglia e giura che finchè ci sarà lui nessuna coppia gay mai si sposerà e nessun single mai adotterà. La sinistra già munita di bandiera nazionale, in vista della festa dell'unità d'Italia, difende i diritti delle donne italiane e di tutte le altre non si ricorda di parlare.

E così, per l'ennesima volta, si dimentica la diversità che piano piano sta emergendo, anche dalla nostra società. Una diversità che parla di single, di famiglie divorziate, risposate, riseparate, di coppie miste, di coppie gay, di coppie di altre religioni, di bambini di tutte le nazionalità, di trans, di coppie di fatto...di persone che desiderano una vita migliore in questo paese.

Forse un giorno vorremo dei figli... li vorremo mandare in scuole pubbliche e trovare posto negli asili nido. Vorremo trovare  e mantenere un lavoro nel momento in cui saremo incinte. Vorremo avere il diritto alla maternità pagata. Vorremo avere la possibilità di dargli una vita degna.

Ma vogliamo anche avere il diritto di non rimanere incinte, vogliamo un educazione sessuale, vogliamo dei contraccettivi a prezzi ragionevoli, vogliamo non avere problemi per avere la pillola del giorno dopo, vogliamo che la legge sull'aborto venga rispettata e la Ru486 venga utilizzata.

Vogliamo che i medici per fare carriera non si debbano per forza dichiarare anti-abortisti.

L'8 marzo saremo di nuovo nelle strade di Roma, perchè non possono avvenire 4 stupri in 15 giorni, perchè Alemanno, o chi per lui, devono smetterla di fare campagna elettorale sui nostri corpi e sui nostri timori. Saremo in piazza perché non si può essere portate in una caserma per accertamenti ed essere stuprate.

Saremo in piazza in tante e tutte insieme perchè la notte non vogliamo più avere paura quando torniamo a casa da sole.
Saremo in piazza perchè siamo stufe delle Ruby, delle D'Addario, delle Noemi...la nostra vita è così diversa, non sogniamo di fare le letterine, le vallette o andare al grande fratello, i nostri problemi sono altri ed importanti eppure nessuno ne parla.

Il vento di primavera è forte ed arriva direttamente dal sud del Mediterraneo, dove tante donne, tanto diverse da noi sono scese in piazza. Con le loro rivoluzioni nel cuore saremo in piazza l'8 marzo, perchè essere donne non è molto facile, ma forse è molto bello!