Racconti dalla produzione

19 / 3 / 2020

Mi presento: sono un dinosauro, un operaio di quelli che lavora in fabbrica da molti anni. Uno che hanno dato per estinto milioni di anni fa, ma adesso il presidente del consiglio ha detto che quelli come me in questi giorni tirano avanti il paese. Tant’è che per noi niente #iorestoacasa, in fabbrica ci dobbiamo andare e in molte aziende ci si è andati senza neanche le misure di sicurezza minime. Addirittura, qua e là è spuntata fuori un’antica pratica della nostra specie che si credeva estinta insieme a noi: lo sciopero spontaneo.

Il presidente del consiglio ora ci ha ringraziati e dice che ci tiene tanto alla nostra salute, alla salute di noi specie estinta. La retorica - si sa - è come il vento e non mi fido molto, ma comunque non è di quello che intendo parlarvi.

Lavoro in una piccola fabbrica, in un posto decentrato del ricco e industriale nord est; però di un grande gruppo, ramificato in tre continenti che ha già vissuto gli effetti della pandemia nelle sue filiali in Cina. Lì è riuscito a mantenere attivo gli impianti perché non era molto vicino al focolaio di Wuhan, e questo è stato per l’ azienda un insegnamento. Nello stabilimento cinese hanno avuto zero contagiati attuando un rigidissimo controllo sulla salute degli operai, per evitare il contagio e lo stop della produzione. Anche forse grazie al fatto che per il governo cinese essere inadempienti in questo caso sarebbe stato per l’azienda molto oneroso (diversa cosa presumo sia per la sicurezza del lavoro in materia di infortuni). Le disposizioni prese in Cina sono state copiate e adattate agli stabilimenti in Italia. Adattate però in maniera decisamente rigorosa, quindi  due mascherine per otto ore di lavoro, gel igienizzanti diffusi in vari luoghi, divieto di assembramento ai punti ristoro, servizi mensa distanziati, punti fumo contingentati. Insomma non proprio quello che si dice il lassismo da padrone delle ferriere, anche perché il contagio potrebbe essere democratico e decisamente interclassista.

In questa situazione il ruolo del sindacato di fabbrica diventa anche un modo di cogestione, cogestione - per intanto - della e nella sfiga. Ma può portare ad avere forse anche uno spazio di manovra maggiore, che se agito con attenzione potrebbe dare spunti interessanti e in ogni caso fuori dalla narrazione “o tutto bianco o tutto nero” a cui siamo abituati .

Un punto importante da evidenziare è lo strano mix di «solo insieme ci si salva» e «insieme ma distanti». Un mix che potrebbe acuire la disgregazione che la vittoria del modello sociale ed economico del neo-liberismo ha prodotto in questi ultimi decenni.

Il fatto di continuare a lavorare a prezzo di queste misure di sicurezza, che rendono ancora più scomoda e rigida la vita di fabbrica, almeno stando a ciò che vedo, viene accettato. Se questo è funzionale a far andare avanti la produzione, evitando di rimetterci ferie o aspettative o la possibilità, non molto remota, visto il carattere predatorio di molti capitalisti italiani e non solo, di sfruttare la fase per delocalizzare o ridurre il personale impiegato, i lavoratori mediamente si adattano.

Tenete presente che non sono la mitica classe operaia della memoria novecentesca, ma soggetti che hanno spesso flirtato, e molto, con le idee razziste della Lega e del  suo leader. Oggi invece dai pochi capannelli di chiacchiere - «no troppo vicini!» - in massimo di due o di tre e senza farsi vedere dal capo  e nella pausa mensa, gli argomenti di un anno fa sembrano evaporati. Sarà una fase contingente? Ritorneranno poi? Non lo so, ma la sensazione che molto sarà cambiato dopo questa emergenza è forte.

Per esperienza sappiamo che è un rischio fidarsi di ammortizzatori  sociali che potrebbero risultare insufficienti. La fiducia nello stato è quella di una canzone degli Assalti frontali, ovvero «Uguale a zero». Do you remeber esodati ?

Va da se che per chi dinosauro non è, pretendere e rivendicare il reddito di quarantena è opportuno, non solo in forma simbolica, ma pratica. Ma tenete presente che se ai brontosauri, agli pterodattili ed ai T- Rex che popolano le fabbriche viene concesso qualcosa, forse sarà un’opportunità anche per chi garantito non è. Considerando  che, in tutto il mondo del lavoro,  si sta, per dirla con il poeta Ungaretti «come d’ autunno sugli alberi , le foglie».   

Ma comunque teniamo presente che  FUORI tra  poco è primavera.