Rende (CS) - Uno squarcio di vita nel nulla Occupato edificio abbandonato

28 / 5 / 2013

Ci sono infiniti motivi per occupare un edificio abbandonato a Rende, salotto di Calabria, comune adiacente a Cosenza. Stamattina un gruppo di giovani precari e studenti ha deciso di passare all’azione, liberando la succursale di un liceo, abbandonata da anni. “L’avete sentito? È il rumore del vostro mondo che crolla, ed è quello del nostro che risorge. Il giorno in cui fece giorno, fu notte; e sarà notte il giorno in cui farà giorno”.

Si apre così il documento che annuncia l’occupazione: con le parole che il subcomandante Marcos, cinque mesi fa, ha scelto per ricordare al mondo che in Messico le comunità zapatiste, “centro per cento Maya”, esistono, resistono e costruiscono autonomia, a quasi venti anni dall’insurrezione del 1° gennaio 1994. Laggiù come in Calabria e in diverse altre zone sperdute del pianeta, la domanda rimane quella di sempre: giustizia, libertà, dignità umana, diritti sociali, democrazia. Per dare voce a queste istanze, è nato a Commenda di Rende S.p.Arrow (Spazio Precario Autogestito Arrow).

“Non siamo più disposti a rimanere inermi, a guardare un mondo che ci ruba tempi, sogni, speranze, aspettative, futuro e presente – si legge nel volantino distribuito tra la gente del quartiere -. Come studenti e precari che vivono questi territori abbiamo deciso di avviare un percorso di riappropriazione, praticando l'autogestione di spazi e tempi per opporci all'atomizzazione e al ricatto sociale della crisi globale”. La campagna “#prendiamospazio” ha attraversato il territorio universitario e quello rendese, al centro nelle ultime settimane di delicate inchieste giudiziarie su presunti rapporti tra ‘ndrangheta e politica. Il comitato d’occupazione ha dato vita a giornate di mobilitazione, aggregazione e socialità, “per condividere l’esigenza di esprimere l'energia costruttiva e creatrice che vive negli spazi liberi e autogestiti. L'occupazione di oggi – prosegue la nota - è un altro passo di un sentiero comune da percorrere insieme a chi non vuole più pagare sulla propria pelle i costi di questa crisi, per costruire una risposta concreta e collettiva. Lanciamo una settimana di autogestione e riappropriazione dell'ex-succursale del Liceo Scientifico “Pitagora” che versa attualmente in condizioni di incuria e degrado e rappresenta, a nostro avviso, uno spazio da liberare e riqualificare, da rendere vivo di produzione di cultura e di saperi, restituendolo alla collettività, per sperimentare un diverso modo di partecipare alla vita sociale e
politica del territorio, contro i ritmi frenetici e la mercificazione dei bisogni”. Secondo i promotori dell’occupazione, esiste un’unica forma possibile di opposizione alla crisi: “mettersi in gioco in prima persona, rifiutando la precarietà e il ruolo sociale, politico ed economico in cui siamo costretti, praticando in maniera orizzontale e partecipata forme dirette di riappropriazione di spazi e tempi di vita, di bisogni e servizi”.

L’appello è rivolto a “chi è precario e sfruttato, a chi paga sulla propria pelle i costi di questa crisi, a tutti quelli che non riescono ad arrivare a fine mese e a chi è arrabbiato e vuole dire basta”. Un monito anche per “i padroni, i potenti, le elites politiche, le lobby e tutti quelli che questa crisi
l’hanno generata: Aqui estamos!, noi siamo qui!”

Claudio Dionesalvi