Ci sono infiniti motivi per occupare un edificio abbandonato a Rende, salotto di Calabria, comune adiacente a Cosenza. Stamattina un gruppo di giovani precari e studenti ha deciso di passare all’azione, liberando la succursale di un liceo, abbandonata da anni. “L’avete sentito? È il rumore del vostro mondo che crolla, ed è quello del nostro che risorge. Il giorno in cui fece giorno, fu notte; e sarà notte il giorno in cui farà giorno”.
Si apre così il documento che annuncia l’occupazione: con le parole che il subcomandante Marcos, cinque mesi fa, ha scelto per ricordare al mondo che in Messico le comunità zapatiste, “centro per cento Maya”, esistono, resistono e costruiscono autonomia, a quasi venti anni dall’insurrezione del 1° gennaio 1994. Laggiù come in Calabria e in diverse altre zone sperdute del pianeta, la domanda rimane quella di sempre: giustizia, libertà, dignità umana, diritti sociali, democrazia. Per dare voce a queste istanze, è nato a Commenda di Rende S.p.Arrow (Spazio Precario Autogestito Arrow).
“Non
siamo più disposti a rimanere inermi, a guardare un mondo che ci
ruba tempi, sogni, speranze, aspettative, futuro e presente – si
legge nel volantino distribuito tra la gente del quartiere -. Come
studenti e precari che vivono questi territori abbiamo deciso di
avviare un percorso di riappropriazione, praticando l'autogestione di
spazi e tempi per opporci all'atomizzazione e al ricatto sociale
della crisi globale”. La campagna “#prendiamospazio” ha
attraversato il territorio universitario e quello rendese, al centro
nelle ultime settimane di delicate inchieste giudiziarie su presunti
rapporti tra ‘ndrangheta e politica. Il comitato d’occupazione ha
dato vita a giornate di mobilitazione, aggregazione e socialità,
“per condividere l’esigenza di esprimere l'energia costruttiva e
creatrice che vive negli spazi liberi e autogestiti. L'occupazione di
oggi – prosegue la nota - è un altro passo di un sentiero comune
da percorrere insieme a chi non vuole più pagare sulla propria pelle
i costi di questa crisi, per costruire una risposta concreta e
collettiva. Lanciamo una settimana di autogestione e riappropriazione
dell'ex-succursale del Liceo Scientifico “Pitagora” che versa
attualmente in condizioni di incuria e degrado e rappresenta, a
nostro avviso, uno spazio da liberare e riqualificare, da rendere
vivo di produzione di cultura e di saperi, restituendolo alla
collettività, per sperimentare un diverso modo di partecipare alla
vita sociale e
politica del territorio, contro i ritmi frenetici
e la mercificazione dei bisogni”. Secondo i promotori
dell’occupazione, esiste un’unica forma possibile di opposizione
alla crisi: “mettersi in gioco in prima persona, rifiutando la
precarietà e il ruolo sociale, politico ed economico in cui siamo
costretti, praticando in maniera orizzontale e partecipata forme
dirette di riappropriazione di spazi e tempi di vita, di bisogni e
servizi”.
L’appello
è rivolto a “chi è precario e sfruttato, a chi paga sulla propria
pelle i costi di questa crisi, a tutti quelli che non riescono ad
arrivare a fine mese e a chi è arrabbiato e vuole dire basta”. Un
monito anche per “i padroni, i potenti, le elites politiche, le
lobby e tutti quelli che questa crisi
l’hanno generata: Aqui
estamos!, noi siamo qui!”
Claudio Dionesalvi