Ripartono le trivelle: ok dal governo Draghi

I comunicati della Campagna 'Per il clima, fuori dal fossile', del Forum dei Movimenti per l'Acqua Abruzzo e di Trivelle Zero Marche.

10 / 4 / 2021

Draghi e Cingolani: transizione a tutto gas

Tra i primi provvedimenti favorevoli del Ministero presieduto dall'ex responsabile innovazione di Leonardo Spa, ben 11 nuovi pozzi per l'estrazione di gas e di greggio in mare e in terraferma. Dura presa di posizione della Campagna per il Clima Fuori dal Fossile: "altro che transizione ecologica, il nuovo Ministro Cingolani getta subito la maschera e fa intravedere cosa intende il governo Draghi per svolta "green": avanti tutta con il "fossile". Un regalo alle grandi compagnie estrattive, come ENI, che mina alla base le politiche di riduzione dei gas climalteranti.

La Campagna per il Clima Fuori dal Fossile, a cui aderiscono oltre 60 comitati e associazioni che in tutta la penisola si battono contro trivelle, gasdotti, centrali termoelettriche, interviene in modo deciso sulle prime mosse del Ministero della Transizione Ecologica. Si tratta dei provvedimenti favorevoli di compatibilità ambientale (VIA) per 11 nuovi pozzi di estrazione di idrocarburi sparsi tra terra e mare in Veneto, Emilia-Romagna, Marche , Abruzzo e Sicilia.

Alcuni di questi progetti, 7 per la precisione, erano stati presentati da molto tempo da Eni (3), Po Valley Operations PTY Ldt (2) e SIAM Srl (2); l'iter di approvazione era stato bloccato proprio dal Ministero dell'Ambiente, fino all'arrivo di Cingolani che dato semaforo verde. Tra l'altro questa accelerazione avviene in momento in cui è in fase di rinnovo il PITESAI, il Piano per la Transizione Ecologica e Sostenibile che dovrebbe ridefinire il quadro di riferimento e le aree del territorio nazionale in cui sono consentite o meno le attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi.

"Il Governo Draghi getta la maschera ancora prima di averla indossata - attaccano i comitati della campagna Per Il Clima Fuori dal Fossile - perchè con questi provvedimenti si comincia a dare il via libera alla falsa transizione energetica, quella che assumendo il metano come fonte energetica primaria, abbinato magari all'idrogeno come vettore e ai pozzi di stoccaggio di CO2 (come il progetto CCS di ENI a Ravenna), mira a mantenere in piedi le filiere di estrazione dei combustibili fossili e con esse a salvaguardare monopoli e profitti delle grandi compagnie come ENI e SNAM. Stiamo attraversando una crisi ecologica e climatica gravissima, che provoca disastri continui, ne è un esempio la pandemia in corso. Eppure si continua imperterriti con scelte politiche e industriali scellerate, che minano alla base la possibilità concreta di raggiungere gli obiettivi di riduzione drastica delle emissioni climalteranti indicati dall'IPCC come una priorità urgente e necessaria".

Per i comitati "climatici" il problema è molto chiaro: non si tratta solo dei rischi e delle criticità insiti in ogni singolo impianto estrattivo, ma soprattutto del fatto che il metano, apparentemente più "pulito", rappresenta in realtà una minaccia per il clima tanto quanto il carbone: molti studi scientifici dimostrano infatti in modo inequivocabile come l'estrazione, il trasporto, e lo stoccaggio di gas naturale sono soggetti ad enormi perdite fuggitive, e il gas tal quale emesso in atmosfera provoca un effetto serra molto più potente e duraturo della CO2.

