Presente e futuro delle navi da crociera nel Mediterraneo. Il report del dibattito al Venice Climate Camp

Con la partecipazione di Comitato No Grandi Navi di Venezia, Stop Croiseres di Marsiglia, Plataforma contra el megacreuers di Palma, We are here Venice e Cittadini per l'aria.

24 / 9 / 2022

Il 10 settembre nella cornice del Venice Climate Camp si è svolto il workshop “Presente e futuro delle navi da crociera nel Mediterraneo”. Erano presenti il Comitato No Grandi Navi di Venezia, Stop Croiseres di Marsiglia, Plataforma contra el megacreuers di Palma, We are here Venice e Cittadini per l'aria. Il workshop ha rappresentato un punto di partenza per la creazione di una rete europea di comitati contro le grandi navi: European Cruise Activist Netwrok (ECAN), con un particolare focus sull'area del Mediterraneo.

Per primo ha preso parola il Comitato No Grandi Navi, che racconta la propria storia, dalla prima manifestazione a cui parteciparono 30 persone, all'evoluzione in un movimento di 10mila persone che ha portato ad un cambiamento storico nella città. Una trasformazione netta, che ha significato il passaggio dall’avere ogni weekend 16/18 navi che attraversavano la città, a 2 una volta a settimana a Marghera. Non la soluzione, ma un grandissimo passo avanti rispetto a prima, un passo raggiunto grazie all'unione di cittadini e cittadine, grazie alla lotta dal basso di chi abita e ama Venezia. Una lotta non semplice, portata avanti con la consapevolezza di non avere alleati nelle amministrazioni che si sono succedute e che non hanno mai portato alcun cambiamento vero, al contrario di quanto hanno fatto le tante persone che hanno protestato, nelle calli e sui barchini. L'intelligenza e la forza del comitato, poi, è stata di aver saputo tenere insieme idee differenti sulle soluzioni da adottare con una continua discussione che ha trovato nel messaggio “Fuori le navi dalla laguna” il proprio minimo comune denominatore. Un passaggio viene dedicato anche alle azioni: “Pensiamo che l’azione diretta sia veramente parte del DNA del movimento. Blocchiamo le navi con le nostre piccole barche, distruggiamo il checkpoint all’aeroporto, facciamo assemblee, scriviamo lettere al governo, ricorsi al tar, referendum auto organizzati. Non c’è giusto o sbagliato, violento o non violento. Facciamo di tutto e crediamo che ogni parte lavori insieme per un risultato comune.”

Infine, il comitato ha descritto come la questione delle grandi navi sia stata inserita all'interno della battaglia climatica. E' il movimento giovanile a spingere per tenere assieme un obiettivo cittadino e territoriale alla più complessa e globale questione climatica toccando tantissimi aspetti e problemi della città di Venezia: le navi sono solo la punta di un iceberg che può essere distrutto solo colpendolo nel suo complesso. Turismo di massa, idea di città, clima. E' così che il comitato è riuscito a crescere, nonostante la repressione che ha provato a colpire prima penalmente e poi economicamente. Solo 2 anni fa, infatti, sono state notificate multe per 40.000 euro . Una somma che è stata raccolta attraverso un crowdfunding che ha dimostrato l'incredibile solidarietà di tutti coloro che supportano il comitato.

L'intervento si conclude evidenziando la globalità della devastazione portata dalle grandi navi, e l'importanza dell'unione di lotte locali e di un'alleanza europea per denunciare in maniera sempre più forte che le grandi navi sono un problema dal punto di vista climatico e territoriale, per Venezia e per tutti gli altri territori attraversati da questi mostri galleggianti.

La parola passa quindi a Plataforma contra el megacreuers di Palma di Maiorca, che sottolinea i problemi ecologici legati al passaggio di un numero di turisti estremamente superiore al numero degli abitanti. Prosegue raccontando del lavoro portato avanti da Plataforma contra el megacreuers, nata dall'unione di diverse associazioni e anime cittadine. Il lavoro si è concentrato sulla volontà di ridurre il numero delle navi fino al raggiungimento di un massimo di 3 navi e 8000 persone. Non l'obiettivo sperato, ma un passo in un percorso che è ancora aperto e continua. L'intervento si conclude affermando l'importanza di una rete europea contro le grandi navi, in contrapposizione a quel business del turismo e delle navi già fortemente legato e compatto al suo interno.

