Chi li paga i danni di Roma? E quelli della Crisi?

Roma 15.10.11: E i danni chi li paga?

di Paolo Samuel Gazzola

Utente: Zugzwang
18 / 10 / 2011

Eccoveli i vostri teppisti

Domenica mattina dovevo ancora buttare a lavare i vestiti che ancora puzzavano di lacrimogeni, sudore e pollo alle erbe (e di questo ancora non me ne capacito) che già su facebook i miei amici di su partivano col loro leit-motiv post manifestazione:
"E des chi paga?" E adesso chi paga?

Domanda lecita, ovvio. Con risposta altrettanto ovvia. Ma che mi ha dato da pensare a un particolare...
Sabato io e altre centinaia di migliaia di persone si è andati a Roma, affrontando ore di viaggio con orari improponibili, per urlare la nostra rabbia, reclamare diritti e valori fondamentali come giustizia, lavoro, uguaglianza, rispetto per l'essere umano, diritto alla casa, alla salute, all'istruzione, alla famiglia, alla sicurezza, libertà di scelta in religione e orientamento sessuale, e molto altro. Robetta da niente, no?
Roba che ti chiedi se veramente ha senso che in un Paese civile uno debba scendere in piazza per reclamare cose ovvie come l'istruzione pubblica.

Ma non siamo in un Paese civile e quindi siamo andati a Roma a chiederle. A nome nome nostro e di tutta una nazione. A nome anche di tutti i parolai che "privato è bello" ma che mandano i figli alla pubblica con mezzi pubblici e li fanno curare da dottori del servizio pubblico.
Siamo arrivati a Roma e... beh... sapete tutti com'è andata. Per me è stata comunque un successo, ho visto tante realtà che voglia di cambiare ne hanno da vendere, gente di tutte le età e condizioni sociali che era li a urlare "BASTA!" con le lacrime agli occhi.

E il giorno dopo? Il giorno dopo l'unica cosa che contano sono i danni fatti da qualche centinaio di violenti. Siamo andati a Roma per urlare contro quell'1percento che domina il mondo, e siamo stati oscurati da quell'1permille che ha devastato la città. Mah.
Però la domanda resta: Chi paga i danni?
E la risposta non è "noi", "voi", "cazzi suoi". Non è una gara di scaricabarile e responsabilità... La risposta è un'altra domanda: "e i danni causati da questa crisi chi li paga?"
Perchè è questo l'aspetto di cui molti non se ne sono accorti... Poche migliaia di individui hanno messo in ginocchio l'economia mondiale per aggiungere una fantastiliardo alla loro pila di fantastiliardi, portando alla morte decine di migliaia di persone, peggiorando su molti livelli quella di decine di milioni di altri, senza che nessuno dicesse nulla... a parte chi sabato ha manifestato in tutto il mondo, ovviamente.

Ma gli altri no. Indignati per le macchine bruciate e per i sampietrini che volano, ma non per gli squali della finanza che hanno ucciso deliberatamente migliaia di esseri umani causando una crisi economica globale.
Chi la paga questa crisi? Noi. Noi ci becchiamo l'austerity, noi ci becchiamo i tagli, noi ci becchiamo il rigore, noi ci becchiamo tutte quelle porcherie e la finanza creative e gli orrori economici.
Noi.

Ma i danni a Roma quelli no, quelli li devono pagare i manifestanti, gente che ha reclamato i propri diritti e che è stata oscurata da pochi violenti; persone che non han più nulla da perdere che ci provano comunque a cambiare le cose; cittadini che ormai stan per terra perché non han più niente se non la dignità... tutti colpevolizzati, come se fosse colpa loro se le cose son finite così, come se reclamare i propri diritti fosse sbagliato.
Come se la vetrina di una banca distrutta fosse peggio di una famiglia italiana che ha lavorato per 40 anni ed è finita in mezzo alla strada perché in america qualcuno non è riuscito a pagare il mutuo.

"Noi la crisi non la paghiamo" è uno slogan stupendo, verissimo, il cui valore e significato non va mai dimenticato. Solo che la crisi la stiamo pagando, e senza sconti, e al posto di qualcun altro.
E non ho intenzione di pagare i conti di Roma al posto di qualcun altro.

Tratto da:

15.10.11 - #United for Global Change