Nuova tappa del percorso cittadino di inchiesta e denuncia del Sistema Rimini , dopo l'azione dello scorso sabato a Rimini Terme, per continuare a tenere aperto un dibattito intorno al silenzio politico che continua a legittimare l'operato delle lobby territoriali, come CL, che nonostante i fatti giudiziari che vedono coinvolta la Fondazione Meeting e l'intero apparato di Comunione e Liberazione, anche al di fuori del territorio riminese, continua a mantenere uno strapotere e una legittimità totale da parte della “politichetta” riminese e degli apparati della governance territoriali.
Apparati che li hanno finanziati e sostenuti fino a ieri.. a proposito che cosa succederà con il Meeting 2013?! Saranno concessi ancora i patrocini delle Istituzioni targate Pd (Provincia, Comune, Regione)?!
Questa vicenda ci ricorda come la governance cittadina, continui ad adottare un comportamento diametralmente opposto a secondo dei suoi interlocutori.
Due pesi e due misure quelle utilizzate in questi anni: da un lato chi costruisce percorsi di lotta volti a ripensare e costruire un nuovo modello sociale e di cooperazione contro i piani di austerity imposti dalla governance finanziaria globale vengono ignorati, screditati, e messi alla gogna sulle prime pagine dei quotidiani locali. Condannati a prescindere anche senza le sentenze della giustizia penale, giustizia che oggi più che mai è funzionale al mantenimento dell'ordine precostituito.
Dall'altro lato chi realmente ha rubato finanziamenti pubblici ai cittadini (sui 310mila euro sottratti dalla Fondazione Meeting alla Regione Emilia Romagna e alla Provincia di Rimini sta indagando anche la Corte dei Conti) senza che le stesse Istituzioni abbiano verificato sull'uso di questi fondi, continua nell'indifferenza generale a spartirsi la torta della ricchezza, a scapito delle fasce sociale più deboli.
L'iniziativa/conferenza stampa è stata anche l'occasione per ricordare che è da 12 anni che nel territorio si rivendica, attraverso la pratica dell'occupazione (e non dell'invasione di edifici per devastarli o saccheggiarli), uno spazio sociale autogestito.
Dodici anni in cui sono avvenuti cambiamenti epocali, nonostante i quali, le risposte delle varie amministrazioni del Pd (e non solo) sono sempre state le stesse: denunce, sgomberi e indifferenza totale.
Il Pd locale e la sua classe dirigente consegnano così diverse generazioni di riminesi ad un futuro fatto di processi penali e repressione. Processi che altro non sono che un uso politico del diritto penale contro attivisti ed attiviste di movimento che non si riconoscono nel sistema della rappresentanza e della delega ad esso collegata.
Ci volevate cancellare, siamo ancora qui, come sempre in direzione ostinata e contraria... alla vostra.