Roma: occupata la Piramide dal movimento di lotta per la casa

Contro il divieto a manifestare, contro la legge Lupi, per la libertà degli arrestati

21 / 6 / 2014

"Siamo saliti sulle impalcature della Piramide perché ci è stato negato il diritto di manifestare domani con un corteo contro il piano casa - spiega Luciano Iallongo dei Blocchi precari metropolitani - vogliamo far sentire la nostra voce, anche contro i recenti sgomberi che hanno interessato alcune occupazioni della capitale e gli ultimi arresti".

Il movimento di lotta per il diritto all'abitare, per il diritto al reddito non si arresta nonostante le intimidazioni e la repressione messe in atto da polizia e magistraura contro gli attivisti più in vista, contro gli occupanti delle abitazioni. Un movimento che si è sviluppato e allargato dopo le grandi manifestazioni dell'autunno scorso e di questa primavera, fino a diventare un movimento impetuoso che connota le lotte di molte città e che si esplica con occupazioni di case, con il blocco degli sfratti, con la richiesta di diritti, reddito e dignità per tutti.

Dopo la trasformazione in legge del decreto Lupi l'attenzione e l'obiettivo del movimento sono l'abolizione del divieto di allaccio dei servizi luce acqua e gas oltre che di residenza contenuti in esso.

Da coordinamento.info

Il 21 giugno è stato indetto un corteo cittadino che partirà dalla Piramide, dai movimenti sociali di questa città.

La questura ha vietato lo svolgimento del corteo.
Questa è la ciliegina sulla torta.
Viene dopo che con l'articolo 5 del decreto Lupi si negano i diritti fondamentali a chi si trova in occupazione o senza titolo in un appartamento. Viene dopo i plateali arresti di Luca e di Paolo, ancora costretti ai domiciliari, dopo le centinaia di famiglie sgomberate a suon di manganelli dalla Montagnola e da Torre Spaccata. Alcune di queste famiglie sono da settimane accampate nella basilica si S. Maria Maggiore senza che si trovino per loro soluzioni.

Dopo i proclami di guerra lanciati dalla procura attraverso quotidiani amici.

E tutto questo avviene mentre esiste una delibera regionale che, sulla carta, prevede soluzione per le famiglie in emergenza abitativa attraverso il recupero di immobili sfitti.

Tale delibera attende solo di essere attuata attraverso i necessari passaggi da parte di Comune e Regione, dopo che pochi giorni fa è stata approvata la memoria di giunta comunale che elenca le situazioni di emergenza nella città.

Oggi abbiamo occupato la Piramide Cestia: Esigere la liberazione immediata di Luca e Paolo e degli altri compagni incarcerati solo per aver partecipato alle lotte sociali.

Chiedere la fine dei divieti di manifestare.

Denunciare che è inaccettabile che l'emergenza abitativa venga affrontata solo in termini repressivi, con sgomberi e arresti, perdipiù quando esistono delle soluzioni, sia pur parziali, a portata di mano.

Ribadire la necessità che sia convocato al più presto un tavolo interistituzionale a cui partecipino Comune Regione, Prefettura e Movimenti che attui quanto previsto dalla delibera regionale sull'emergenza abitativa.

Movimenti per il diritto all'abitare

Qui di seguito la cronaca dal manifesto on line.

“Il clima con­tro i movi­menti a Roma è intol­le­ra­bile per que­sto ci siamo nuo­va­mente arram­pi­cati su uno dei sim­boli della città”. Sulle impal­ca­ture della Pira­mide Cestia un gruppo di atti­vi­sti e occu­panti dei movi­menti per il diritto all’abitare. Sotto, in pre­si­dio per­ma­nente, cen­ti­naia di senza casa. L’azione è stata decisa dopo il divieto della Que­stura a sfi­lare domani in cor­teo per le vie del cen­tro da Piramide.