"Tra pochi giorni il Governo si appresta a trasmettere il Recovery Plan in Europa, senza che ci sia stato il ben che minimo coinvolgimento dei territori e degli Enti Locali, nè un dibattito pubblico in Parlamento. - proseguono i comitati della Campagna - Si tratta di decine di miliardi di euro pubblici di cui non si sa nulla su come il Governo intende spenderli. Dovrebbero essere impiegati prioritariamente per la transizione ecologica quella vera, per la sanità, l'istruzione, il welfare. Invece, proprio da queste scelte, si capisce come il nuovo Ministero presieduto dall'ex responsabile innovazione di Leonardo Spa avrà la funzione di sottomettere definitivamente la tutela dell'ambiente allo "sviluppo economico", secondo quel modello "fossile" che ha generato la crisi e che è funzionale all'accumulazione di enormi profitti da parte della finanza e delle grandi multinazionali. Sappiano Draghi e Cingolani che i comitati e i movimenti sono pronti a dare battaglia in ogni territorio".

Campagna nazionale Per il clima fuori dal fossile

- Comunicato stampa del 09 aprile 2021

Ripartono le trivelle, il Ministro Cingolani battezza a idrocarburi il neo Ministero della Transizione Ecologica.

*Tra i primi provvedimenti OK a V.I.A. per ben 11 nuovi pozzi, uno anche esplorativo, nel mare Adriatico (tra Veneto e Abruzzo), nel canale di Sicilia e, a terra, in Emilia Romagna.

*Approvati in tutto 7 progetti fossili alla faccia dei cambiamenti climatici. I petrolieri possono brindare.

*Forum H2O: a questo punto sarebbe meglio chiamarlo Ministero della Finzione Ecologica.

Il Ministro della Transizione Ecologica (sic!) Cingolani ingrana la marcia, però all'indietro, puntando sul passato e cioè sulle fossili approvando la Valutazione di Impatto Ambientale per ben 11 nuovi pozzi per idrocarburi, di cui uno anche esplorativo.

Il tutto nel mare Adriatico (tra Veneto e Abruzzo), nel canale di Sicilia e, a terra, in Emilia Romagna in provincia di Modena. Inoltre, sempre in Emilia, questa volta in provincia di Bologna, ha approvato anche l'avvio della produzione di un pozzo già esistente a metano.

Insomma, visti i primi atti ci verrebbe la voglia di battezzarlo noi, però come Ministero della Finzione Ecologica.

Sono ben 7 interventi presentati negli anni scorsi dai petrolieri delle società Eni (3), Po Valley Operations PTY Ldt (2) e SIAM Srl (2). Progetti che per anni - anche dal 2014 - erano rimasti fermi al Ministero,e che il neoministro Cingolani ha prontamente resuscitato invece di mettere la parola fine in generale ai nuovi progetti fossili.

Oltre ai rischi e alle criticità insiti in ogni singolo progetto, per incidenti (recentemente in Croazia una piattaforma si è inabissata per il maltempo, per dire), perdite, scarichi la cosa grave è che ci si allontana sempre di più dagli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi sul clima che poi a chiacchiere tutti dicono di voler rispettare.

Questi progetti aumentano anche la pressione antropica su mari che sono ecosistemi sempre più fragili e che stanno già soffrendo pesantemente come l'Adriatico, come testimoniano tutti gli studi della stessa Commissione Europea.

Per Cingolani e il Governo Draghi evidentemente l'emergenza non è quella climatica ma quella di premiare i progetti dei petrolieri. D'altro lato in un'intervista al sito ENI un paio di anni fa quando ancora non era ministro Cingolani aveva affermato che il metano sarebbe stata la fonte per "transizione" energetica. Ignorando, evidentemente, le numerose ricerche pubblicate sulle migliori riviste scientifiche che dimostrano che a)il metano è un pericoloso gas-serra (84 volte più clima-alterante della CO2 nel breve periodo e decine di volte nel lungo) quando emesso tal quale; b)che nella filiera estrazione-trasporto-stoccaggio e distribuzione le perdite dirette di questo gas sono molto superiori a quanto dichiarato perdendo così ogni vantaggio rispetto a petrolio e carbone.

