"Siamo saliti sulle impalcature della Piramide perché ci è stato negato il diritto di manifestare domani con un corteo contro il piano casa - spiega Luciano Iallongo dei Blocchi precari metropolitani - vogliamo far sentire la nostra voce, anche contro i recenti sgomberi che hanno interessato alcune occupazioni della capitale e gli ultimi arresti".
Il movimento di lotta per il diritto all'abitare, per il diritto al reddito non si arresta nonostante le intimidazioni e la repressione messe in atto da polizia e magistraura contro gli attivisti più in vista, contro gli occupanti delle abitazioni. Un movimento che si è sviluppato e allargato dopo le grandi manifestazioni dell'autunno scorso e di questa primavera, fino a diventare un movimento impetuoso che connota le lotte di molte città e che si esplica con occupazioni di case, con il blocco degli sfratti, con la richiesta di diritti, reddito e dignità per tutti.
Dopo la trasformazione in legge del decreto Lupi l'attenzione e l'obiettivo del movimento sono l'abolizione del divieto di allaccio dei servizi luce acqua e gas oltre che di residenza contenuti in esso.
Il 21 giugno è stato indetto un corteo cittadino che partirà dalla Piramide, dai movimenti sociali di questa città.
La questura ha vietato lo svolgimento del corteo.
Questa è la ciliegina sulla torta.
Viene
dopo che con l'articolo 5 del decreto Lupi si negano i diritti
fondamentali a chi si trova in occupazione o senza titolo in un
appartamento. Viene dopo i plateali arresti di Luca e di Paolo, ancora
costretti ai domiciliari, dopo le centinaia di famiglie sgomberate a
suon di manganelli dalla Montagnola e da Torre Spaccata. Alcune di
queste famiglie sono da settimane accampate nella basilica si S. Maria
Maggiore senza che si trovino per loro soluzioni.
Dopo i proclami di guerra lanciati dalla procura attraverso quotidiani amici.
E tutto questo avviene mentre esiste una delibera regionale che, sulla carta, prevede soluzione per le famiglie in emergenza abitativa attraverso il recupero di immobili sfitti.
Tale delibera attende solo di essere attuata attraverso i necessari passaggi da parte di Comune e Regione, dopo che pochi giorni fa è stata approvata la memoria di giunta comunale che elenca le situazioni di emergenza nella città.
Oggi abbiamo occupato la Piramide Cestia: Esigere la liberazione immediata di Luca e Paolo e degli altri compagni incarcerati solo per aver partecipato alle lotte sociali.
Chiedere la fine dei divieti di manifestare.
Denunciare che è inaccettabile che l'emergenza abitativa venga affrontata solo in termini repressivi, con sgomberi e arresti, perdipiù quando esistono delle soluzioni, sia pur parziali, a portata di mano.
Ribadire la necessità che sia convocato al più presto un tavolo interistituzionale a cui partecipino Comune Regione, Prefettura e Movimenti che attui quanto previsto dalla delibera regionale sull'emergenza abitativa.
Movimenti per il diritto all'abitare
Qui di seguito la cronaca dal manifesto on line.
“Il clima contro i movimenti a Roma è intollerabile per questo ci siamo nuovamente arrampicati su uno dei simboli della città”. Sulle impalcature della Piramide Cestia un gruppo di attivisti e occupanti dei movimenti per il diritto all’abitare. Sotto, in presidio permanente, centinaia di senza casa. L’azione è stata decisa dopo il divieto della Questura a sfilare domani in corteo per le vie del centro da Piramide.
Una decisione che i movimenti per il diritto all’abitare interpretano come la prosecuzione della linea dura degli ultimi mesi. Viene dopo l’approvazione del piano Lupi sull’emergenza abitativa che contiene all’articolo 5 la norma che nega acqualuce e gas a chi si trova in occupazione o senza titolo in un appartamento. Dopo il plateale arresto di Paolo Di Vetta, portavoce dei Blocchi Precari Metrolitani a piazza Montecitorio al termine di una conferenza stampa, e il suo ritorno ai domiciliari insieme al portavoce del Coordinamento cittadino per la lotta della casa Luca Fagiano. E viene dopo lo sgombero di centinaia di famiglie dalla Montagnola e da Torre Spaccata.
I senza casa sgomberati da un edificio vuoto a Torrespaccata sono da oramai venti giorni “ospiti” della Basilica di Santa Maria Maggiore. “Siamo abbandonati completamente dalle istituzioni – spiega uno di loro – L’unica soluzione che ci è stata proposta è un capannone all’ex Fiera di Roma, neanche un residence! Non andremo con le nostre famiglie a vivere ammassati in un capannone, questo il Sindaco lo deve sapere”.
“La motivazione ufficiale è il concerto dei Rolling Stones e dicono che il divieto è solo per domani – spiega Irene dei Blocchi Precari Metropolitani – ma questo si inserisce in un clima di vera e propria guerra ai movimenti per la casa dopo l’approvazione del Piano Casa di Renzi”.
Il Comune di Roma sta approvando una buona delibera in controtendenza con il Piano Casa sul riutilizzo a fini abitativi del patrimonio in disuso che fa seguito ad un’iniziativa analoga della Regione Lazio – spiega ancora Irene – ma di certo sarà inutile se l’atteggiamento della Procura e del Ministero degli Interni continuano ad essere sgomberi e la persecuzione giudiziaria. Non possiamo fare a meno di chiedere: chi decide in questa città? La politica conta ancora qualcosa nel risolvere i problemi sociali?”.
Il riferimento non è solo agli arresti o agli sgomberi già eseguiti nelle scorse settimane, ma alle indiscrezioni riportate dal quotidiano il Tempo che parlano del lavoro del pool antiterrorismo (che evidentemente ha tra le sue priorità le emerge sociali) che avrebbe presentato al Procuratore Pignatone 60 fascicoli riguardanti occupazioni abitative, per procedere con il sequestro e lo sgombero, a iniziare dai palazzi di proprietà dei privati.
«Invitiamo il Questore e il Prefetto ad incontrare i promotori della manifestazione e a concedere l’autorizzazione allo svolgimento del corteo — afferma il capogruppo Sel in Campidoglio Gianluca Peciola - In questo momento di forte tensione sociale porre il divieto di manifestare è un segnale repressivo inaccettabile. Bisogna riscoprire gli strumenti del dialogo e della mediazione con i movimenti. Bisogna affrontare l’emergenza abitativa a Roma e trovare una soluzione sull’applicazione dell’articolo 5 del decreto Lupi».
La richiesta dei movimenti per il diritto all’abitare, oltre alla possibilità di sfilare domani in corteo, è anche quella dell’apertura di un tavolo interistituzionale con Comune, Regione e Prefettura, per impedire l’apertura di una nuova stagione di sgomberi che rischierebbe di far esplodere una nuova emergenza sociale in città.