Domenica 9 maggio dalle ore 17 @Vecchia Pescheria (P.zza Cavour)

Rimini - Presidio pubblico: Sanatoria 2009. Siamo stati tutti truffati!

Migranti e italiani insieme contro l’illegalità forzata e lo sfruttamento

4 / 5 / 2010

hSanatoria 2009. Siamo stati tutti truffati!

Sono state circa 300.000 le domande di emersione per lavoratori/trici migranti presentate allo scadere del 30 settembre 2009.

Rimini è la 34° provincia in Italia per numero di domande presentate, in totale 1912 giunte al termine della procedura di emersione da lavoro irregolare per colf e badanti, erroneamente chiamata sanatoria, quando in realtà, per come stanno andando le cose, rappresenta più un autodenuncia collettiva o meglio un’istigazione alla condizione di illegalità forzata.

A queste 1912 persone si aggiungono una cinquantina di migranti senegalesi, cittadini riminesi da più di 5 anni, truffati da un italiano che si è arricchito fingendosi di poter presentare le domande di emersione tramite un’agenzia e facendosi pagare per ogni pratica dagli 800 ai 2.000 €..       

Le domande però non sono mai state presentate. Provate a pensare quanti guadagni ha fatto questo truffatore, provate a pensare quanti altri episodi saranno accaduti a Rimini come altrove.

Ma andiamo con ordine…

È di un mese fa circa la circolare del capo della Polizia Manganelli secondo la quale non può essere concesso il nulla osta alla regolarizzazione a colf e badanti condannati per il reato di cui all’art. 14, comma 5 ter, che punisce con la reclusione da uno a quattro anni lo straniero che, senza giustificato motivo, permane illegalmente nel territorio dello Stato in violazione dell’ordine del questore di allontanarsi dal territorio nazionale.

Questo orientamento è molto grave e merita di suscitare anche a Rimini, come accaduto in altre città,  delle  reazioni, perchè di fatto così applicata, la circolare impedisce la regolarizzazione di centinaia di persone nel nostro territorio, molti dei quali tanti fratelli migranti senegalesi, vittime dell’ennesima truffa.

Sappiamo che alcune Questure in Italia fra cui quella di Rimini, hanno proceduto al respingimento delle domande di emersione come indicato dalla circolare e in certi casi, come quella di Trieste, al rimpatrio immediato dei lavoratori stranieri, solo perché il lavoratore o la lavoratrice migrante risultavano gravati da una sentenza di condanna per il reato di inottemperanza all’ordine del questore di allontanamento dal territorio nazionale. La cosiddetta seconda espulsione dopo il primo foglio di via. Nel nostro territorio abbiamo raccolto diverse segnalazioni di fratelli migranti senegalesi scomparsi per più di un mese, perchè fermati e trattenuti presso il CIE più vicino. Tantissimi quelli che hanno ricevuto la lettera della Prefettura con il diniego della pratica, ovvero nessuna possibilità di avere l’atteso permesso di soggiorno.

A molte di queste pratiche di diniego stanno seguendo dei ricorsi al Tar dell'Emilia Romagna, ma mentre per il Tar della Toscana, può regolarizzarsi anche chi è stato condannato per inottemperanza al decreto di espulsione (la condanna per il reato di violazione dell’ordine di questore previsto dal Testo unico immigrazione non rientra tra quelli del codice di procedura penale (art. 380 e 381) che la L. 102/2009 pone come ostativi alla regolarizzazione) i primi ricorsi presentati in Emilia Romagna non sono andati nella stessa direzione.

Crediamo, pertanto che creare una pressione e una denuncia pubblica di questi fatti possa, in qualche modo, favorire una risoluzione positiva e possibile a favore di tutti quei fratelli e sorelle migranti che vedrebbero cancellato il diritto sacrosanto alla regolarizzazione, oltre che scardinare, di fatto, la vergognosa equiparazione fra la condizione di illegalità forzata alla condizione di pericolosità sociale e di sicurezza pubblica.   

I migranti irregolari oggi, non sono migranti che delinquono per delinquere, sono persone che proprio per la loro condizione soggettiva di illegalità forzata divengono maggiormente vulnerabili allo sfruttamento e alla schiavitù.

Non capire questo significa chiudere gli occhi di fronte alla realtà, così come alimentare la catena di sfruttamento che si annida dietro ai venditori ambulanti migranti, gli unici su cui si scaricano, nel nostro territorio, i costi della crisi produttiva turistica/stagionale e quelli delle finta lotta alla criminalità organizzata. Rifiutarsi di regolarizzare queste persone per una falsità di legge, interpretazione giuridica  o quant’altro significa lasciare centinaia di persone dentro questa condizione di vulnerabilità e ricattabilità, che è inaccettabile.

Inaccettabile, perché l’unica giustizia che questi fratelli e sorelle incontrano è quella della repressione, dei pattuglioni, degli inseguimenti, dei pestaggi e dei respingimenti, inaccettabile perché sono persone. Da oggi continuiamo la nostra battaglia culturale e sociale oltre che politica, finché tutte le persone respinte e truffate da questa sanatoria abbiano ottenuto ciò che gli spetta, diritti, libertà, permesso di soggiorno! Non lasciamoli soli!

Rimesi globali contro il razzismo

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