L'intervento di Patrizia Rinaldis,
presidente dell'Associazione Albergatori, sulla prostituzione non ci
lascia esterrefatti anzi. Esso nasce da un'idea ben precisa: quella di
puntare i riflettori sull'illegalità del soggetto debole (prostitute,
immigrati, venditori ambulanti) che ben ha caratterizzato e caratterizza
la governance sicuritaria territoriale.
Ma questo intervento nasce inoltre dal bisogno, a nostro avviso, di
riscattare soprattutto l'immagine dell'Associazione Albergatori di
Rimini per spostare l'attenzione dal Lavoro Gravemente Sfruttato nel
turismo (fenomeno endemico sancito dall'Odg approvato in consiglio comunale lo scorso 14 marzo) attraverso l'individuazione di un altro tipo di sfruttamento, quello del sesso e del corpo della donna.
Un'argomentazione di facile presa nell'opinione pubblica, in un
territorio in cui i poteri forti, celando i propri intenti ed interessi
dietro il velo della legittimità della propria azione, da anni compiono a
scapito del territorio e della cittadinanza tutta, scelte che
mantengono i privilegi di alcune classi a discapito delle altre.
Meccanismi figli della produzione massmediatica riminese e della
governance economica che, soggiogandosi al mero conto economico e definendo in base alle logiche di mercato cosa è giusto e cosa no, cosa è illegale e cosa no lo è,
colpiscono in maniera indiscriminata ed indifferenziata attivisti di
movimento, venditori ambulanti, parrucchiere ed estetiste cinesi e le
sex workers.
Per questo non ci stupisce l'intervento di Patrizia Rinaldis,
soprattutto dopo che il fenomeno del Lavoro Gravemente Sfruttato nel
turismo ha avuto una grande rilevanza sui media nazionali grazie alla
pluriennale azione della nostra associazione e di altre realtà
autorganizzate del territorio.
Noi pensiamo che la questione della prostituzione, nelle sue molteplici
sfaccettature e nella sua complessità, dovrebbe essere trattata con più
competenza e serietà, non certo con slogan e militarizzazione delle
strade.
Cosi come non accettiamo in alcun modo che proprio l'Associazione
Albergatori di Rimini si faccia paladina di principi etici e di
legalità', quando è la prima a non agire il rispetto né delle regole,
nel senso stretto di legittimità', né degli esseri umani. Nello
specifico riteniamo che sia più' indecoroso per l'immagine di questo
territorio e produca maggiore povertà ed illegalità, un turismo che ogni
estate si regge su forme di iper sfruttamento e paraschiavismo
lavorativo, piuttosto che l'indecorosità di “signorine poco vestite”.
Va ricordato, infatti, che la prostituzione in strada è una realtà e
che, fino ad ora, gli unici strumenti messi in campo nel territorio sono
stati strumenti repressivi e politiche moraliste che generalizzando in
maniera spicciola l'immagine per cui, sono tutte schiave e al contempo
indecorose, non hanno risposto in alcun modo alla necessità di ripensare
ad un intervento complessivo sul tema che proponga soluzioni ambizione e
innovative.
Un intervento che per noi deve assolutamente tenere conto di tutti gli
aspetti collegati alla prostituzione. In primis i diritti delle sex
workers (ricordiamo infatti i tanti gravi episodi di soppruso e violenza
subita dalle stesse, non ultimo l'aggressione di due trans italiane per
mano di alcuni turisti che prima le hanno insultate e poi colpite con
tre colpi di fucile softair), e al contempo a quelli delle tante donne
che sono invece schiave del sesso e vittime di tratta.
E', pertanto, un'operazione troppo facile e scontata oltre che
disgustosa e di basso profilo umano quella della Rinaldis, ovvero
spostare il problema dell'evasione fiscale e dell'illegalità sui
soggetti sociali più deboli e vulnerabili, come le sex workers, le
schiave del sesso e i venditori ambulanti. Questi ultimi, infatti, oltre
ad avere un peso specifico sull'economia sommersa assolutamente
irrilevante rispetto all'illegalità prodotta altrove dagli imprenditori
del settore turistico non hanno neppure accesso ai diritti di
cittadinanza.
Ass. Rumori sinistri - Rimini