Da un lato infatti - proprio ieri - sono state depositate le motivazioni
con cui la Quinta Sezione Penale della Cassazione, il 14 marzo scorso,
ha dimezzato - visto il decadere dell'aggravante eversiva - le condanne
della Corte d'Appello di Bologna per otto iscritti all’organizzazione di
estrema destra Forza Nuova, accusati di tentato incendio e tentato
sequestro di persona per l'attentato del 24 settembre 2007 contro il
Laboratorio sociale Paz. Nelle motivazioni si legge:“L'eversione
dell'ordine democratico non può identificarsi nel concetto di una
qualsiasi azione politica violenta, ci deve essere un pericolo concreto
per le Istituzioni democratiche”.
Dall'altro la seconda notizia diffusa dalla stampa locale
è l'avvio della procedura di notifica di quaranta denunce per
manifestazione non autorizzata, che coinvolgono anche figure
istituzionali (un consigliere comunale, un assessore e un ex assessore),
con riferimento all'iniziativa antifascista del 5 maggio scorso.
Non ci dimentichiamo di ricordare che proprio in concomitanza ad epoche
storiche di crisi come quella attuale che si sta abbattendo con violenza
sulle nostre vite, le organizzazioni di estrema destra tornino alla
ribalta, funzionali ad un drastico restringimento degli spazi di
democrazia e libertà nonchè alla restaurazione e ritorno a forme di
dittatura e politiche nazionaliste e protezioniste.
Le due notizie diffuse dalla stampa mettono in evidenza come passando
dalla questura riminese e agli apparati giudiziari, sia agita una
"giustizia asimmetrica", che colpisce chi dal basso coopera per una
società dei beni comuni, antirazzista, aperta e plurale mentre si
continua a ridimensionare l'operato di chi dell’odio agito attraverso
azioni incendiarie e violenze fisiche fa uno strumento di lotta politica
e di pratica di vita. Le scelte politiche imposte dal governo, gli
operai caricati davanti alle fabbriche, l'isolamento e la repressione
che riceve chiunque cerchi di opporsi alla dittatura dei mercati ci
parlano proprio anche di questo.
Sabato 30 giugno a Parma ci sarà una manifestazione cittadina che chiede la chiusura della locale sede di Casa Pound.
Anche da Rimini, la Campagna No nazi in my town, attraverserà
questa importante scadenza, una scadenza che parla dell’importanza
di mettere in gioco i propri corpi, fuori dai meccanismi della delega,
per riaffermare dei nuovi anticorpi e riattualizzare una pratica
antifascista come cultura popolare. Cultura popolare antifascista intesa
come capacità comune di costruire dal basso una società più giusta, fuori dai
meccanismi della "democrazia dello spread", della paura e della
precarietà.
Campagna No nazi in my town
http://nonazinmytown.blogspot.it/ - [email protected]