Roma - Dalle scuole e dall’università verso il 24 Novembre

22 / 11 / 2012

Ha ragione il ministro Cancellieri…l’Italia bolle. Le 50mila persone che il 14 Novembre hanno invaso Roma, le 87 città mobilitate in tutta Italia, le centinaia di scuole e facoltà occupate ce lo confermano. È evidente che questo movimento così forte non è tollerabile per chi ha bisogno di un paese pacificato e sempre più sottomesso agli interessi dei mercati e di fatto oscurato da ben poco entusiasmanti teatrini mediatici su primarie e tatticismi dei partiti del governo Monti.

Le cariche, i pestaggi gratuiti, i caroselli dei blindati, la caccia all’uomo nel centro di Roma, gli arresti ed i lacrimogeni che “rimbalzano” sul Ministero della Giustizia sono la prova del fatto che chi governa questo paese e l’Europa ha paura di quello che il 14N ha rappresentato, ha paura dell’unità delle lotte di studenti medi, universitari e docenti, ha paura della nostra capacità di irrompere sulla scena pubblica in sintonia con gli altri paesi europei, della nostra forza nel riappropriarci di uno sciopero altrimenti inefficace.

Chi ci governa ha paura della nostra capacità di coinvolgere, di allargare le nostre mobilitazioni, di parlare con un linguaggio collettivo e conflittuale che indichi un’altra uscita dalla crisi, un diverso modello economico-sociale e un diverso mondo della formazione. Noi, al contrario, paura non ne abbiamo e lo dimostriamo quotidianamente.

I lavoratori e lavoratrici della scuola, insegnanti di ruolo e precari sono ormai stanchi dei continui tagli alla scuola pubblica perpetrati da questo governo e da quelli che lo hanno preceduto. Questa devastazione della scuola statale sta distruggendo vecchie e nuove generazioni. Gli insegnanti di ruolo saranno sempre di meno e sempre più vecchi e lavoreranno sempre di più e i precari verranno definitivamente licenziati, alle nuove generazioni verrà negato qualsiasi accesso al mondo della scuola e agli studenti verrà negato di fatto il diritto allo studio. La classe dirigente mira infatti al superamento della scuola statale uguale per tutti e, attraverso il finanziamento delle scuole private, al ritorno di una scuola classista.

Il movimento studentesco che in queste settimane ha occupato decine di scuole per opporsi al ddl 953 (ex Aprea), disegno di legge che mira a privatizzare le scuole e che è in continuità con il processo di privatizzazione delle università degli ultimi anni, parla di questo. Riprendendoci le strade, occupando e autogestendo scuole e facoltà, riscopriamo una nuova socialità che passa per la condivisione, la costruzione di un nuovo sistema di relazioni, di una gestione collettiva di spazi, tempi, saperi.

Crediamo che da tutto ciò dobbiamo ripartire per dare una risposta pubblica, di massa ed antifascista nella giornata del 24 Novembre, nella giornata dello sciopero del mondo della formazione.

Vogliamo tornare in piazza a decine di migliaia, bloccare nuovamente questa città. Vogliamo tornarci insieme:  medi, universitari e lavoratori della scuola. Noi, gli studenti, torneremo in piazza con i book block, che aprono da anni i nostri cortei, una pratica radicale quanto partecipata, uno strumento con cui abbiamo difeso i nostri corpi e più volte provato a violare insensate zone rosse. In piazza porteremo anche i caschi, avendo sperimentato sulla nostra pelle la violenza ingiustificata delle forze dell’ordine, in solidarietà con coloro che il 14 sono stati additati come criminali, picchiati, denunciati, incarcerati, per affermare che non esistono buoni e cattivi, ma un movimento studentesco unito forte e compatto.

Studenti medi e universitari, lavoratori della scuola invitano a partecipare al corteo tutti coloro che, anche se non facenti parte del mondo della formazione, oggi pagano la crisi e si vedono negato il diritto al dissenso, in quanto crediamo in un cambiamento che vada al di la delle scuole e delle università. Ci muoveremo nei nostri territori, nei luoghi dove sono le nostre scuole occupate e nelle strade che viviamo e animiamo quotidianamente, partendo da Piramide percorreremo le strade del centro, saremo imprevedibili nell’attraversare la città e porteremo in piazza le pratiche che appartengono al movimento studentesco: arrivare ai palazzi del potere, occupare luoghi significativi, segnalare le banche in quanto responsabili della crisi, bloccare la città.

Invitiamo tutti e tutte a mobilitarsi in questa giornata, moltiplicando le iniziative nei territori.

Il 24 Novembre torniamo a bloccare questo paese!

MA QUALE CRISI? MA QUALE AUSTERITA’? CI RIPRENDIAMO TUTTO, INVADIAMO LA CITTA’!

Student* e lavoratori/trici di scuole e università