Questa mattina tre famiglie, abitanti di una stessa palazzina nella
frazione di Cadè, nell'estrema periferia reggiana, si sono ritrovate per
bloccare il quarto tentativo di sfratto ai danni di una di loro.
I tre gruppi famigliari si erano già rivolti allo sportello del
collettivo sottotetto per la situazione di disagio in cui vertono, sotto
la minaccia di sgombero da parte del proprietario, lo stesso per gli
appartamenti dello stabile di cui questi fanno parte. Assieme, hanno
deciso di agire pubblicamente per denunciare le proprie
vertenze e cercare una soluzione reale e dignitosa per chi è minacciato
dallo sfratto..
La famiglia in questione, composta da una coppia con tre figli piccoli,
di cui una disabile e la nonna, già il mese scorso aveva subito
l'intervento dell'ufficiale giudiziario che intimava lo sfratto, e
allora, come oggi, la risposta delle famiglie è stata collettiva.
L'ufficiale giudiziario e l'avvocato hanno tentato una contrattazione,
avanzando la proposta di rimandare lo sfratto di una settimana e
spostare poi la famiglia in albergo per una quindicina di giorni, sì da
permettere al proprietario di svuotare l'appartamento. La famiglia ha
però rifiutato, dal momento che non esiste una soluzione definitiva che
allo scadere di quei 15 giorni le permetta di vivere dignitosamente,
costringendola invece a trovarsi nuovamente in seria difficoltà, peggio
di quella in cui verte adesso. La contrattazione è durata fino a che non
si è ottenuta un' ulteriore proroga di un mese, rimandando lo sfratto
al 26 Marzo 2010.
Le famiglie e i membri del collettivo sottotetto chiedono una
soluzione reale da parte dell'amministrazione pubblica, per chi vive le
problematiche dovute alla questione abitativa e non dover arrivare a
vedere eseguito un quinto sfratto attraverso l'uso della forza.
Se ciò avenisse, dichiarano, non lascerebbero passare la cosa in
silenzio, sollecitando l'attenzione pubblica e mediatica sulla
questione.