Prosegue quindi il comitato Stop Croisieres di Marsiglia, che racconta dell'aumento del numero di grandi navi nella città, un arrivo ovviamente legato a fattori economici, che ha portato un gran numero di turisti e all'aumento del livello di inquinamento. E' un comitato giovane che negli scorsi 6 mesi si è concentrato sulla raccolta di informazioni, poi sfociata nella pubblicazione di un programma composto da 10 punti che tratta, tra gli altri, i temi di inquinamento dell'aria e dell'acqua e del loro legame con il cambiamento climatico, delle ripercussione economiche in città, delle soluzioni tecniche proposte dall'industria con lo scopo di convincere cittadine e cittadini dell'esistenza di crociere “verdi”, e di cosa si può fare a Marsiglia e in Europa. Anche Stop Croiseres tocca il tema delle azioni: una delle più importanti è stata sicuramente il blocco della Wonder of the Sea, la più grande nave del mondo. Circa 20 persone hanno bloccato l'entrata del porto di Marsiglia, impedendo di fatto l'attracco della grande nave per alcune ore. L'attenzione mediatica che ne è conseguita è stata molto importante per il movimento. Il lavoro del comitato si sta concentrando anche sulla ricerca per una contro-narrazione al greenwashing delle grandi navi e contro le false soluzioni continuamente proposte. Esiste poi un legal team che si occupa di inviare lettere al governo da parte delle vittime di inquinamento dell’aria nella zona, per dire che quello che fanno non è abbastanza, per dire che è necessario fare di più. L'intervento si conclude affermando che: “ Per noi le navi sono un problema dappertutto e non vogliamo semplicemente mandarle da un’altra parte. Non vogliamo le navi e vogliamo ridurre l’impatto del traffico marino in generale. Le navi sono completamente inutili, non vogliamo scendere a compromessi su questo”.

È il turno quindi di Cittadini per l'Aria, nato del 2015 con un focus sull'inquinamento dell'aria prodotto dalle navi. Viene messa in luce la differenza tra le politiche per la limitazione dell'inquinamento navale tra nord e sud Europa, e la necessità di rendere pulita tutta l'industria navale.

Conclude il giro di presentazione We are Here Venice, che sottolinea l'approccio scientifico che vuole apportare alla lotta. “Per quanto riguarda le navi, fui coinvolta nel 2010 quando andando e venendo dai giardini c’erano le navi proprio lì fuori. Sono “ossessionata” dalla questione delle navi: abbiamo lavorato duro in questi anni per raccogliere più informazioni possibili. Nel 2012 la domanda a Venezia era troppo concentrata su dove mettere le navi, ora dobbiamo capire che la vera domanda è cosa l’industria delle crociere sta facendo al pianeta. Lo scorso anno abbiamo iniziato a riunire tutti i dati sui danni che causano le navi e obbligare i politici a vedere il problema una volta scritto nero su bianco”.

L'obiettivo del workshop, che ha rappresentato il primo incontro della rete europea contro le grandi navi che si è formato al Venice Climate Camp, è stato individuare punti comuni per la creazione di un percorso collettivo e per l'inizio di un'unione di lotte all'interno del network di ECAN.

Tra i molti temi legati all'industria delle navi da crociera vi sono il turismo di massa, aggravato ancora di più dall'arrivo delle navi da crociera, rappresenta l'ennesima forma di estrazione di profitto a discapito dei territori e della salute di cittadini e cittadine. Il lavoro, che in questa industria risulta essere prettamente stagionale, senza diritti e con alte percentuali di lavoratori in nero. E' stata inoltre fortemente sottolineata la relazione tra crisi climatica e navi da crociera. Sono tantissimi, infatti, gli effetti che questa industria ha sul clima: la distruzione dei mari, degli oceani e degli ecosistemi; la devastazione causata dalla costruzione delle navi stesse, a causa del trasporto di materiali e della loro estrazione, a cui si aggiunge il problema dello smaltimento di questi giganti del mare.

Il gigantismo della nave da crociera rappresenta perfettamente in metafora il modello di sviluppo del capitalismo odierno, teso esclusivamente alla crescita infinita, all’aumento del pil, etc. E’ l'esempio lampante della contraddizione esistente tra la continua ricerca di profitto e l'evidente necessità dettata dall’emergenza climatica, di ridurre la produzione e il consumo e ricercare altri stili di vita. Le navi da crociera non sono altro che l'ennesimo schiaffo a chi sta già vivendo le conseguenze della crisi climatica.

Ma obiettivo di ECAN non è solo trovare dei punti comuni, ma anche creare contro narrative, mettere in azione i punti trovati attraverso la ricerca per portare avanti azioni comuni partendo da un terreno condiviso. A tutto ciò si aggiunge una riflessione sul già citato tema del lavoro: è innegabile il fatto che l'industria delle crociere sia una risorsa per tantissime persone che vivono grazie agli stipendi che ne derivano. La proposta è quindi quella di parlare anche con sindacati e lavoratori, poiché non può esistere giustizia climatica senza giustizia sociale.

L'incontro ha rappresentato un momento importante per l'inizio del percorso di ECAN, che ha espresso la volontà di continuare a rivedersi in presenza, con prima tappa a Marsiglia tra 3 mesi, e di allargarsi anche ad altri porti del Mediterraneo, nella piena volontà di trasformare una contraddizione da locale in globale.