Durante l'inaugurazione di una mostra di "street art" al centro commerciale "I Petali" di Reggio Emilia, Rete Artistica Indipendente è intervenuta pubblicamente all'evento contro la mercificazione dell'espressione artistica e della cultura, interrompendo la mostra per alcuni minuti, durante i quali è stato esposto uno striscione e distribuito un comunicato alle persone che hanno partecipato all'inaugurazione.
Qui di seguito il comunicato distribuito.
Domenica 9 Giugno inaugura la “mostra di street art” al centro commerciale “I Petali”, promossa dalla catena commerciale in collaborazione con il comune di Reggio Emilia e il suo progetto Officina Educativa. Secondo gli organizzatori, il risultato sarà una “grande mostra artistica a cielo aperto, specchio autentico della creatività di tanti giovani e ragazzi reggiani.”
Contemporaneamente, in queste
settimane, il
Comune
di Reggio Emilia assieme a Camera di commercio, Confesercenti,
Confcommercio e Cna
ha inaugurato il nuovo logo per il centro storico
“C'entro”.
L'obiettivo, dichiarato pubblicamente sul sito del
Comune, è quello di “Raccontare
il centro storico nel suo insieme, come centro commerciale naturale
storicamente legato alla vita dei reggiani
“
Questi eventi meritano alcune importanti considerazioni.
La
“street art” è figlia del “writing”, una forma di
espressione artistica che nasce nella marginalità delle grandi
metropoli statunitensi, in origine come mezzo per lasciare una
traccia che testimoniasse l’esistenza di chi viveva
nell’invisibilità sociale, e che in seguito si è differenziata in
molteplici pratiche e stili.
Le opere degli “street artists”
sono spesso veicolo di protesta e denuncia sociale, e vanno ad agire
direttamente sul contesto urbano. Questo, anche nella nostra città,
viene demonizzato e sanzionato con multe, ordinanze e numeri verdi
per le segnalazioni.
Tutto cambia quando quest’arte diventa
oggetto di interessi economici: la “street art” diventa
legittima e anzi ben accetta dal momento che diventa mezzo per
riqualificare e rendere più attraente un centro commerciale. L’arte
qui viene solo usata come attrattiva al consumo, snaturata e svuotata
di ogni contenuto.
I Petali, che sostengono di essere attenti
alle culture giovanili, lo sono solamente per riempire il più
possibile i propri negozi. Attrarre i giovani tramite l’arte e la
cultura è oggi l’operazione di marketing per eccellenza. Il
consumismo si nutre della cultura e della creatività giovanile, la
cattura e la rielabora, facendone modelli attrattivi e
uniformanti.
E’ indicativo che il comune di Reggio Emilia
appoggi questa tendenza tramite i suoi progetti educativi;
l'interrogativo che sorge spontaneo è quello che riguarda la strada
che sta prendendo la cultura e l’educazione nella nostra
città.
Questo interrogativo trova una prima risposta nella
campagna che riguarda il nuovo logo “C'entro”.
E' da tempo
ormai che stiamo assistendo al progressivo svuotamento del centro
storico, da un punto di vista sia sociale che culturale, in favore
della costruzione di un grande “centro commerciale a cielo aperto”
e di luoghi privati e preconfezionati come i Petali , dove vengono
stimolate forme di socialità illusoria e artificiale.
Nella città
prospettata da “C'entro” l'importante è consumare e svagarsi con
il consumo, non c'è spazio per la cultura e l'arte che nasce
spontaneamente dal basso. Tutto deve essere innanzitutto compatibile
con le regole del commercio e del profitto; lo abbiamo capito molto
bene in più di due mesi di estenuanti battaglie politiche e
burocratiche con l'amministrazione per riuscire a portare nelle
piazze centrali della città una rassegna artistica indipendente e
gratuita come “Babel_arte in piazza”
Il nuovo logo “C'entro”
dimostra chiaramente come la gestione del centro della città sia
stata delegata al mondo del commercio e dell'impresa, che vede il
cittadino come un consumatore (in effetti..cosa fai in un “centro
commerciale naturale” se non consumare!?) e incentiva una socialità
ed una cultura orientate al consumo.
Reggio Emilia non ha
bisogno della “street art” ai Petali ne di un centro storico che
sia un “centro commerciale naturale”. Reggio Emilia ha bisogno di
spazi urbani liberi, dove il fermento culturale possa esprimersi e
diventare realmente motore di cambiamento e
rinnovamento della città.
Rete artistica indipendente