Corteo cittadino dopo lo sgombero

Roma non si chiude

Vogliono fare un deserto e lo chiamano città

8 / 9 / 2009

A Roma e in tutto il paese, l´autunno caldo è già iniziato. Nella capitale,
pochi giorni fa, una vera e propria operazione di guerra ha portato alla
deportazione in strutture fatiscenti (residence-lager) di centinaia di famiglie
e singoli senza casa che avevano trovato un tetto nel complesso del Regina
Elena. Questo sgombero rompe la tregua promessa da comune e prefettura e
sancisce la fine di uno spazio politico di contrattazione sociale sulla prima
emergenza della città: la precarietà abitativa. Una precarietà che coinvolge
migliaia di persone, famiglie, studenti, lavoratori, giovani e migranti che non
ce la fanno più a pagare affitti e mutui da usura, senza alcuna tutela e
possibilità di accedere a una casa popolare. Governo e Campidoglio hanno deciso
di guardare soltanto agli interessi della speculazione e della rendita.

Licenziamenti, precarizzazione, sgomberi di case occupate, violazione dei
diritti fondamentali delle persone. L´attacco ai diritti e alle libertà sembra
l´unica strategia del potere per affrontare una crisi sociale ed economica
senza precedenti. Il climadi paura e insicurezza genera i mostri del razzismo e
della violenza contro le libertà di tutti; ne sono feroce dimostrazione gli
ultimi episodi di aggressioni contro
omosessuali, donne e migranti. Per non parlare dell´ultima vergogna del
sindaco Alemanno, che ha dato il via libera alla nomina di un nazista al
vertice dell´Ama. I movimenti per il diritto all´abitare hanno risposto con una
mobilitazione permanente, attraverso l´occupazione a oltranza dei tetti dei
Musei Capitolini e con un presidio nel cuore della città, a piazza Venezia,
rilanciando una campagna contro gli
sfratti e per il diritto alla casa. Ma la lotta per il diritto alla casa si
deve connettere con le battaglie per i diritti e la libertà che stanno
attraversando la nostra città: i precari della scuola, i vigilantes in sciopero
della fame, i lavoratori dello spettacolo in lotta contro i tagli alla cultura,
la comunità gay che si mobilita contro le aggressioni fasciste, gli studenti
che riprendono le mobilitazioni contro la riforma Gelmini.

Pensiamo sia giunto il momento di unire la forza di queste battaglie in una
grande mobilitazione cittadina che sappia coinvolgere tutti coloro che non
vogliono pagare i costi della crisi. Per affermare un´altra idea di città, la
città dei diritti, della libertà, della solidarietà e dell´accoglienza, per
respingere le politiche poliziesche del "pacchetto sicurezza".

La crisi è vostra, noi non la paghiamo!

Corteo cittadino - 11.09, ore 17 - P. Esquilino

Promuovono:
Action, Asia- Rdb, Blocchi precari metropolitani, Comitato obiettivo casa,
Coordinamento cittadino di lotta per la casa

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