Reggio Emilia - 25 Aprile contro la lega e tutti i nazionalismi

Appello di partecipazione all'assemblea pubblica che si terrà Lunedì 14 Aprile alle ore 21.00 al Laboratorio Aq16

12 / 4 / 2014

“Niente sarà più come prima” ci dicevamo anni fa allo stagliarsi della crisi dell’economia finanziaria prima e dell’economia reale poco dopo. Così è stato. La concentrazione delle ricchezze in poche mani e la conseguente povertà per tanti e tante mai come oggi sono dati reali e tangibili.

Sette anni di crisi attraversano e stravolgono precedenti assetti istituzionali in senso autoritario. La determinazione con cui la governance europea decide di preservare la capacità estrattiva di valore del capitale, succhiando come parassita la ricchezza che ogni giorno produciamo con la nostra riproduzione sociale e con il nostro lavoro, è da osteggiare con pari forza. Ma se è sotto l’ occhio di tutti il tentativo di ricostruire una nuova stabilità politica e sociale da parte del capitalismo europeo attraverso forme di comando espresse sia nella riproposizione di artificiose e anacronistiche forme statali nazionali sia nell’imposizione di forme di governance sovranazionali altrettanto verticali e autoritarie, è altrettanto palese come le risposte, anche quelle provenienti dal basso, sono estremamente differenti se non addirittura contrapposte tra loro. Esempio sono le sempre più evidenti spinte centrifughe anti europeiste ed anti moneta unica professate dalle sirene grilline e leghiste in Italia ed in più generale dalle più disparate forze dell’estrema destra fascista in tutta Europa.

Sia chiaro, noi non lottiamo per la difesa di un istituzione monetaria comune rappresentata dall’euro (aldilà delle chiacchiere ad oggi l’unico vero pilastro costitutivo dell’Unione Europea) noi siamo per un Europa come territorio di alternativa solidale e di dignità antirazzista, senza frontiere e costruito dal basso. E non crediamo neppure nella favola della vecchia Lira, moneta nazionale fluttuante sui mercati valutari che millanta di riportare tanti vantaggi all’economia italiana. Chi dice questo omette di specificare che il contesto storico delle vecchie monete europee è tramontato, gli Stati Uniti con il loro G7 non sono più egemoni nel panorama mondiale e la crisi Ucraina ne è un monito.

Neppure dal punto di vista poco eludibile del controllo delle risorse energetiche e delle materie prime abbiamo poche frecce nel nostro arco, per non parlare poi della insostenibilità ambientale di uno sviluppo di fine novecento cui i nostri profeti anti-euro nostalgicamente guardano. Chi dice che uscire dall’euro è la soluzione omette di precisare che cambiare moneta, ritornare alle precedenti o farne di nuove, non cambierebbe di una virgola i rapporti di forza produttivi e gli algoritmi del capitale finanziario oggi comandati dalla Troika. A che pro quindi sventolare la bandiera anti europea, spingendo verso nuove ed autoritarie piccole patrie? Per lo stesso motivo di sempre, egoismo e razzismo. Ieri per beneficiare degli enormi ricavi che la produzione con manodopera meridionale ed extracomunitaria portava senza poi dover fare i conti con i costi sociali, oggi per rimanere nel club dei paesi ricchi sganciandosi dai Piigs e dalle responsabilità umanitarie che Lampedusa reclama. Non è un caso che Lega Nord ed il Front National francese siano alleati in vista delle elezioni europee. Il programma è identico, solito refrain: stop all’immigrazione selvaggia e la musulmanizzazione d’ Europa, ritorno ad un forte spirito nazionalista non importa che sia su scala statale o in nuove forme regionali, moneta nazionale, società profondamente gerarchizzate nei diritti, il tutto da ottenere tramite forme di governo autoritario di ispirazione fascista.

Questa nuova spinta nazionalista che attraversa il continente europeo deve essere fermata. Sono passati solo 69 anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale, e pochi decenni dalla guerra in Jugoslavia, dove il più bieco istinto di egoismo e razzismo condito in salsa nazionalista ha mostrato il suo peggior volto. La nostra parte oggi non è quella di chi ambisce alla sua piccola patria di privilegi affogando tutti gli altri. La parte che scegliamo e con cui vogliamo fare conflitto, sia contro le istituzioni ultraliberiste europee che contro tutti i nuovi fascismi, è quella che come noi vive quotidianamente le medesime condizioni materiali di vita, di sfruttamento e alienazione delle ricchezze da noi prodotte. Ed è proprio con i precari, i migranti, gli sfrattati e i lavoratori sfruttati che ormai da tempo stringiamo alleanze e progetti di alternativa per un Europa di diritti e dignità.

Noi ricordiamo il 25 aprile e lo vogliamo però ridisegnare nel contesto di oggi facendone parte per essere di parte, per disinnescare la spirale dove il nazionalismo spinto inevitabilmente ci porterà, alla guerra. Festeggiare il 25 aprile è come minimo combattere e non lasciare spazio a quelle forze che dell’egoismo e del razzismo fanno il vessillo intessendo legami con forze dichiaratamente fasciste per un programma anti europeo.

Scendi in piazza con noi, non permettere che il virus leghista e fascista conquisti terreno nella nostra città.

ASSEMBLEA PUBBLICA LUNEDI’ 14 APRILE ORE 21.00 c/o LABORATORIO AQ16 

Reggio Emilia è antifascista!

Laboratorio Aq16