Rimini - Un agire costituente per fermare il TRC

5 / 11 / 2011

Leggiamo con sconcerto sulla stampa locale che si è riunito Comitato di Coordinamento del TRC (Am, Comuni, Provincia) con la chiara volontà di continuare a sostenere la necessità della realizzazione del Trc come opera strategica per la mobilità del nostro territorio.

Nonostante le numerose defezioni degli ultimi giorni e la contrarietà espressa all'interno del Pd di Riccione (partito di maggioranza nelle stragrandi amministrazioni locali) ed anche di altre città della provincia, nonostante siano numerosi gli studi che confermano l'insostenibilità dell'opera non solo da un punto di vista ambientale ma anche e soprattutto economico, i principati che amministrano i nostri territori sembrano volersi allineare a quelle strategie politiche/finanziarie assunte dalle lettere della Bce e del governo italiano. Bisogna tagliare sulla spesa pubblica, liberalizzare i servizi in altre parole privatizzare a scapito dei cittadini e dei beni comuni.

I tagli del 75% al TPL contenuti nella manovra agostana impatteranno notevolmente sul diritto alla mobilità nella direzione - di fatto già in corso - di arrivare alla privatizzazione del servizio stesso, attraverso l'individuazione di partner privati ai quali saranno appaltati i servizi di trasporto non remunerativi. In questo senso la creazione di aree territoriali e i disservizi del trasporto nel forense sono già un segnale esplicativo. Vogliamo fare un es.: se sono di S.Clemente non solo ci sono pochissimi autobus di linea, ulteriormente ridotti con il nuovo piano, ma devo fare abbonamenti diversi se ad es. studio o lavoro a Rimini; peraltro se da S.Clemente devo andare a Rimini, sono obbligato ad andare a Riccione e poi a Rimini perché non c'è una linea diretta che collega il Comune di S.Clemente con il capoluogo di Provincia, poi ci lamentiamo se ci sono file e code che intasano statale e incroci limitrofi.

Pertanto riteniamo che il Trc si inscriva pienamente all'interno di un percorso – già in atto - di privatizzazione del TPL, per cui mentre il trasporto cittadino nel centro storico rimarrà servito dall'AM, quello forense è destinato ad essere appaltato ai privati naturalmente a danno dei cittadini. I tagli del governo, inoltre, impatteranno in maniera evidente anche sui fondi del CIPE resi disponibili per la realizzazione del TRC e l'aumento del costo dell'opera da 93milioni di euro a 102 milioni, come reso noto dal Comitato di Coordinamento del TRC, graveranno ulteriormente sulle casse comunali e dreneranno fondi ai Comuni della Provincia che potrebbero essere destinati ad altri servizi ben più importanti a favore dei cittadini colpiti già duramente dalla crisi.

Pertanto i principati che tanto si lamentano rispetto alle politiche governative messe in campo a seguito delle richieste delle oligarchie e della governance finanziaria sono in EVIDENTE contraddizione perché sul piano della gestione territoriale si allineano alle stesse logiche che soggiacciano al saccheggio dei nostri territori, delle nostre vite, dei nostri diritti, continuando a sostenere un'opera inutile che non migliorerà il trasporto locale, non ridurrà le emissioni tossiche, non risponderà alle esigenze dei cittadini e del distretto turistico.

Vie alternative esistono, potenziando la linea 11 e rafforzando il trasporto ferroviario, così come altre pratiche di mobilità sostenibile come il bike e il car sharing.

In tutto il mondo sta crescendo un movimento che vuole costruire un'alternativa a questo sistema, in Italia e a Rimini anche. Dobbiamo riprenderci in mano il nostro futuro, costruire un'alternativa reale a Berlusconi e al Berlusconismo che è presente nelle pratiche della classe politica e dirigente del centro sinistra riminese, perché il nostro futuro di tutti e tutte noi è una cosa seria, riguarda le vite di migliaia di cittadini e cittadine che abitano in questo territorio.

Per farlo dobbiamo uscire dalla mera rivendicazione e vertenzialità, essere fondativi e costituenti di nuovi percorsi, come quel processo virtuoso in cui il movimento per l'acqua bene comune ha portato 27milioni di italiani al voto referendario all'interno di un percorso che non afferma solo la contrarietà alla svendita e privatizzazione dei beni comuni, ma in cui ha fissato “i principi generali, ha fornito soluzioni tecniche, ha configurato lo status giuridico, ha proposto i modelli gestionari, ha prodotto una cultura. In sostanza il movimento ha sviluppato un agire costituente e con questa dimensione oggi più che mai è chiamato a fare i conti”. Anche per il Trc, che sarà uno dei temi centrali del corteo di “Rimini per l'alternativa” di Venerdì 11 novembre, in occasione della giornata di mobilitazione globale lanciata da OccupyWallStreet.

Collettivo studenti Rimini – Lab.Paz Project Rimini