Alcune considerazioni a margine sulla privatizzazione dei servizi pubblici educativi per l'infanzia a cura di Ewa Lab. Paz Project

Rimini - Il futuro dei bambini non fa rima con Zerbini*

11 / 3 / 2010

Insomma ci risiamo, dopo l’esternalizzazione del servizio mensa dello scorso anno, l’intenzione ora è quella di privatizzare anche i servizi educativi per l’infanzia.

Nel mirino ci sono gli asili del Comune di Rimini e di Viserba, ma i genitori non ci stanno, e chiedono spiegazioni.

A seguito della privatizzazione della mensa, i problemi sono sorti subito, sotto forma di un consistente abbassamento della qualità del cibo (uova pastorizzate e non fresche, muffa nel parmigiano ), assenza di etichette sui prodotti ecc...

Problemi, è stato promesso, che verranno risolti.

La preoccupazione maggiore, però,  è che sia anche compromessa la valenza educativa di un momento così importante come il pasto, e che venga a mancare un rapporto di continuità di qualità, tra bambini ed operatori.

Ma se queste sono le conseguenze dell’esternalizzazione di un servizio come la mensa, cosa accadrà quando l’intero servizio educativo verrà reso privato?

Come si può pretendere che lavoratori che si trovano in una situazione di precarietà ed incertezza possano garantire un servizio di qualità.E sopratutto come possono trasmettere serenità e sicurezza, che sarebbe poi la prerogativa del loro mestiere, quando è proprio quello che a loro manca.

Perchè è proprio di questo che si parla, e non si tratta di ipotesi, ma di fatti. Non si tratta di un caso isolato, ma della tendenza generale.

Quello che sta accadendo agli asili di Rimini è un piccolo assaggio di come tutto il sistema, quello scolastico, quello dei servizi pubblici, stia tendendo sempre di più verso una selvaggia e arrogante privatizzazione, fatta di appalti, speculazioni, malagestione e sfruttamento del lavoro senza nessuna garanzia in cambio.

Lampante è l’esempio delle riforme proposte dal Ministro dell’Istruzione, che mirano alla privatizzazione del sistema statale d’istruzione. Un obbiettivo che il Ministro Gelmini non tralascia mai di ribadire, menzionando sempre le tre direttive della sua Riforma a venire: Sussidiarietà dello Stato, Fondazioni scolastiche autonome, Merito dei docenti.Praticamente l’intento è quello di gestire la politica scolastica come si fa in un sistema aziendalistico.

Quindi è questo il futuro che si prospetta ai nostri bambini?

Devono imparare fin dall’asilo come funzionano le cose qui.

Dalle maestre devono imparare cosa vuol dire essere un precario, avere un contratto a progetto e nessuna certezza per il domani.

Alle elementari, il loro unico maestro insegnerà loro l’importanza di omologarsi coi loro grembiulini, e che in classe si sta bene anche se sono il 32 (purchè i bambini stranieri, insomma quelli diversi, non siano più del 30%, sennò guai)

Alle scuole medie impareranno che i gessetti e la carta igienica è meglio portarseli da casa, ma tanto a casa ci torneranno presto, perchè il tempo prolungato, anche se i genitori lavorano tutto il giorno, è inutile.

Come saranno inutili i laboratori e le gite di istruzione che alle scuole superiori non potranno fare per mancanza di fondi.Ma poco importa, l’importante è stare buoni buoni, altrimenti con un 5 in condotta si ripete l’anno.

E poi arriva l’università, ovviamente solo per chi se lo può permettere, ovvero chi se lo merita.Perchè è ovvio che se non hai il denaro sufficente per pagarti l’istruzione allora vuol dire che non ti meriti di imparare altro.

Tanto i nostri bambini, quello che avevano da imparare l’hanno già imparato, ed ora sono pronti anche loro a diventare dei precari.

Dico nostri, anche se non ho figli, perchè capisco pienamente quali possano essere le preoccupazioni dei genitori che, in questi giorni stanno, a gran voce, chiedendo delle spiegazioni.Ed hanno ragione ad essere preoccupati, perchè come si è visto, manovre di questo tipo non portano a nulla di buono, anzi...

* Assessore pubblica istruzione Comune di Rimini