Pisa - Sgombero a Palazzo Boyl

Il degrado torna padrone degli affreschi di Annibale Marianini.

29 / 12 / 2014

 Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Municipio dei Beni Comuni dopo lo sgombero di Palazzo Boyl, avvenuto il 27 dicembre mattina. Storico edificio situato sui Lungarni della città della Torre, l'azione coatta delle forze dell'ordine è avvenuta a poco più di un mese dalla sua restituzione alla cittadinanza da parte del Municipio dei Beni Comuni e del suo percorso contro la speculazione sull'immobile pubblico. 

La scelta di evacuare gli spazi - per altro durante le vacanze, lontano dagli occhi vigili della parte solidale della città - va inserita in un contesto dominante nel Comune toscano tutto a stampo Partito Democratico, che in un certo senso da molti anni con l'amministrazione Filippeschi ha anticipato le caratteristiche autoritarie, securitarie e xenofobe che sta assumendo il partito di maggioranza al governo nazionale. 

Con la consueta orologeria vacanziera, questa mattina un blitz delle forze dell'ordine ha messo la parola fine all'esperienza di Palazzo Boyl. Un immobile storico, di grande pregio, ritorna schiavo della selvaggia corrosione del tempo e dell'incuria, dopo che la società immobiliare che ne deteneva la proprietà è fallita. Lo sgombero di questa mattina è avvenuto in una città pressoché svuotata, si è svolto quasi senza rumore. La polizia ha avuto gioco facile a fare il suo ingresso nello stabile e ad apporre una nuova chiusura, così che nessuno potrà più godere della vista degli affreschi, delle sale, di un bene nascosto per anni alla vista della cittadinanza da un ponteggio fantasma, il cui abuso non è costato niente ai soliti potenti di turno.

Ancora una volta, un'esperienza lanciata dal Municipio dei Beni Comuni viene stroncata da uno sgombero, con una precisione a dir poco chirurgica. Recuperare  e restituire alla città migliaia di metri quadrati lasciati chiusi da anni sembra essere il reato più grave e maggiormente perseguito a Pisa. La ragione è semplice: il partito della speculazione vuole governare la città senza sconti.

Gli intenti alla radice della riapertura di Palazzo Boyl sono stati da subito espliciti creare uno spazio aperto dal quale rilanciare una progettualità condivisa intorno ai luoghi abbandonati presenti in città e aprire un dibattito su tanti, troppi, beni artistici lasciati al degrado. Registriamo ancora una volta la totale chiusura da parte dell’amministrazione comunale che ha rifiutato persino di visitare lo spazio per rendersi conto del patrimonio artistico che sta andando alla malora.

Costanti si ripetono così i  silenzi dell'amministrazione comunale, che troppo spesso ha annunciato percorsi partecipati per poi rinchiudersi nelle segrete stanze a concertare col potere di turno il destino della città, sfuggendo qualsiasi tipo di confronto pubblico.

Dopo la chiusura coatta anche di Palazzo Boyl, con un'urgenza micidiale, e diciamolo: fasulla, noi crediamo che la palla torni a noi, al Municipio dei Beni Comuni.

Per questo se qualcuno pensa di spezzare la nostra voce con l'ennesimo sgombero, si sbaglia di grosso. Sarà al contrario un 2015 vivace, pieno di colore. E' una promessa che facciamo alla città.

MUNICIPIO DEI BENI COMUNI

Di seguito il comunicato di solidarietà di Exploit Pisa:

Lo sgombero di Palazzo Pilo-Boyl, reso vivo nelle scorse settimane dal Municipio dei Beni Comuni, sottrae alla città di Pisa un altro luogo di socialità. Lo splendido e decadente palazzo decorato da affreschi ottocenteschi torna al buio e alla polvere. È soprattutto l’ormai consueta condotta di attuare lo sgombero in periodo festivo, però, a preoccuparci: è sintomo di un dialogo con le parti sociali assente in questa città. 

Abbiamo già sperimentato quest’assenza sulla nostra pelle, sentendoci dare degli “squadristi” dall’amministrazione comunale per l’occupazione simbolica e pacifica della sede provinciale del PD. Allineandosi alla linea nazionale di un Partito che, più che Democratico, si considera unico al potere, e come tale legittimato a proseguire nella propria azione incurante di ogni forma di protesta, l’amministrazione pisana mostra ancora una volta una scarsa sensibilità verso ciò che di vivo agisce nel tessuto urbano, e preferisce riconsegnare uno spazio sociale all’abbandono. Tutta la nostra solidarietà, quindi, alle compagne e ai compagni del Municipio dei Beni Comuni.

EXPLOIT PISA