Auspichiamo che questi interventi siano fermati nel prosieguo dell'iter di approvazione, anche se la strada si fa in salita. Bisogna però tentarle tutte per abbandonare quanto prima le fossili. Purtroppo le concessioni di coltivazione già rilasciate non rientravano nella moratoria in attesa della pianificazione ma quest'ultima avrebbe comunque dovuto identificare anche quelle concessioni già esistenti da non rinnovare interrompendo così nuove azioni in quei siti. Così, quindi, si vanifica in partenza una parte di questa programmazione mettendo tutti davanti al fatto compiuto. Inoltre per il caso siciliano, il pozzo Lince 1, si tratta di un pozzo in un permesso di ricerca e quindi ci si chiede come sia stato possibile dare parere favorevole (peraltro il permesso è in parte pure nelle 12 miglia dove comunque qualsiasi attività futura di estrazione sarebbe vietata).

Qui di seguito tutti i progetti con pareri VIA favorevoli firmati dal Ministro Cingolani.

Adriatico

1 nuovo pozzo Calipso 5dir, di fronte ad Ancona. Proponente: ENI https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/6880

2 nuovi pozzi concessione Teodorico di fronte al delta del Po tra Veneto ed Emilia Romagna. Proponente: Po Valley Operations PTY Ltd https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1654

1 nuovo pozzo Donata 1dir tra Abruzzo e Marche, di fronte a S. Benedetto del Tronto. Proponente: Eni https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1773

Canale di Sicilia

1 nuovo pozzo Lince 1 nel permesso di ricerca G.R13.AG di fronte Licata. Proponente Eni https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1414

Terraferma

3 pozzi in Provincia di Modena, concessione Vetta. Proponente: SIAM srl https://va.minambiente.it/.../DettaglioUltimiProvved.../2491

3 pozzi in Provincia di Modena, concessione Barigazzo. Proponente: SIAM srl https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1622

Provincia di Bologna, messa in produzione del pozzo Podere Maiara1dir. Proponente: Po Valley Operations PTY Ltd https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/7066

FORUM H2O

La grande truffa della transizione ecologica di Draghi & company

È di recente approvazione da parte del Ministero della transizione ecologica di Cingolani una decina di procedimenti di Via riguardanti nuove perforazioni e trivellazioni in tutto l’Adriatico dal Veneto all’Emilia Romagna fino alle Marche e all’Abruzzo, altre in Sicilia altre ancora a terra nel centro Italia.

Tra queste si acconsente anche alla perforazione di un nuovo pozzo Calipso 5 Dir in una delle maggiori piattaforme Eni a largo dell’Adriatico tra Falconara ed Ancona, area già cronicamente devastata in terra e a mare.

Tutto questo in barba alla presunta moratoria dei procedimenti sospesi in attesa dell’adozione del Pitesai, argomento la cui discussione e’ ancora ferma e bloccata sia col precedente governo Conte che con l’attuale Draghi. La moratoria varrebbe pare solo per le concessioni in nuove coltivazioni e non in quelle già esistenti, come quella dell’Eni a Falconara. Quindi nel continuo procrastinare l’adozione del piano Pitesai in tempi indefiniti si può continuare e anzi aumentare l’estrattivismo e l’inquinamento proprio laddove da subito si dovrebbe ridurre e riconvertire.

Il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) dovrebbe essere lo strumento normativo finalizzato alla definizione del quadro di riferimento, condiviso con le Regioni, le Province e gli Enti locali, per l’individuazione programmatica delle aree dove potrebbero essere consentite oppure no le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale.

Il Piano intenderebbe valorizzare criteri quali la sostenibilità ambientale e socio-economica delle diverse aree, marine e a terra, per ridurre ed annullare gli impatti derivanti dalle attività di esplorazione, perforazione ed estrazione e per accompagnare il processo di decarbonizzazione.

L’adozione del Piano semplificherebbe, inoltre, l’individuazione delle aree ritenute idonee o meno per lo svolgimento delle attività da parte degli operatori di settore.

In termini di legge, il PiTESAI avrebbe dovuto essere approvato, con decreto del Ministro dello sviluppo economico (MISE), di concerto con il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, entro il 12 Febbraio 2021. Successivamente con il nuovo governo il termine e’ stato spostato al settembre 2021, ma il grande spettacolo dello sfruttamento dell’ecosistema deve andare avanti...

Trivelle Zero Marche