Rimini – Basta privatizzazione del patrimonio demaniale. Riutilizzo e riqualificazione subito!

14 / 3 / 2014

Il Villaggio Azzurro è un'estesa area a ridosso del centro storico riminese comprendente 13 palazzine un tempo dell'aeronautica militare e oggi dell'esercito italiano. Un sito che compare nell'elenco delle proprietà che il comune di Rimini ha richiesto allo Stato nell'ambito del federalismo demaniale e che il Ministero della Difesa ha invece intenzione di svendere per risanare le proprie casse.

 

Dei 116 alloggi presenti, infatti, 26 sono inutilizzati, 5 rogitati e 36 verranno venduti a breve a privati mentre gli inquilini dei restanti 49 appartamenti non hanno ancora risposto all’offerta della forza armata. Offerta che se non troverà risposte entro due anni si tradurrà nella messa all'asta degli alloggi invenduti tra il personale militare e civile della Difesa.

 

E così, in barba a qualsiasi principio di democraticità e prima che vi potesse essere un dibattito che coinvolgesse la cittadinanza sulle destinazioni d'uso degli immobili e sulle funzioni sociali che queste aree potrebbero soddisfare, con una mossa prepotente che affianca alla svendita e alla privatizzazione di patrimonio pubblico, l'utilizzo degli introiti derivanti per finanziare le spese militari e l'ulteriore militarizzazione delle nostre città si sta decidendo di svendere un nuovo pezzo di città. 

 

75 alloggi - se si sommano quelli liberi e quelli senza un'attuale destinazione d'uso – che si potrebbero riutilizzare inserendoli in un progetto di housing sociale: per le migliaia di persone in attesa da anni nelle graduatorie dell'Acer, per chi ogni notte cerca sotto i portici o nella stazione ferroviaria un rifugio di fortuna, per i casi di particolare vulnerabilità sociale (donne vittime di violenza, transessuali, persone vittime di tratta e di grave sfruttamento lavorativo che denunciano i loro sfruttatori).

 

Queste sono le risposte che occorrerebbe praticare per trovare una prima soluzione al dramma dell'emergenza abitativa che a livello nazionale come locale vede un aumento vertiginoso delle persone sfrattate e senza una casa (200 mila famiglie stimate che da qui al 2015 sono a concreto rischio sfratto in Italia) e dall'altra migliaia di case sfitte e vuote (2 milioni). Quello che ci viene presentato dal “neo”governo Renzi è invece, dopo la proposta miserevole di 20mila euro del  governo Letta, un decreto legislativo in cui si cerca di mettere all'angolo e affossare le conquiste e le rivendicazioni prodotte in questi anni dai movimenti sociali di lotta per la casa.

 

Il decreto approvato in Consiglio dei Ministri prevede infatti che in caso di “occupazione abusiva” di un immobile non sia possibile né l’attribuzione della residenza, né gli allacciamenti con i servizi di acqua, luce e gas. La residenza è però un diritto garantito dall'art. 16 Cost. Questa norma inaccettabile e di una gravità inaudita, rimette pertanto al centro anche il tema della costituzionalità di quanto viene approvato dal Parlamento italiano dopo la recente espressione della Corte costituzionale sulla legge Fini-Giovanardi.

 

Contro vecchie ricette che utilizzano come cura le stesse cause che hanno indotto l'attuale crisi, in un presente che ci parla di precarietà, povertà, politiche di austerità, ineguaglianza sociale occupare e riprendersi concretamente un diritto come quello alla casa è giusto e necessario. Chiedere il riutilizzo e la destinazione del 50% del patrimonio sfitto e oggetto di speculazioni e rendita per l'housing sociale è una richiesta imprescindibile. 

 

Una sola grande opera reclamiamo a gran voce e con determinazione: casa e reddito per tutte e tutti!

Lab. Paz Project – Casa Madiba Occupata

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