Una deci­sione che i movi­menti per il diritto all’abitare inter­pre­tano come la pro­se­cu­zione della linea dura degli ultimi mesi. Viene dopo l’approvazione del piano Lupi sull’emergenza abitativa che con­tiene all’articolo 5 la norma che nega acqua­luce e gas a chi si trova in occu­pa­zione o senza titolo in un appar­ta­mento. Dopo il pla­teale arre­sto di Paolo Di Vetta, por­ta­voce dei Bloc­chi Pre­cari Metro­li­tani a piazza Mon­te­ci­to­rio al ter­mine di una con­fe­renza stampa, e il suo ritorno ai domi­ci­liari insieme al por­ta­voce del Coor­di­na­mento cit­ta­dino per la lotta della casa Luca Fagiano. E viene dopo lo sgom­bero di cen­ti­naia di fami­glie dalla Mon­ta­gnola e da Torre Spaccata.

I senza casa sgom­be­rati da un edi­fi­cio vuoto a Tor­re­spac­cata sono da ora­mai venti giorni “ospiti” della Basi­lica di Santa Maria Mag­giore. “Siamo abban­do­nati com­ple­ta­mente dalle isti­tu­zioni – spiega uno di loro – L’unica solu­zione che ci è stata pro­po­sta è un capan­none all’ex Fiera di Roma, nean­che un resi­dence! Non andremo con le nostre fami­glie a vivere ammas­sati in un capan­none, que­sto il Sin­daco lo deve sapere”.

“La moti­va­zione uffi­ciale è il con­certo dei Rol­ling Sto­nes e dicono che il divieto è solo per domani – spiega Irene dei Bloc­chi Pre­cari Metro­po­li­tani – ma que­sto si inse­ri­sce in un clima di vera e pro­pria guerra ai movi­menti per la casa dopo l’approvazione del Piano Casa di Renzi”.

Il Comune di Roma sta appro­vando una buona deli­bera in con­tro­ten­denza con il Piano Casa sul riu­ti­lizzo a fini abi­ta­tivi del patri­mo­nio in disuso che fa seguito ad un’iniziativa ana­loga della Regione Lazio – spiega ancora Irene – ma di certo sarà inu­tile se l’atteggiamento della Pro­cura e del Mini­stero degli Interni con­ti­nuano ad essere sgom­beri e la per­se­cu­zione giu­di­zia­ria. Non pos­siamo fare a meno di chie­dere: chi decide in que­sta città? La poli­tica conta ancora qual­cosa nel risol­vere i pro­blemi sociali?”.

Il rife­ri­mento non è solo agli arre­sti o agli sgom­beri già ese­guiti nelle scorse set­ti­mane, ma alle indi­scre­zioni ripor­tate dal quo­ti­diano il Tempo che par­lano del lavoro del pool anti­ter­ro­ri­smo (che evi­den­te­mente ha tra le sue prio­rità le emerge sociali) che avrebbe pre­sen­tato al Pro­cu­ra­tore Pigna­tone 60 fasci­coli riguar­danti occu­pa­zioni abi­ta­tive, per pro­ce­dere con il seque­stro e lo sgom­bero, a ini­ziare dai palazzi di pro­prietà dei privati.

«Invi­tiamo il Que­store e il Pre­fetto ad incon­trare i pro­mo­tori della mani­fe­sta­zione e a con­ce­dere l’autorizzazione allo svol­gi­mento del cor­teo — afferma il capo­gruppo Sel in Cam­pi­do­glio Gian­luca Peciola - In que­sto momento di forte ten­sione sociale porre il divieto di mani­fe­stare è un segnale repres­sivo inac­cet­ta­bile. Biso­gna risco­prire gli stru­menti del dia­logo e della media­zione con i movi­menti. Biso­gna affron­tare l’emergenza abi­ta­tiva a Roma e tro­vare una solu­zione sull’applicazione dell’articolo 5 del decreto Lupi».

La richie­sta dei movi­menti per il diritto all’abitare, oltre alla pos­si­bi­lità di sfi­lare domani in cor­teo, è anche quella dell’apertura di un tavolo inte­ri­sti­tu­zio­nale con Comune, Regione e Pre­fet­tura, per impe­dire l’apertura di una nuova sta­gione di sgom­beri che rischie­rebbe di far esplo­dere una nuova emer­genza sociale in città.