Il
corteo, partito dalla casa occupata di via Gorizia 12, ha coinvolto
moltissime persone che hanno sfilato per il centro storico di Reggio
Emilia con l'obbiettivo di portare nelle strade - le stesse in cui
moltissimi tra migranti e disoccupati sono costretti a dormire -
quella che è una realtà di invisibilità e clandestinità sociale
destinata a cementificarsi in diverse città e territori.
La
mobilitazione si è articolata attraverso alcune delle arterie
più importanti della città, bloccando per diversi minuti i viali
esterni al centro storico, stanziandosi di fronte al palazzo della
Provincia, insinuandosi nel corso principale delle attività
commerciali, delle banche e delle grandi firme della città: la via
Emilia.
Gli
interventi che si sono susseguiti nel corso della manifestazione
tracciano un sentimento diverso dalla mera indignazione, parlano di
possibilità politica di rivendicazione e riappropriazione dei beni e
dei diritti che subiscono il calpestamento perpetrato dalle
istituzioni parlamentari e amministrative, cominciando proprio
dall'occupazione delle case lasciate all'abbandono per il profitto
dovuto alla rendita.
L'alba
di una campagna elettorale segnata dallo stile delle larghe intese
promosso dal governo, si affaccia su una città in cui nonostante il
crescente numero di senzatetto e di case sfitte e la mancanza di
servizi d'accoglienza su lungo periodo, si preferisce investire in
piccole grandi opere come la Stazione AV Medio Padana o il Parcheggio
sotterraneo, ancora in programma, di P.zza della Vittoria, la piazza
dei Teatri.
Reggio
Emilia necessita - affermano le tante voci del corteo - di percorsi
concreti che valorizzino la dignità delle persone, piuttosto che il
profitto di banche e palazzinari. Uno dei nodi affrontati nel corso
della mobilitazione è infatti quello della residenza, senza la quale
è impossibile ottenere un permesso di soggiorno, l'accesso ai
servizi o un lavoro che non sia vincolato da condizioni di
sfruttamento e irregolarità.
Reggio
Emilia ha visto affermarsi oggi una parte di sé che vuole
uscire dall'oscurità della clandestinità e delle dimenticanze
sociali, insieme a tante altre voci che, affrontando i problemi dal
basso, cercano di costituire nel quotidiano nuove forme di
cittadinanza e abitabilità del contesto urbano, partendo
simbolicamente dalla casa di via Gorizia 12, scelta come esempio di
riappropriazione del diritto all'abitare, per tracciare la
percorribilità di altre forme di esercizio della democrazia.
Reggio Emilia - In centinaia in corteo per il diritto all'abitare
Report conclusivo della giornata
21 / 9 / 2013
Articoli correlati