"Rise or die": la crisi climatica sotto i riflettori della Mostra del Cinema di Venezia

La polizia carica con cariche e idranti i duemila manifestanti, a pochi metri dall'ingresso della Mostra del Cinema

10 / 9 / 2022

Duemila persone si sono ritrovate in Piazzale Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia per prendere parte alla Marcia per la Giustizia Climatica e Sociale, che aveva un obiettivo dichiarato da tempo: portare sotto i riflettori della Mostra del Cinema, giunta oggi al suo ultimo giorno, la necessità di un cambiamento radicale che inverta realmente il corso della crisi ecologica. In altre parole: ripristinare uno stato di salute dell’ambiente che elimini alla radice le cause del surriscaldamento globale.

La Marcia, dopo aver percorso il Gran Viale, è stata bloccata da un ingente schieramento della polizia a pochi metri dall’ingrasso della Mostra. Ci sono stati scontri, con numerosi getti di idranti e manganellate, ma i manifestanti hanno resistito in maniera compatta. Ci sono stati alcuni contusi.

Il corteo di oggi è stato estremamente composito: c’erano le centinaia di persone giunte dal Climate Camp, che dal 7 settembre sta dando voce e corpo al movimento climatico internazionale, ma anche da moltissime parti d’Italia. C’erano i comitati ambientali, i lavoratori e le lavoratrici di Gkn, artisti, collettivi studenteschi e cospicue delegazioni di Fridays for Future e di sindacati di base.

Il “benvenuto” è stato dato da due attivisti di Rise Up 4 Climate Justice, che hanno spiegato le ragioni della manifestazione, soffermandosi sulla necessità politica di connettere le tante lotte e resistenze che sul piano globale stanno rivendicando giustizia climatica e sociale.

Interviene Dario Salvetti del Collettivo di Fabbrica GKN, sulla convergenza delle lotte e l'importanza di essere in piazza oggi. Racconta che la fabbrica potrà ripartire solo con 50 milioni di investimento pubblico, secondo la dinamica della privatizzazione dei profitti. Dario racconta come si sono dichiarati una fabbrica pubblica, con l'impegno di recuperare posti di lavoro e soprattutto diritti. Per questo sono qui oggi, per continuare a creare quella comunità insieme ai movimenti climatici, transfemministi, decoloniali e sociali, per riprendersi la fabbrica, e contro le delocalizzazioni. Non c'è tempo, e questa urgenza non è una condizione specifica della fabbrica di GKN ma è una condizione di tutto il pianeta. La giustizia climatica è giustizia sociale, i diritti sociali si difendono con i diritti civili. Dario termina lanciando altre date di convergenza; il 23 settembre per il Global Strike di Fridays For Future e il 22 ottobre a Bologna.

Tra gli attivisti internazionali, interviene Juan Pablo, attivista colombiano porta la sua esperienza dal sud globale: “la crisi climatica è una crisi coloniale, di un sistema che ha distrutto la terra per garantire i profitti al nord globale. È una crisi politica, dovuta all'incapacità di governare per la vita e per la nuova generazione”. Hector della campagna di solidarietà con il popolo Sahrawi ha denunciato il ruolo di ENEL nell'estrattivismo coloniale nei territori occupati del Sahara Occidentale, dicendo che sono queste le occasioni per rompere il muro del silenzio.

Sergio Zulian dell'ADL Cobas dichiara che la sigla sindacale è presente perché lo sfruttamento del lavoro e la devastazione ambientale sono parte dello stesso sistema, come dimostra il caso della precarietà lavorativa e il degrado ambientale prodotti dal turismo di massa a Venezia. Organizziamoci nei nostri luoghi di lavoro e territori per convergere nell'autunno di lotte che viene.

Anna del Coordinamento Studenti Medi del Nord-Est, che ha partecipato alla costruzione del Venice Climate Camp. Per gli studenti e le studentesse è stato un anno complesso, che ha visto la morte di Lorenzo e Giuseppe a causa dell'alternanza scuola lavoro, in questo sistema malato che mette il lavoro e il profitto davanti a tutto, soprattutto davanti all’istruzione e al sapere ed è lo stesso sistema che sta devastando la natura.

Durante la Marcia, alcune persone hanno messo in scena una performance, elaborata insieme al performer Andreco durante le giornate di Camp. Rappresenta un Super Simbionte, un essere multiforme, visionario e indefinibile, realizzato attraverso la sovrapposizione di visioni artistiche, ecologiche, scientifiche e politiche. Vengono così creati nuovi immaginari per la giustizia climatica e sociale. Con teli blu sono state rappresentate le onde con l'accompagnamento dei tamburi, per poi sfilare e confluire lungo il corteo con una coreografia, come un corpo eterogeneo e collettivo.

Climate March Lido Venezia

La manifestazione di oggi segna un avanzamento importante per i movimenti climatici e sociali. Innanzitutto perché quanto accaduto l’estate che volge al termine - non solo la siccità e gli eventi meteorologici cosiddetti “estremi” che ormai rappresentano la normalità, ma anche una crisi energetica che combina la scarsità delle risorse con una bolla finanziaria speculativa mai vista prima - necessitano di risposte determinate e radicali. “Rise or die” era uno dei claim portati in piazza oggi, a testimonianza del fatto che guardare impassibili la catastrofe climatica abbattersi sul mondo non è un’opzione storica praticabile. In secondo luogo, la composizione di piazza di oggi guarda alla convergenza delle lotte come unica ipotesi strategica per i movimenti. Le lotte contro la nocività del capitalismo industriale devono combinarsi con la richiesta di reddito universale. L’uscita immediata dal modello energetico fossile non può prescindere dalla democratizzazione dell’accesso alle risorse e dalla creazione di comunità energetiche. Le battaglie per la salvaguardia dei territori devono andare a braccetto con quelle per la creazione di un nuovo Welfare, accessibile a tutti e tutte. L’approccio decoloniale e tranfemminista non può prescindere da una battaglia collettiva che ponga al centro le questioni di classe, specie in una fase storica che sarà sempre più segnata dall’’impoverimento di massa.

Questa è la strada tracciata oggi da una manifestazione che può aprire uno spazio politico interessante per i mesi a venire.

Climate March Lido Venezia