Rinviato al 22 febbraio lo sfratto esecutivo per una famiglia di Cadè (RE)

Reggio E. - Bloccato un altro sfratto

Denuncia pubblica contro l'ennesimo sfratto ad opera di un multiproprietario da parte dello sportello per il diritto alla casa del Collettivo Sottotetto

26 / 1 / 2010

La mattina del 26 gennaio scorso, avrebbe dovuto aver luogo lo sfratto esecutivo di una famiglia composta da una coppia con tre figli piccoli, di cui uno disabile, e la nonna, da un appartamento situato a Cadè, nell'estrema periferia reggiana.

La famiglia si è rivolta allo sportello per il diritto alla casa del Collettivo Sottotetto, per denunciare la situazione di grave disagio nella quale si sono venuti a trovare: essendo impossibilitati a pagare l'affitto al multiproprietario che possiede la casa, sarebbero stati costretti ad abbandonare l'appartamento così, su due piedi.

Una ventina di attivisti si sono così presentati all'appartamento per far desistere l'ufficiale giudiziario dallo sgomberare questa famiglia: il blocco dello sfratto è riuscito, infatti per ora è stato rinviato al 22 febbraio prossimo.

Ovviamente gli attivisti dello sportello per il diritto alla casa hanno dichiarato apertamente che ci saranno anche il 22 febbraio, finchè lo sfratto non verrà completamente e definitivamente annullato.

Di seguito il comunicato del collettivo Sottotetto:

Oggi, 26 gennaio, il collettivo sottotetto si ritrova a mobilitarsi per impedire l'ennesimo
sfratto: si tratta di una famiglia composta da una coppia con tre figli piccolissimi, di cui
uno disabile, e la nonna.


La palazzina da cui oggi questa famiglia dovrebbe essere buttata fuori è di proprietà di
un'unica persona che ,oltre a questi, possiede decine di altri appartamenti.
Sempre in questa palazzina altre due famiglie stanno aspettando lo sfratto per morosità
ed oggi hanno deciso di partecipare all'azione di blocco coscienti del fatto che ad un
problema comune la risposta deve essere collettiva.


Nel mese di dicembre 2009 abbiamo letto le dichiarazioni dell'amministrazione comunale
che, per bocca dell'assessore Matteo Sassi , annunciava il blocco degli sfratti per chi
abita nelle case pubbliche e , in forza di un accordo con l' associazione dei piccoli
proprietari ,anche per chi abita in case di privati.


Allo sportello per il diritto alla casa di via Martiri della Bettola nell'ultimo mese sono
passate diverse famiglie le cui procedure di sfratto non sono state bloccate , evidenziando
così la grossa distanza che corre fra le operazioni pubblicitarie dell'amministrazione e la
realtà di chi ogni giorno si trova a dover fare i conti con crisi e disoccupazione.
Abbiamo così scoperto che per sospendere lo sfratto da una casa privata serve l'accordo
e l'iniziativa del proprietario il quale deve segnalare la situazione al giudice competente ed
in seguito fare richiesta al comune per ottenere un rimborso che non supera i 1500 euro
annui.


Ci chiediamo quanti proprietari di appartamenti siano disposti a spendersi per il blocco di
uno sfratto barattando un canone medio di 6000 euro annui con un rimborso del comune
di un massimo di 1500 euro. I dati raccolti finora dal nostro sportello ci dicono che la
risposta è sconfortante.
Tra i tanti primati sbandierati da questa amministrazione ci sentiamo in dovere di
riportarne qualcuno :nel primo mese del 2010 Reggio è la prima citta in Italia per numero
di sfratti in rapporto al numero degli abitanti (fonte : TG3 ) ed è anche la città dove negli
ultimi 10 anni si è costruito il triplo rispetto a Bologna ,lasciandoci in eredità 8000 case
vuote e tanti metri quadrati di verde in meno.


Ora è normale che ci si senta presi in giro: in una città in cui si è investito su
un'espansione edilizia inutile e selvaggia ci si ritrova con una parte ingente della
popolazione che sta perdendo l' accesso al bene casa e che si ritroverà di conseguenza a
perdere, insieme all'abitazione e alla residenza , anche i diritti di cittadinanza (accesso ai
servizi sociali, medico di famiglia, rinnovo del permesso di soggiorno se cittadini
migranti...)


Quello che chiediamo è che prefetto e sindaco smettano di usare i poteri loro conferiti per
emettere ordinanze assurde come il divieto di manifestare o di fare l'elemosina e che
comincino ad usarli per le cose che veramente servono in questo momento: bloccare
REALMENTE gli sfratti , requisire le migliaia di case sfitte (chiaramente solo quelle dei
multiproprietari) presenti in città ed usarle per far fronte all'emergenza abitativa.

Reggio E. - blocco sfratto 26/01/2010