Reggio Emilia - Sanzionata disEquitalia

Blitz di Aq16 contro il debito, per una moratoria generale delle cartelle di precari, studenti e disoccupati

17 / 1 / 2013

Questa mattina i militanti del Laboratorio Aq16 con un’azione simbolica hanno sanzionato la sede di Equitalia in via Fratelli Manfredi 6.

Hanno affisso alle vetrate degli uffici un comunicato nel quale, a fronte delle crescenti proteste e dell’acuirsi della crisi sociale ed economica, denunciano “il complesso sistema di riscossione che attraverso i provvedimenti di Equitalia utilizza il debito come formula di riproduzione della ricchezza” – come sostengono nel loro intervento.

Due i nodi centrali della protesta: la cessazione dei contratti di Equitalia da parte dei comuni, da una parte, ed una moratoria dei debiti per lavoratori precari, studenti e disoccupati.



Comunicato stampa:

 In un simile momento di crisi le fasce più duramente colpite da questa non riescono a sostenere il carico imposto da quella che comunemente viene chiamata debitocrazia, ovvero una governance basata sul debito come formula di arricchimento e riproduzione sistemica della crisi. Non è possibile alcuna mediazione né riforma del sistema, come le numerose parti coinvolte nella campagna elettorale intendono supporre.

Chiudere Equitalia è un passaggio importante per affermare il rifiuto di un sistema malato che fagocita le vite di chi si trova a far fronte alle sue richieste. È il simbolo di questo sistema economico fondato sul debito ed ha “senso” di esistere solo in esso, assumendo le fattezze di “mano militare” che lucra, impone e spaventa. Rifiutando Equitalia, rifiutiamo anche qualsiasi forma, edulcorata o meno che sia, di usura e strozzinaggio, così come la naturale subordinazione del sociale al finanziario che le dinamiche interne a questo sistema prevedono.

Documento affisso alle vetrate della sede di Equitalia:

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un aumento delle proteste nei confronti di Equitalia o, per meglio dire, degli usurai di Stato. Proteste nate dal basso, scaturite dalla frustrazione e dalla voglia di reagire all'ennesimo meccanismo di sottomissione delle nostre vite al denaro. Famiglie sul lastrico, persone indotte al suicidio per l'impossibilità di pagare un debito che spesso mette vergogna a chi per una vita intera ha sempre pagato, ritenendosi un “onesto cittadino” e si trova intrappolato nella spirale della crisi. Una crisi che fa ricadere su di noi un debito che non è nostro, che ci impone continui sacrifici per sopravvivere. Vite spezzate per crediti presunti, perché Equitalia è anche questo: basta una semplice comunicazione da parte dell'ente impositore per far scattare la riscossione, anche se spesso si tratta di “cartelle pazze”, errori di sistema che impongono di pagare somme non dovute o già riscosse. Usurai di Stato in palese conflitto di interessi: Equitalia è una società pubblica per il 51% di proprietà dell'Agenzia delle Entrate e per il 49% dell'Inps e in qualità di ente pubblico i suoi costi di gestione sono a carico dei contribuenti. L'Inps risulta allo stesso tempo creditore ed esattore e da questo secondo ruolo deve anche ricavare profitti (che nel 2010 sono stati pari a 1,29 miliardi di euro), attraverso l'imposizione di commissioni di riscossione. Equitalia si manifesta quindi come la peggior espressione del sistema del debito: si fa profitto sui debiti dei cittadini, a cui non si riesce a far fronte principalmente perché la crisi stessa del capitale ci ha tolto tutto, perché nell'illogico sistema della riscossione le amministrazioni che impongono di saldare il debito con esse entro 60 giorni, sono le stesse che non pagano i propri fornitori prima di 180 giorni (arrivando fino ad oltre 1000 giorni), fornitori che sono poi i destinatari delle cartelle esattoriali. Mentre gli evasori totali possono continuare ad attendere all'ombra della loro non rintracciabilità l'ennesimo scudo fiscale, che impone interessi minimi (l'ultimo era pari al 5%) su quanto non versato, le vittime di Equitalia ricevono, dopo la scadenza del termine di pagamento, una sanzione che va dal 40% al 100% della somma dovuta, a cui si aggiungono gli interessi di mora, gli interessi di rateizzazione e le spese di eventuali fermi amministrativi ed ipoteche. Perché Equitalia ti toglie i pochi spiccioli che ancora ti servono per arrivare a fine mese, ma ti toglie anche la casa ed i mezzi che possono servirti per lavorare! 

Per tutte queste ingiustizie, figlie di un sistema neoliberista che ha permesso la prevaricazione della persona da parte dei profitti, per la riappropriazione non solo di ciò che è nostro, ma anche della dignità, dobbiamo portare avanti la nostra battaglia contro Equitalia. Essa rappresenta un sistema malato che fagocita le vite di chi si trova a far fronte alle sue richieste. È il simbolo di questo sistema economico fondato sul debito ed ha “senso” di esistere solo in esso, assumendo le fattezze di “mano militare” che lucra, impone e spaventa. Il debito, che crea paura di sé e che ci spinge a diventare schiavi, accettando condizioni di lavoro precarie, instabili, senza sbocchi futuri e fini solamente a saldare quanto dobbiamo al sistema, spingendoci sempre di più nella spirale del debito che genera debito. Da quest'anno i Comuni potranno tornare a gestire la riscossione dei tributi locali; c'è già chi si presenta come paladino degli interessi del cittadino, come l'Anci che ha già creato una propria società ad hoc (Anci Riscossioni srl), ma ciò non diminuirà ne il ruolo di Equitalia ne cambierà la sostanza del meccanismo, poiché l'ente continuerà a gestire la riscossione dei tributi dovuti all'Inps ed allo Stato e le amministrazioni locali continueranno le loro riscossioni, mantenendo di fatto la situazione invariata. Riteniamo giusto e doveroso quindi CHIUDERE EQUITALIA e pretendere una moratoria delle cartelle esattoriali per disoccupati, precari e in generale per tutti coloro che sono vittime di questo sistema economico iniquo.  

EQUITALIA.....TEMPO SCADUTO!

Laboratorio Aq16

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Commento Francesco